L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 7 agosto 2021

Dopo una corsa l'ideologia dei vaccini sperimentali incoccia il muro della resistenza ad una narrazione pagliaccia e irreale, da qui l'irrigidimento e l'obbligatorietà indiretta

Vaccini, Stati Uniti in difficoltà: metà della popolazione non è immunizzata

6 Agosto 2021 - 09:07

Dopo una buona partenza, la campagna vaccinale negli Stati Uniti sta vivendo una fase di stallo: solo il 50,4% della popolazione è completamente immunizzata, con i contagi che sono tornati a salire.


Nella fondamentale partita dei vaccini contro il Covid, gli Stati Uniti hanno fallito il primo obiettivo che era stato indicato da Joe Biden: raggiungere il 70% dei cittadini immunizzati entro il 4 luglio, giorno della Festa dell’Indipendenza.

Una soglia che ancora adesso Oltreoceano appare lontana: al momento negli Stati Uniti ha completato il ciclo vaccinale il 50,4% della popolazione, con la percentuale che sale al 58,7% se consideriamo chi ha ricevuto anche una sola dose.

Numeri molto bassi per un Paese che ha a disposizione una quantità monstre di vaccini: in Italia dove le scorte sono quasi terminate siamo al 57% della popolazione completamente immunizzata, mentre il vicino Canada è al 60,7%.

Una situazione che preoccupa non poco la Casa Bianca, visto che la variante Delta sta facendo aumentare i contagi: dopo che a giugno si è toccato il minimo di 11.000 nuovi casi al giorno, ora negli Stati Uniti si è tornati costantemente a viaggiare oltre quota 100.000 con una media di 500 morti al giorno.

Gli Stati Uniti in ritardo sui vaccini

Se durante la scorsa primavera negli Usa la campagna vaccinale procedeva a ritmo spedito, tanto da far sbilanciare Biden nell’auspicare un 70% della popolazione immunizzato entro il 4 luglio, da settimane la situazione Oltreoceano è invece di assoluto stallo con le somministrazioni diminuite dell’87% rispetto ai mesi precedenti.

A poco sarebbero servite le tante iniziative messe in atto per convincere la popolazione a vaccinarsi: dalla birra gratis fino alle lotterie e ai 100 dollari in regalo in West Virginia per i giovani che accettano di sottoporsi alla somministrazione.

Neanche i numeri terrificanti del Covid negli Stati Uniti, dove dall’inizio della pandemia si sono registrati in totale 35 milioni di casi e 615.000 decessi, sembrerebbero aver scalfito le convinzioni dei no-vax americani.

Quasi sconsolato, a inizio luglio Anthony Fauci ha commentato che visto l’attuale andamento della campagna vaccinale, in autunno ci saranno “ due Americhe, una immunizzata e l’altra indifesa ”.

Una divisione che rischia di essere anche geografica, con la East Coast che ha alte percentuali di vaccinati al contrario del Sud e del Midwest, le zone maggiormenti rurali del Paese dove il numero degli immunizzati è molto basso.

Nel Mississippi finora poco più del 30% dei cittadini ha completato il ciclo vaccinale, una situazione simile a quella in Louisiana, Alabama e Arkansas. Numeri questi che stridono con quelli di New York, dove addirittura a giugno si è raggiunto il 70% degli abitanti con almeno una dose di vaccino.

Di questo passo, gli Stati Uniti raggiungeranno la soglia del 75-80% della popolazione immunizzata in forte ritardo rispetto all’Europa: un rischio sanitario ed economico che spaventa Biden, ma al momento la Casa Bianca non starebbe pensando a soluzioni drastiche come quella sul green pass adottata in Francia e nel nostro Paese.

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