L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

martedì 6 luglio 2021

La narrazione dell'influenza covid perde pezzi

Gran Bretagna, ribaltata la narrazione pandemica



La Gran Bretagna a sorpresa ribalta completamente la narrazione pandemica: un governo che si apprestava a drammatizzare la famosa variante Delta per prolungare le segregazioni lungo tutta l’estate si è trovato di fronte a una gigantesca manifestazione di protesta, che i media mainstream hanno tentato, ma senza successo, di minimizzare e che ha portato alle dimissioni lampo del ministro della sanità Matt Hancock. Gira anche una voce insistente secondo la quale sarebbe arrivata dai servizi un’allerta sulla possibilità di creazione di uno stato insurrezionale continuando sulla strada delle misure coercitive. Così la rotta è stata completamente invertita quasi nel giro di 24 ore: dapprima Boris Johnson ha chiuso il capitolo dell’emergenza dichiarando che col covid bisogna comunque convivere e adesso il nuovo ministro della salute ministro della salute Sajid Javid ha completamente demolito alcuni capisaldi sui quali è stata costruita la narrazione pandemica e soprattutto la diffusione di paura. .

Intanto sulla base dei dati esposti nel Technical Briefing 16 del 18 giugno ha affermato che la variante Delta è meno pericolosa anche della più lieve influenza, cosa che in realtà appariva chiaramente dai dati nonostante la drammatizzazione vergognosa della stampa mainstream che da noi continua a lanciare allarmi non si se più ridicoli o penosi, ma è andato anche più in là riconoscendo che i blocchi istituiti a partire da marzo hanno avuto un pesante effetto sulla mortalità dovuta a diversi fattori non ultimo l’abbandono quasi completo delle cure per malattie gravi e mortali. E’ la prima volta da un anno e mezzo che in occidente viene riconosciuta in via ufficiale non solo l’inutilità delle misure prese sotto la spinta di una “selvaggia ossessione” sostenuta dai media e da forti gruppi di pressione, ma viene anche suggerita l’ipotesi che proprio queste misure e non il covid siano responsabili dell’aumento della mortalità, sia pure relegato in fasce di età superiori a quella della vita media. Rimane in piedi solo la questione vaccini che evidentemente è ancora intoccabile anche se la gente potrebbe cominciare a chiedersi a cosa serva vaccinarsi contro un raffreddore. Il professor Karol Sikora sul Telegraph commenta: “Siamo diventati un bersaglio. Nonostante le prove schiaccianti dei danni arrecati nei consueti servizi sanitari, non ci è mai stato permesso di parlarne. È stato riferito che il governo non è stato nemmeno informato sull’impatto che il blocco ha avuto sulle normali cure. Secondo me questo è uno scandalo. Quindi è un grande sollievo che l’uomo responsabile dell’assistenza sanitaria in questo paese parli dell’entità della crisi nel suo primo importante intervento. Inizierà un dibattito che senza dubbio salverà molte vite”

E continua: “Solo a partire dalla nostra esperienza all’interno della nostra rete del Rutherford Cancer Center, si stima che ci siano circa 45.000 “malati di cancro scomparsi” a livello nazionale. Dove sono? Migliaia di persone perderanno la vita inutilmente perché la diagnosi, e quindi il trattamento, è stata notevolmente ritardata. Troppi nel dibattito sul Covid vogliono solo far finta che non sia accaduto.”

Si può cominciare sperare che la fuoriuscita della Gran Bretagna e della meta degli Usa, dalla narrazione Covid, riporti alle sue reali dimensione la questione e possa ricominciare non solo la vita, ma anche la ricerca dei colpevoli di questa strage di cui Big Pharma è stata solo il braccio armato. Purtroppo in Italia la pressione dell’opinione pubblica è debole e incerta, la classe politica al potere è legata strettamente all’Europa merkeliana che ha sfruttato la pandemia in maniera spudorata per fini interni, ma anche per creare le condizioni di un nuovo capitolo della sua battaglia egemonica. E che vuole risucchiare il Paese con i prestiti a strozzo contemporanei alla nuova austerità: l’Italia rimane indiscutibilmente e irrimediabilmente malata.

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