la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 29 maggio 2021
Quando l'imbecillità prende il posto delle idee
Senza il lavoro vivo non c'è produzione
Fauci cambia idea e sposa la tesi dei negazionisti sulla creazione del virus influenza covid in laboratorio

e la situazione non può che peggiorare
Giorgetti, Garavaglia, ecco un’idea
Cari ministri leghisti, nel precedente articolo ho postato quest’immagine
Anzitutto vorrei chiedere. È vero? E’ vero che la vostra collega Lamorgese ha affittato 10 navi da crociera? Per sistemare – nelle cabine con bagno individuale, un lusso che i clandestini al paese loro nemmeno sognavano esistesse – i clandestini che arrivano a ondate? E che per questo spende senza battere ciglio 4800 euro al mese per ogni clandestino?
Ma è vero? Io non ho la possibilità di controllare.
Voi, ministri leghisti, potete chiedere alla stessa collega, nel prossimo consiglio dei ministri, se è vero o no. Se è vero, ecco la soluzione per i vostri settori, Turismo e Industria
Chiedete – esigete – che i vostri ministeri spendano, per ogni ristoratore e albergatore che ha dovuto chiudere, per le famiglie di ogni imprenditore che si è suicidato per non poter far fronte ai debiti e pagare i salari, per ogni salariato che ha perso il lavoro e la paga – chiedete semplicemente quello che la Lamorgese spende per “l’accoglienza” di ognuno dei suoi “migranti” .
Tranquilli: i soldi non mancano. I soldi ci sono. Bruxelles non ha mai rimproverato alla Lamorgese di spendere troppo per i “migranti accolti”; né ha brontolato per le decine di miliardi che il ministro Speranza dilapida solo per i tamponi. Nessuna austerità è stata richiesta per il miliardo e mezzo di dosi di mRNA Pfizer comprati senza concorso né gara dalla Kommissioone URSULA, costate un numero mai rivelato di miliardi di euro. Nessuna amonizione sui debiti che con queste spese illimitate accolliamo ai nostri figli e nipoti. Vi riveliamo un segreto: per “Queste” spese, i fondi non vengono chiesti in prestito ai “mercati finanziari”; sono creati dal nulla senza alcuna esitazione dalla BCE, e Berlino non alza la voce ad ammonirci che dal 2022 il nostro debito deve tornare al 60% del Pil, come hanno fatto recentemente Dombrovskis e Schauble. Quindi potete anche voi spendere, spendere, spendere per mantenere gli italiani quello che la Lamorgi spende per alloggiare nel lusso delle navi da crociera e satollare con quattro pasti al giorno le migliaia di nigeriani e maghrebini, e persino pakistani e bangla, perché nei rispettivi paesi s’è sparsa la voce che “gli italiani ci mantengono””. .
Ve lo dico perché, personalmente, mi preoccupo degli italiani. Come questi
Mamma rapinatrice per disperazione, tenta il colpo al supermercato e viene arrestata: “Non riesco a pagare l’affitto”
Incensurata, madre di due figli, ha provato a farsi consegnare il fondo cassa mostrando un coltello a una commessa, ma è stata fermata dal personale di vigilanza. Ora si trova ai domiciliari in attesa rito direttissimo
Rapina 7.500 euro in farmacia, il giorno dopo si pente e restituisce tutto: “Ho perso il lavoro, sono disperato”
I fatti a Vermicino, in provincia di Roma. L’uomo si sarebbe scusato con il farmacista mostrando anche la pistola giocattolo usata per il colpo
Sono già milioni, gli italiani ridotti in questo stato non dalla pandemia, ma dai lockdown appositamente concepiti ed imposti per stroncare interi settori economici: quei settori, fra parentesi, di cui vi hanno dato la responsabilità per incastrarvi . Italiani onesti come il disoccupato che restituisce i soldi, come la mamma, portata ad atti disperati dal bisogno.
Non ha diritto la mamma di due figli alla spese mensile che la Lamorgi spende e spande per un nigeriano? Il disoccupato che ha restituito tutto? Magari si accontenterebbero pure della metà della spesa pubblica per un nigeriano; 2400 euro al mese- Potreste vantarvi con Draghi, con la UE, con Dombrovski della vostra oculatezza. Esigetelo, e vediamo l’effetto che fa.
https://www.maurizioblondet.it/giorgetti-garavaglia-ecco-unidea/
La narrazione proposta NON vuole tenere conto che Gaza, una striscia larga qualche chilometro, è una prigione a cielo aperto in cui le porte d'ingresso di terra e di mare sono nella disponibilità degli ebrei sionisti e comparare i rozzi razzi con i moderni missili umanitari di quest'ultimi e completamente fuorviante. La domanda è chi è andato in Palestina a rubare terra e ora identità e tradizioni e lavorare per il genocidio? Gaiani Gaiani
28 maggio 2021
di Gianandrea Gaiani
in Editoriale

La risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite sulle violazioni nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est e in Israele, adottata con 24 voti favorevoli, 9 contrari e 14 astensioni getta benzina sul fuoco della difficile tregua tra Israele e Hamas mediata dall’Egitto.
La risoluzione, marcatamente anti-Israele, prevede l’istituzione con urgenza di una commissione d’inchiesta internazionale permanente per indagare sulle violazioni delle norme del diritto internazionale precedenti e successive al 13 aprile 2021 e su tutte le cause profonde alla base delle tensioni, inclusa la discriminazione e la repressione sistematiche basate sull’identità nazionale, etnica, razziale o religiosa

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha denunciato l’iniziativa come “un altro esempio della palese ossessione anti-Israele del Consiglio dei Diritti Umani.
“Ancora una volta un’immorale maggioranza automatica al Consiglio ha coperto una organizzazione terrorista genocida che prende deliberatamente di mira i civili israeliani trasformando i civili di gaza in scudi umani”, ha scritto su Twitter.
“Questo viene fatto dipingendo come ‘parte colpevole’ una democrazia che agisce legittimamente per proteggere i suoi cittadini da migliaia di attacchi indiscriminati con i razzi. Questa farsa ridicolizza la legge internazionale e incoraggia i terroristi nel mondo”, ha aggiunto
Il ministero degli esteri palestinese ha detto che riflette la “determinazione della comunità internazionale ad andare avanti sulla strada della responsabilità, dell’applicazione della legge e della protezione dei diritti umani palestinesi”. Hamas, nel frattempo, ha chiesto “misure immediate per punire” Israele.
Per comprendere quanto possa essere paradossale il dibattito in alcuni consessi dell’ONU vale la pena sottolineare che al Consiglio dei Diritti Umani sono emerse anche accuse all’Italia per la “vendita di armi a Israele”.
E’ “inconcepibile – si legge nel resoconto della discussione in seno al Consiglio dei diritti umani – che Stati tra cui Stati Uniti, Germania e Italia, forniscano ancora armi e assistenza militare al governo israeliano, nonostante il chiaro rischio di gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario”.

Resta difficile comprendere come i sottomarini realizzati nei cantieri tedeschi in dotazione alla Marina israeliana o gli addestratori Leonardo M-346 dell’Aeronautica abbiano avuto un ruolo nelle operazioni belliche a Gaza.
Ci si sarebbe dovuti aspettare che le Nazioni Unite trovassero “inconcepibile” che a Gaza siano penetrati clandestinamente tra i 30 mila e i 50 mila razzi, incluse le forniture iraniane
Semmai di fronte ai numeri di armi impiegate (quasi 4.500 razzi lanciati contro Israele e centinaia di incursioni israeliane a Gaza), l’ONU avrebbe dovuto ringraziare Israele per le perdite estremamente limitate considerando la massa di armi e la potenza di fuoco impiegata.
A conferma che Israele ha ben difeso il suo territorio e ha colpito quasi sempre in modo “chirurgico” il nemico evitando carneficine tra i civili usati come “scudi umani” dai miliziani palestinesi.

Il bilancio delle operazioni rende difficile attribuire la vittoria in modo netto e incontrovertibile. Hamas ha subito perdite rilevanti in termini di uomini e comandanti ma che potrà rapidamente compensare con nuovi arruolamenti e nomine mentre i razzi utilizzati, a cui aggiungerne alcune centinaia distrutti dai raid aerei israeliani nei depositi potrebbero rappresentare un sesto o addirittura in decimo dei 30 mila o forse 50 mila che secondo fonti d’intelligence israeliane e statunitensi sarebbero presenti a Gaza.
Difficile quindi definire sconfitte Hamas e Jihad Islamica palestinese, che dispongono ancora in ogni momento delle capacità militari per riaprire le ostilità cercando di bersagliare le città israeliane.
Gerusalemme sembra puntare oggi su un accordo internazionale che garantisca il disarmo di Hamas, impossibile però da accettare per i miliziani sostenuti dall’Iran ma anche da Turchia e Qatar.
Inutile farsi illusioni che una missione internazionale possa raggiungere un simile obiettivo, specie tenendo conto che lo stesso ONU con le sue agenzie “terzomondiste” ha sempre mostrato massima severità nei confronti di Israele e mano morbida mista a tolleranza verso l’insurrezione e il terrorismo palestinese.

Meglio ricordare che i 12 mila caschi blu schierati in Libano meridionale dal 2006 di UNIFIL 2 avevano tra i loro compiti previsti dalla Risoluzione dell’ONU il disarmo delle milizie presenti nel Sud del Libano (soprattutto quelle di Hezbollah) che a oggi non è mai stato neppure tentato su vasta scala e che, quando accennato dai caschi blu in sporadiche occasioni, ha visto energiche reazioni da parte di Hezbollah.
Il disarmo di milizie così radicate sul territorio e che hanno il totale controllo della popolazione, volontario o basato sul terrore, si può concretamente attuare solo dopo aver inflitto loro una decisiva sconfitta militare.
Nel caso di Hamas a Gaza l’unica possibilità di scongiurare nuovi lanci di razzi contro le città israeliane è riposta in un’operazione militare su vasta scala che permetta alle israeli Defence Forces (IDF) di conquistare la Striscia di Gaza metro dopo metro eliminando ogni sacca di resistenza, distruggendo tutti i depositi di armi e razzi e catturando o uccidendo miliziani e comandanti dei due gruppi armati palestinesi.

Certo Israele avrebbe difficoltà a giustificare alle cancellerie e all’opinione pubblica internazionale una durissima campagna militare casa per casa (resa ancor più feroce dalla resistenza che opporrebbero miliziani consapevoli di non avere scampo) e ancor di più il ripristino di quell’occupazione della Striscia che mantenne fino al ritiro del 2005.
Un ritiro, giova ricordarlo, voluto dal premier (il “falco”) Ariel Sharon in base all’illusione che Israele avrebbe potuto barattare la pace con i vicini (Hamas ed Hezbollah) cedendo il controllo del sud del Libano (effettuato nel 2000 col premier laburista Ehuid Barak) e da Gaza cinque anni dopo.
In realtà i fatti degli ultimi 15/20 anni hanno dimostrato il fallimento strategico di quel piano basato sul principio “terra in cambio di pace” che di fatto ha solo consentito ai nemici di Israele di godere di postazioni ravvii nate (la Striscia di gaza e la Blue line di confine col Libano, per colpire il territorio dello Stato ebraico.
Oggi anche un’opzione bellica tesa ad annientare i miliziani palestinesi, dovrebbe prevedere che Israele ceda successivamente il controllo del territorio di Gaza all’Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen o a una forza neutrale.

Liquidando ancora una volta l’ipotesi di un intervento dell’ONU, che non sarebbe né neutrale né in grado di tenere in pugno Gaza) l’unica possibile soluzione è riposta in un’intesa tra Gerusalemme e il Cairo che preveda la consegna di una Gaza “ripulita” da miliziani e razzi alle forze egiziane.
Il Cairo, già alle prese con le milizie jihadiste del Sinai, avrebbe tutto l’interesse a stabilizzare Gaza ma potrebbe non essere disposta a schierare migliaia di soldati e poliziotti all’interno del territorio abitato da 2,5 milioni di palestinesi.
Certo si tratta solo di ipotesi e opzioni che per ora non sembrano essere all’ordine del giorno. Tuttavia, se è vero che il disarmo di Hamas costituisce il primo passo verso la pace, è altrettanto vero che non potrà essere effettuato se non utilizzando con determinazione strumenti militari adeguati.
Italia dove i politici "locali" taglieggiano in maniera sistematica gli automobilisti

28 Maggio 2021 alle 13:30
Di: Alberto Carmone
Secondo uno studio europeo, il nostro Paese è tra i più severi del Vecchio Continente verso gli automobilisti
C'è chi lo sospettava, ma ora ci sono anche i dati “ufficiali”: l’Italia è il paese europeo con più autovelox in assoluto. Sono 8073 (al momento) i rilevatori di velocità presenti nello Stivale, più del doppio dei 4014 del Regno Unito, la seconda classificata di questa speciale graduatoria.
A comunicare i risultati è uno studio elaborato da Zutobi, un ente di ricerca europeo che ha messo insieme i dati raccolti da Speeding Europe, SCBD e Auto Europe.
I paesi più "severi"
Analizzando i dati, Zutobi ha creato un “indice di severità” dei diversi paesi che tiene in considerazione vari parametri come i limiti di velocità, gli importi medi delle multe associati a diverse infrazioni, il numero di autovelox e il limite massimo di alcool tollerato.
Nella classifica è emerso che l’Italia è la seconda nazione europea più severa dopo la Norvegia. Come si diceva, il nostro Paese si distingue per l’elevatissimo numero di autovelox (segnalati comunque su diverse app) e per le multe per guida in stato d’ebbrezza (in media 1500 euro per ogni infrazione).
La Norvegia rimane, però, inarrivabile. La nazione scandinava fa pagare 711 euro di media per eccesso di velocità (contro i 143 euro in Italia) e impone un limite di velocità in autostrada di 110 km/h (il più basso in Europa insieme all’Albania).
In proporzione all’Italia e ad altri Paesi sono elevatissimi anche gli importi delle multe per guida sotto effetto di alcol (5783 euro) e per il mancato rispetto del semaforo rosso (756 euro rispetto ai 200 euro in Italia). Il paradosso è che in Norvegia sono presenti appena 311 autovelox, meno di 1/20 di quelli italiani.
Posizione Paese Multa per ecc. di velocità (euro) Limite di velocità (km/h) Numero di autovelox Guida in stato d'ebbrezza (euro) Limite di alcool nel sangue Utilizzo dello smartphone (euro) Passaggio con semaforo rosso (euro) Punteggio complessivo Zutobi
Occhio al reddito medio
Tra i paesi con la “manica larga” troviamo soprattutto la Repubblica Ceca e l’Albania. Nella prima, ad esempio, la multa per eccesso di velocità è di soli 19 euro, la più bassa in tutto il continente.
Attenzione però, leggendo questi dati bisogna tenere presente che gli importi nelle varie nazioni sono rapportati al reddito medio percepito dai cittadini. Secondo lo studio, in Italia esso si attesta a 28.932 euro, mentre in Norvegia è di 57.831 euro e in Albania è di appena 4.365 euro. Per questo motivo, le multe sono ragionevolmente proporzionate.
Per fare un esempio, l’importo di 160 euro per l’utilizzo del cellulare al volante è punito con una sanzione di 160 euro in Italia e di 8 euro in Albania. Mettendo a rapporto le due situazioni emerge che per gli italiani, la sanzione incide per lo 0,6%, mentre in Albania per lo 0,2%. In termini relativi, quindi, la differenza è molto meno accentuata.
Infine, se ritenete di essere stati multati ingiustamente, vi ricordiamo di dare uno sguardo alla nostra guida su come contestare un'infrazione.
Posizione Paese Multa per ecc. di velocità (euro) Limite di velocità (km/h) Numero di autovelox Guida in stato d'ebbrezza (euro) Limite di alcool nel sangue Utilizzo dello smartphone (euro) Passaggio con semaforo rosso (euro) Punteggio complessivo Zutobi
https://it.motor1.com/news/510043/italia-autovelox-record-dati-europa/
Aprire il vaso di Pandora di Fort Detrick in Maryland e degli altri 200 laboratori statunitensi sparsi per il mondo
ESTERI 28 MAGGIO 2021 19:36 di Antonio Palma
Sono almeno quarant'anni che la 'ndrangheta è parte integrante del Sistema massonico mafioso politico istituzionalizzato e ha piazzato i suoi uomini ai vertici dell'amministrazione pubblica, per esempio nella sanità romana. Basta vedere lo storico dei vertici di questi enti

Costruzioni, automobili ed elettrodomestici trainano l'inflazione negli Stati Uniti, si abbassano i consumi e si gioca al Casino di Wall Street. Un sistema scolastico basato sui prestiti è un obbrobrio arriva, oggi, il momento che moltissimi moltissimi non riescono a restituirli










Solo dei VERI imbecilli possono leggere i fatti tra palestinesi ed ebrei sionisti con "equidistanza"
Orgogliosi di essere COMUNISTI
