L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 7 agosto 2021

Una influenza diventata pandemia basato solo su tamponi farlocchi

Svezia: senza balle si vive di più e meglio



Chi pagherà per gli errori commessi? Che fine faranno i modellisti dell’Imperial College di Londra che da un ventennio fanno previsioni catastrofiche affinché le aziende farmaceutiche possano vendere enormi quantità di vaccini inutili ( vedi qui e qui )? Purtroppo hanno acquisito grandi meriti perché possano rimanere a piedi e ricevere il giusto omaggio per la loro opera che difficilmente potrebbe essere considerata frutto di abbagli sistematici, quando di combine altrettanto sistematiche. Guardiamo la tabella qui sotto che riguarda la Svezia e che secondo l’Imperial college, quello che ha convinto Boris Johnson a chiudere la Gran Bretagna, avrebbe dovuto avere 17 mila morti di Covid per milione di abitanti contro gli 8 – 9 mila del cosiddetto “anno influenzale” che comincia i primo ottobre e si conclude il 30 settembre dell’anno successivo, quindi nel nostro caso il periodo tra ottobre 2019 e settembre 2020. Insomma 90 mila morti in più nel totale, il doppio del normale.


Ovviamente nulla di tutto questo è accaduto e le previsioni si sono rivelate particolarmente sbagliate proprio in uno dei Paesi che non ha accettato la narrazione Covid , le chiusure e le segregazioni. Lo possiamo vedere in quest’altra tabella messa a punto dal professor Eyal Shahar (Università dell’Arizona, Università di Tel-Aviv e Università del Minnesota) il quale ha determinato in uno studio la sovra e sotto mortalità per gli anni influenzali 2020 e 2021.


Come si può agevolmente vedere intanto ci sono stati poco più di 9200 morti per milione, dunque una cifra assolutamente analoga a quella del 2017 e 2018, ma che rappresenta un aumento di 364 decessi per milione rispetto agli 8870 attesi con un aumento del 4,1%. Tuttavia si tratta in un certo senso una illusione ottica della statistica poiché l’anno precedente c’erano stati 8649 morti per milione contro gli 8959 attesi con una diminuzione di 300 decessi per milione, vale a dire il 3,3 % in meno. Dunque alla fine il “vero” eccesso di mortalità si situa quindi tra le 700 e le 800 persone in tutto l’anno, cioè intorno all’1% di mortalità in più che è assolutamente compatibile con le normali oscillazioni statistiche. Ora non so cosa sarebbe successo se la Svezia avesse chiuso con furore come gli altri realizzando un attacco suicida contro la propria economia e la propria costituzione nel tentativo di salvarsi dal Covid: probabilmente avrebbe avuto molti più decessi, ma in ogni caso avrebbe intrapreso questa strada per evitare 700 morti che complessivamente hanno un’eta superiore a quella dell’attesa di vita media che tra l’altro in Svezia arriva agli 83 anni, appena sotto quella del Giappone e ormai superiore a quella italiana. che negli ultimi sei anni è crollata.

Noi sappiamo che le diagnosi di Covid sono state fatte con mezzi inadeguati e fuorvianti, che sono dunque state enfatizzate creando un panico e una caduta dei servizi sanitari che sono all’origine di molta parte dell’aumento di mortalità registrato, ma anche mettendo da parte tutto il contenuto di un vaso di Pandora che sarà tutto da scoprire nelle sue nefandezze, appare chiaro che la narrazione era radicalmente sbagliata fini dall’inizio, ma che sorprendentemente continua ad essere sbagliata come se i numeri non contassero nulla per i narratori dementi e prezzolati. Prima hanno attaccato in maniera furibonda la Svezia, poi quando hanno capito che questo implicava un livello di menzogna troppo alta anche per l’ultimo dei cretini, hanno semplicemente cessato di parlarne. Anche questi non pagheranno nulla?

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