L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 4 settembre 2021

L'economia non va bene la crisi formalizzata il 17 settembre del 2019 , nonostante le forzature fatte all'influenza covid e come distrattore di massa e come rallentatore del sistema economico il Capitalismo Globalizzato Totalitario non riesce ad uscirne fuori

Mentre a Cernobbio si pettinano unicorni, la solita Fed ha premuto il tasto «panic»

4 Settembre 2021 - 13:00

La Banca centrale Usa sospende a sorpresa Nowcast: il Covid impedisce serie previsioni sul Pil. Tradotto, tonfi in arrivo. Ma vista dal lago di Como, l’Italia sembra ignara di cosa le accada intorno


Come recitano nelle cronache Rai, nella splendida cornice di Villa d’Este a Cernobbio ha preso il via - e proseguirà fino a domani- l’annuale Forum Ambrosetti. La Davos de noantri, un po’ Chatham House e un po’ passerella post-vacanziera per governo e parti sociali. Giunto alla 47ma edizione, il simposio economico vede il proprio programma spaziare come sempre a 360 gradi, passando dal quadro globale post-pandemia all’Afghanistan, dalla transizione libica al ruolo della Cina in un mondo nuovamente e sempre più bipolare.

C’è poi, ovviamente, il fronte economico interno. Esiziale e da sempre in primo piano. E qui, in effetti, il timing è stato davvero poco clemente con il Club Ambrosetti. Perché se la ricerca-termometro sul grado di fiducia delle imprese fosse stata presentata solo 48 ore prima, tutto sarebbe filato liscio. Invece, il quadro da magnifiche sorti e progressive sciorinato sulle rive del lago di Como ha dovuto fare i conti con quel brutto termine - rimbalzo - utilizzato meno di 24 ore prima da Mario Draghi in conferenza stampa per raffreddare gli entusiasmi dei troppi apologeti del Pil cinese previsto per il nostro Paese. L’indice del think tank italiano, infatti, segna la fiducia in crescita tra le imprese italiane con un livello al massimo storico da quando, nel marzo 2014, sono iniziate le rilevazioni. E più del doppio della valutazione di soli tre mesi fa (70,6 da 30,2 di giugno).

Abbiamo superato le aspettative e questo si riflette sulla fiducia delle imprese, sottolinea il centro studi commentando la ricerca, sottoposta a 350 amministratori delegati e vertici delle principali società italiane e multinazionali operanti in Italia. Rispetto al settembre 2020, siamo in un’era geologica diversa. Un’accelerazione di ottimismo simile non l’avevamo mai registrata prima. Non siamo certo nella situazione ideale, le criticità esistono ma ci muoviamo in un quadro comunque migliore rispetto a quanto preventivato. E con tutte le carte in mano per avviare un percorso di crescita sostenuto, concludono dalle sponde lariane.

Formalmente, vero. E il centro studio della European House-Ambrosetti è di quelli di prim’ordine, sia chiaro. Però, c’è il forte sospetto che, nell’elaborare e porre le domande del questionario, anche loro si siano fatti abbagliare dalla luce riflessa del presidente del Consiglio, scambiando per ombre sottili e lontane quelle che invece sono zone di tenebra molto incombenti. Perché era il 25 agosto quando l’indice Ifo tedesco si poneva in questo tipo di correlazione con il Dax,

Correlazione fra indice Ifo e Dax 30 Fonte: Bloomberg

un de-couple che parla la lingua di un mercato azionario che ormai guarda ai fondamentali macro come un ex alcolista presta attenzione a un bar. E quel trend, partiva da prima. Quantomeno da un mese, quando il mercato auto e più in generale il quadro industriale teutonico - da cui moltissimi imprese italiane dipendono in qualità di fornitori e subfornitori di macchinari e componentistica - cominciava a mostrare segnali di rallentamento, dopo il raggiungimento del picco post-pandemico.

La rincorsa era stata forte, fortissima. Il salto molto lungo. Ma il fiato è cominciato a diventare corto in fretta, perché la crisi della supply chain ha fatto mancare il respiro. In prima battuta, si mette mano allo scorte. Poi, però, o la situazione si sblocca e normalizza o tocca rallentare. Sospendere. Fino a fermarsi. E quel tonfo della curva Ifo mostra esattamente questo trend, quasi ricalcato come un copione. Ora, poi, la situazione è ulteriormente peggiorata. E non con i tempi lunghi tedeschi ma con quelli da shock degli Usa. Questa grafico

Tracciatore Pil Usa in tempo reale, 3 trimestre 2021 Fonte: Atlanta Fed

mostra la prima, enorme avvisaglia: tra il 1 e il 2 settembre, il tracciatore del Pil in tempo reale della Fed di Atlanta - il GDPNow - è stato visto al ribasso dal 5,3% al 3,7% rispetto alla previsione per il terzo trimestre. Uno shock, appunto. Cui si sono accodate in concordia di giudizio le principali banche d’affari nelle loro proiezioni, a partire dalle revisioni di Morgan Stanley e Goldman Sachs. Veri e propri colpi di machete.

Ma non basta. Perché in attesa della prossima proiezione del GDPNow, prevista - a meno di ulteriori sorprese - per il 10 settembre, proprio nella giornata di apertura del Forum di Cernobbio, la Fed si arrendeva all’evidenza. E dopo il dato deludente sui nuovi posti di lavoro creati ad agosto, +235.000 unità contro le 725.000 attese dal consensus, ecco che la Banca centrale Usa inviava al mercato un chiaro segnale di quella che gli americani definiscono situazione da wheels come off. Questa

Annuncio di sospensione del tracciatore Nowcast Fonte: New York Fed

è infatti l’immagine comparsa agli analisti che come ogni venerdì alle 11.15 ora di New York andavano a controllare la versione più establishment dei tracciatori in tempo reale della crescita Usa, Il Nowcast della Fed di New York: Servizio sospeso a causa dell’incertezza che vige attorno alla pandemia e la conseguente volatilità dei dati.

Insomma, dopo cinque anni dal lancio del servizio, la Fed di New York getta la spugna e dichiara impossibile compiere previsioni credibili e accurate sulle prospettive del Pil. Tradotto, allacciate le cinture di sicurezza da qui a fine anno. E, quantomeno, per ora godetevi il bicchiere mezzo pieno di questo ammaraggio ormai alle porte: forte anche di quel pessimo dato sulle non-farm payrolls, Jerome Powell ha potuto archiviare il taper insieme agli album di figurine del baseball di quando andava alle elementari. La stessa Goldman Sachs parla di probabilità al 45% di un inizio possibile di scale back a novembre.

Il problema ora è quasi più culturale che di mera strategia: come porsi, contrarian o meno? Il mantra dell’emergenza perenne iniziato con l’Isis - Bad news is good news - varrà ancora? Oppure stavolta il problema è serio davvero? Per un paio di ragioni. Anzi, tre. Contenute a loro volta in questi tre grafici finali. Primo,

Correlazione fra tracciatori del Pil Usa (GDPNow e Nowcast) Fonte: Bloomberg

il Nowcast è notoriamente più preciso del GDPNow, il quale a sua volta viene comunque ritenuto più credibile del 90% degli altri indicatori, nonostante gli andamenti storici da passo dell’ubriaco. O, forse, proprio per quel suo tracciare davvero gli scostamenti senza scarti di tempo eccessivamente lunghi (e pericolosi). La sua sospensione, quindi, ha duplice valenza di gravità della situazione macro.

Secondo,

Citi Economic Surprise Index (Usa) Fonte: Citigroup/Zerohedge

il Surprise Index di Citigroup nella settimana appena conclusa ha vissuto il suo calo con velocità piu sostenuto dal tonfo del marzo 2020. Per capirci, quello che obbligò la Fed a rompere del tutto gli indugi e lanciare il Qe pandemico. Terzo,

Correlazione e spread fra indici di fiducia Usa Fonte: Bloomberg/Morgan Stanley

quando i due principali indici di fiducia americani (Conference Board e UMich) generano uno spread come quello attuale nella loro correlazione, solitamente segnalano la fine del ciclo di espansione economica. E con il trend tutt’altro che transitorio dell’inflazione registrato ormai da mesi, il rischio che si prospetta all’orizzonte è quello rappresentato alla perfezione dalla parola più temuta da ogni Banca centrale: stagflazione.

Sicuramente (e gramscianamente), sarà l’ottimismo della volontà in cui è imbevuta la ricerca del Club Ambrosetti a rivelarsi esatto. E il pessimismo della ragione dei rami della Fed di New York e Atlanta, oltre ai crucchi dell’Ifo, saranno smentiti. Ma c’è una probabilità, invece. Che la scena finale del Forum di quest’anno con la sua photo opportunity di rito ricordi quella di Animal House in cui un giovanissimo Kevin Bacon cerca di fermare la folla impazzita, ripetendo a macchinetta Remain calm, all is well...

Basterà un morto e ci toccherà venirvi a stanare

Covid, vaccinare donne in gravidanza e bambini. L’appello di ginecologi e pediatri


4 settembre 2021

Appello di ginecologi, neonatologi e pediatri al Ministero della Salute

(articolo tratto da Quotidiano Sanità)

“Il COVID-19 rappresenta un grave problema di sanità pubblica e, da un punto di vista di medicina clinica, una malattia potenzialmente molto grave soprattutto per l’età avanzata ed alcune categorie di persone. Tuttavia, queste caratteristiche non devono e non possono far ignorare le manifestazioni del Covid-19 nelle giovani donne in età fertile ed in età neonatale e pediatrica. Benché chiaramente il problema rappresentato dal Covid-19 sia più grave in altre categorie di soggetti, l’eccessiva diffusione di informazioni spesso non da fonti ufficiali e di fake news, che osserviamo al momento, rischia di generare una percezione sbagliata del rischio e delle conseguenze per donne giovani e bambini”.

Lo sottolineano in una nota comune i presidenti di diverse società scientifiche italiane: Società Italiana di Neonatologia, Presidente Prof. Fabio Mosca; SIP Società Italiana di Pediatria, Presidente Prof.ssa Annamaria Staiano; SIGO Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, Presidente Prof. Antonio Chiàntera; AOGOI Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani, Presidente Dott.ssa Elsa Viora; AGUI Associazione Ginecologi Universitari Italiani, Presidente Prof. Nicola Colacurci; SIMP Società Italiana di Medicina Perinatale, Presidente Prof. Luca Ramenghi; AGITE Associazione Ginecologi Territoriali, Presidente Dott.ssa Valeria Dubini; ESPNIC Società Europea di Rianimazione Pediatrica e Neonatale, Presidente Prof. Daniele De Luca.

Nella nota si sottolinea che sono stati effettuati diversi studi di alta qualità in questi mesi che evdenziano come:
– il Covid-19 può avere manifestazioni più gravi nelle donne in gravidanza che al di fuori della gravidanza;
– le gravidanze complicate dal Covid-19 esitano più spesso in un parto prematuro che può mettere seriamente a rischio la vita del piccolo e generare tutte le complicazioni tipiche della prematurità;
– il virus SARS-CoV-2 può trasmettersi, ancorché raramente, dalla madre al feto e causare rari casi di Covid-19 neonatale anche grave;
– il Covid-19 in età pediatrica può avere conseguenze gravi non solo in fase acuta, ma anche a distanza di settimane come la sindrome infiammatoria multi-sistemica (PIMS).

Le Società scientifiche affermano poci che: “È necessario comprendere che, con l’aumentare della diffusione della vaccinazione in altre fasce di età, i bambini più piccoli inizino a rappresentare una popolazione proporzionalmente più a rischio poiché suscettibile all’infezione da SARS-CoV-2, al contrario delle persone vaccinate. Non sono ancora a disposizione vaccini specificamente approvati per i bambini di età inferiore a 12 anni, ma gli studi disponibili dimostrano chiaramente come gli anticorpi prodotti nelle madri sottoposte a vaccinazione passino nel sangue fetale attraverso la placenta e poi nel latte materno proteggendo così neonati e lattanti. L’esperienza accumulata in questi mesi di campagna vaccinale, unita ai dati preclinici, mostra chiaramente come i vaccini a mRNA siano assolutamente sicuri sia per le donne in gravidanza, sia per le donne che allattano. In alcuni centri di riferimento nel mondo (come a Parigi, in Israele, in Belgio, in Irlanda, negli USA) la vaccinazione in gravidanza viene offerta di routine. Non esistono controindicazioni diverse dal resto della popolazione alla vaccinazione. Il vaccino non influisce sulla fertilità della donna, né vi è alcun motivo per rimandare una gravidanza”.

La nota comune sottolinea poi il fatto che “queste indicazioni sono fornite anche in Italia (vedi ultima Circolare del Ministero del 4 agosto: “La vaccinazione anti-SARS-CoV-2 non è controindicata in gravidanza”), oltre che da molte prestigiose Società scientifiche internazionali”.

E infine si ricorda che la stessa “Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo ha ribadito in un documento del 25 giugno 2021 “WHO does not recommend pregnancy testing prior to vaccination. WHO does not recommend delaying pregnancy or terminating pregnancy because of vaccination.”

Da qui l’appello finale delle Società scientifiche al Ministero della Salute e a tutte le istituzioni perché:
– sia promossa il più possibile la vaccinazione delle donne in gravidanza ed in allattamento oltreché dei bambini di età superiore ai 12 anni (e più piccoli quando vaccini dedicati saranno disponibili);
– si instauri un coordinamento centralizzato, come in altri Paesi Europei, per la vaccinazione di queste categorie al fine di evitare disparità a livello locale e regionale;
– l’informazione su questi temi sia veicolata in maniera scientificamente valida e con la adeguata competenza specialistica.

La nostra nazione (Stati Uniti) è diventata un gigantesco circo e i pazzi stanno gestendo lo spettacolo. Sarà divertente da guardare per un po ', ma non passerà molto tempo prima che l'intera cosa si schianti sopra tutti noi

7 esempi che mostrano quanto sia diventata completamente e completamente folle la nostra società

DI TYLER DURDEN
VENERDÌ 3 SET 2021 - 20:20

Leggere le notizie è diventato come andare a un freak show. Non sai mai cosa vedrai ogni giorno, ma quasi certamente sarà folle. Alcune delle cose che condividerò con voi in questo articolo sono strane, altre sono esasperanti, ma tutte puntano alla stessa conclusione. Dall'alto verso il basso, l'America sta impazzendo. E lo dico nel peggiore dei modi. Siamo davvero diventati una "idiocrazia", e sembra che quelli che sono i più incompetenti di tutti siano spesso ricompensati dall'essere elevati in cima alla catena alimentare. Nel frattempo, quelli di noi che cercano ancora di affrontare le cose razionalmente sono sempre più spinti ai margini della società.

Se non capisci il punto che sto cercando di fare, spero che le cose diventino più chiare quando completerai questo articolo.

I seguenti sono 7 esempi che mostrano quanto sia diventata completamente e completamente folle la nostra società ...

#1 In un momento in cui le forniture alimentari globali stanno diventando sempre più strette, Joe Biden vuole pagare gli agricoltori per non coltivare nulla per combattere il cambiamento climatico ...

Il presidente Joe Biden vuole combattere il cambiamento climatico pagando più agricoltori per non coltivare. Ma sta già scoprendo che è difficile farlo funzionare.

Il suo Dipartimento dell'Agricoltura è molto indietro rispetto al suo obiettivo di iscrivere nuovi terreni in un programma che ha quell'obiettivo, con la partecipazione che è la più bassa che sia stata in più di tre decenni..

Per fortuna, relativamente pochi agricoltori stanno afferrando il denaro che Biden sta offrendo, perché i prezzi delle materie prime agricole sono saliti alle stelle con la contrazione delle forniture globali.

Quindi, in un disperato tentativo di convincere più agricoltori a iscriversi, l'amministrazione Biden ha "più che raddoppiato i pagamenti di incentivi chiave"...

Anche se l'USDA quest'estate ha più che raddoppiato i pagamenti di incentivi chiave per il programma che incoraggia agricoltori e allevatori a lasciare la terra inattiva, gli alti prezzi delle materie prime stanno mantenendo più utile per i coltivatori aumentare le colture.

Inoltre, il piano, noto come Conservation Reserve Program, toglie la terra dalla produzione per soli 10-15 anni – quindi quegli acri potrebbero rilasciare carbonio nell'atmosfera se la terra viene piantata di nuovo e quindi annullare il suo beneficio ambientale.

Considerando dove si stanno dirigendole tendenze globali, pagare gli agricoltori per non produrre cibo è una delle cose più stupide che il nostro governo potrebbe fare in questo momento.

#2 Ora stiamo imparando che l'evacuazione caotica in Afghanistan avrebbe potuto essere condotta in modo molto, molto diverso. Secondo il Washington Post,i talebani in realtà hanno offerto un accordo all'amministrazione Biden che avrebbe permesso agli Stati Uniti di proteggere l'intera città di Kabul ...

In un incontro di persona organizzato in fretta e furia, alti dirigenti militari statunitensi a Doha – tra cui McKenzie, comandante del Comando centrale degli Stati Uniti – hanno parlato con Abdul Ghani Baradar, capo dell'ala politica dei talebani.

"Abbiamo un problema", ha detto Baradar, secondo il funzionario degli Stati Uniti. "Abbiamo due opzioni per affrontarlo: voi [l'esercito degli Stati Uniti] vi assumete la responsabilità di proteggere Kabul o dovete permetterci di farlo".

Riuscite a immaginare quanto più ordinata sarebbe potuta essere l'evacuazione degli americani e degli afghani alleati se le forze statunitensi avessero effettivamente assicurato tutta Kabul?

Inutile dire che le forze dell'ISIS probabilmente non si sarebbero mai avvicinate abbastanza da bombardare l'aeroporto.

Ma invece di accettare l'opportunità di mettere in sicurezza tutta Kabul, i funzionari statunitensi hanno deciso di consegnare Kabul ai talebani e affollare tutti coloro che dovevano essere evacuati nell'aeroporto...

Sul posto, è stata raggiunta un'intesa, secondo altri due funzionari statunitensi: gli Stati Uniti potrebbero avere l'aeroporto fino al 31 agosto. Ma i talebani avrebbero controllato la città.

È difficile credere che i nostri funzionari possano effettivamente essere così incompetenti, ma nessuno sarà nemmeno ritenuto responsabile di questa decisione perché viviamo davvero in una "idiocrazia".

#3 Una delle nuove tendenze più calde dei social media è quella di mostrare il fatto che il tuo corpo è abitato da più "esseri"...

Diversi account TikTok e YouTube di tali persone rotte, che si riferiscono a se stessi come "host" o "sistema" di più esseri, hanno milioni di follower online. Esibiscono le loro varie personalità per la notorietà online sotto forma di "educare" e "promuovere la consapevolezza".

Una TikToker che dice di aver DID spiega in un Q & A sulle sue personalità: "Non posso costringere nessuno [dentro di me] a uscire, ma posso comunicare molto bene all'interno del sistema e chiedere a qualcuno di uscire, ma a volte è molto involontario".

Perché nel mondo "milioni di follower online" vorrebbero vedere queste persone manifestare le loro varie "personalità"?

E la maggior parte di quei "seguaci" non può davvero capire cosa sta realmente succedendo a queste persone?

#4 Un uomo di 43 anni ha portato i suoi genitori in tribunale dopo che hanno buttato fuori la sua collezione porno. Invece di ridere del caso fuori dal tribunale, un giudice del Michigan gli ha assegnato più di $ 30.000 di danni...

Un giudice ha ordinato a una coppia del Michigan occidentale di pagare $ 30.441 al figlio per essersi sbarazzato della sua collezione di pornografia. La decisione del giudice distrettuale degli Stati Uniti Paul Maloney questa settimana è arrivata otto mesi dopo che David Werking, 43 anni, ha vinto una causa contro i suoi genitori.

Secondo NBCDFW,ha detto che non avevano il diritto di buttare via la sua collezione di film, riviste e altri oggetti. Werking aveva vissuto nella loro casa di Grand Haven per 10 mesi dopo un divorzio prima di trasferirsi a Muncie, nell'Indiana. Il giudice ha seguito il valore fissato da un esperto, MLive.com riferito.

Il valore della collezione è stato "fissato da un esperto"?

Di che tipo di credenziali malate ha bisogno qualcuno per diventare "un esperto" in quel campo?

#5 Dopo aver negato a uno studente transgender la possibilità di usare un particolare bagno, un consiglio scolastico in Virginia è stato costretto a pagare oltre 1,3 milioni di dollari...

Un consiglio scolastico della Virginia pagherà più di $ 1,3 milioni all'American Civil Liberties Union dopo aver perso una battaglia legale che coinvolge uno studente transgender che ha citato in giudizio la scuola per la sua politica del bagno.

Secondo il Virginian-Pilot, il consiglio scolastico della contea di Gloucester giovedì ha accettato di pagare all'ACLU l'intero importo dei costi e delle tasse associate alla sua rappresentanza di uno dei suoi ex studenti, Gavin Grimm, segnando la fine di una lunga battaglia legale di sei anni.

Mentre la notizia di questo caso si diffonde, le scuole di tutta la nazione avranno una paura mortale di dire a chiunque quali bagni possono o non possono usare.

Nessuno vorrà essere la prossima vittima ad essere colpita da una causa da un milione di dollari, e probabilmente non passerà molto tempo prima che i cartelli "ragazzi" e "ragazze" sui bagni delle scuole scompaiano del tutto.

#6 Quando stavo crescendo, la bandiera americana era orgogliosamente esposta nelle nostre aule e ogni giorno dicevamo il Pledge of Allegiance.

Ma oggi la bandiera americana viene abbattuta nelle aule di tutta l'America, e un'insegnante di scuola pubblica in California sta esortando i suoi studenti a giurare fedeltà a una nuova bandiera...

Un'insegnante di scuola pubblica della California meridionale è stata sorpresa ad ammettere di aver incoraggiato i suoi studenti a giurare fedeltà alla bandiera dell'orgoglio LGBT come alternativa alla bandiera americana, vantandosi dell'indottrinamento sul proprio account TikTok.

L'insegnante, identificata come Kristin Pitzen del distretto scolastico di Newport Mesa nella contea di Orange, racconta di aver abbattuto la bandiera americana, indicando poi la bandiera LGBT come alternativa.

"Abbiamo una bandiera in classe a cui puoi giurare fedeltà",ha detto Pitzen quando uno studente ha chiesto della bandiera americana che aveva rimosso dalla classe "a causa del COVID".

#7 Negli ultimi giorni, Joe Biden ha incoraggiato i funzionari di tutto il paese a imporre mandati vaccinali estremamente severi. Nel frattempo, Vladimir Putin insiste sul fatto che "nessuno dovrebbe essere costretto a prendere un colpo"...

"La vaccinazione è l'arma principale contro la diffusione del virus. È importante sottolineare che nessuno dovrebbe essere costretto a ottenere un jab. La pressione, in cui le persone possono perdere il lavoro, è ancora meno accettabile. Le persone devono essere convinte della necessità di ottenere il vaccino ", ha detto.

Quando anche Vladimir Putin è significativamente meno tirannico del tizio che gestisce il tuo paese, hai un grosso problema tra le mani.

Quando stavo crescendo, le persone rischiavano tutto per fuggire dall'Unione Sovietica in modo da poter sperimentare la vera libertà nel mondo occidentale.

Potremmo presto arrivare a un punto in cui gli americani stanno effettivamente fuggendo in Russia in modo che possano "vivere liberi"?

Sembra una domanda così bizzarra da porre, ma questo è quanto le cose siano andate male negli Stati Uniti.

Viviamo in una società in cui l'alto è ora giù, il bene è ora il male e le bugie sono ora verità.

La nostra nazione è diventata un gigantesco circo e i pazzi stanno gestendo lo spettacolo. Sarà divertente da guardare per un po ', ma non passerà molto tempo prima che l'intera cosa si schianti sopra tutti noi.

Paura&Terrore come metodo di governo. L'IMPERIALISMO FASE SUPREMA DEL CAPITALISMO è stato superato dal CAPITALISMO GLOBALE TOTALITARIO nato ufficialmente l'11 settembre del 2001 quando due aerei fanno cadere tre torri e si sviluppa attraverso la Strategia della Paura

Il culto Covidiano (Parte III): C'è realtà e c'è "realtà"

DI TYLER DURDEN
VENERDÌ 3 SET 2021 - 23:40

In The Covidian Cult (Part I) e (Part II), ho caratterizzato il cosiddetto "New Normal" come un "movimento ideologico totalitario globale". Da quando ho pubblicato quei saggi, sempre più persone sono arrivate a vederlo per quello che è, non "follia" o "una reazione eccessiva", ma, di fatto, una nuova forma di totalitarismo, una forma globalizzata, patologizzata, depoliticizzata, che viene sistematicamente implementata con il pretesto di "proteggere la salute pubblica".


Per opporci a questa nuova forma di totalitarismo, dobbiamo capire in che modo assomiglia e differisce dai precedenti sistemi totalitari. Le somiglianze sono abbastanza evidenti – la sospensione dei diritti costituzionali, i governi che governano per decreto, la propaganda ufficiale, i rituali di lealtà pubblica, la messa al bando dell'opposizione politica, la censura, la segregazione sociale, le squadre di scagnozzi che terrorizzano il pubblico e così via – ma le differenze non sono evidenti.

Mentre il totalitarismo del 20 ° secolo (cioè la forma con cui la maggior parte delle persone ha generalmente familiarità) era più o meno nazionale e apertamente politico, il totalitarismo del New Normal è sovranazionale e la sua ideologia è molto più sottile. Il New Normal non è nazismo o stalinismo. È totalitarismo capitalista globale, e il capitalismo globale non ha un'ideologia, tecnicamente, o, piuttosto, la sua ideologia è "realtà". Quando sei un egemone ideologico globale senza rivali, come lo è stato il capitalismo globale negli ultimi 30 anni circa, la tua ideologia diventa automaticamente "realtà", perché non ci sono ideologie in competizione. In realtà, non c'è alcuna ideologia ... c'è solo "realtà" e "irrealtà", "normalità" e "deviazioni dalla norma".

Sì, lo so, la realtà è realtà... ecco perché sto mettendo tutti questi termini tra virgolette spaventose, quindi, per favore, risparmiami le lunghe e-mail che dimostrano definitivamente la realtà della realtà e cerca di capire come funziona.

C'è la realtà (qualunque cosa tu creda che sia), e c'è la "realtà", che detta come funzionano le nostre società. La "realtà" è costruita (cioè simulata), collettivamente, secondo l'ideologia di qualsiasi sistema controlli la società. In passato, la "realtà" era apertamente ideologica, indipendentemente dalla "realtà" in cui vivevi, perché c'erano altre "realtà" concorrenti là fuori. Non ce ne sono più. C'è solo l'unica "realtà", perché l'intero pianeta – sì, compresa la Cina, la Russia, la Corea del Nord e ovunque – è controllato da un sistema egemonico globale.

Un sistema globalmente egemonico non ha bisogno di ideologia, perché non deve competere con ideologie rivali. Quindi cancella l'ideologia e la sostituisce con la "realtà". La realtà (qualunque cosa tu personalmente creda che sia, che ovviamente è ciò che è veramente) non viene effettivamente cancellata. Semplicemente non importa, perché non puoi dettare la "realtà". Il capitalismo globale arriva a dettare la "realtà" o, più precisamente, simula la "realtà", e così facendo simula l'opposto della "realtà", che è ugualmente se non più importante.

Questa "realtà" fabbricata dal capitalismo globale è una "realtà" depoliticizzata e astorica, che forma un confine ideologico invisibile che stabilisce i limiti di ciò che è "reale". In questo modo, il capitalismo globale (a) nasconde la sua natura ideologica e (b) rende ogni opposizione ideologica automaticamente illegittima o, più precisamente, inesistente. L'ideologia come la conoscevamo scompare. Gli argomenti politici, etici e morali sono ridotti alla questione di ciò che è "reale" o "fattuale", che gli "esperti" e i "fact cheero" di GloboCap dettano.

Inoltre, poiché questa "realtà" non è un sistema ideologico coeso con valori fondamentali, principi fondamentali e così via, può essere drasticamente rivista o completamente sostituita più o meno in un attimo. Il capitalismo globale non ha valori fondamentali – a parte il valore di scambio, ovviamente – e quindi è libero di fabbricare qualsiasi tipo di "realtà" che vuole, e sostituire una "realtà" con una nuova "realtà" ogni volta che serve ai suoi scopi, come le mani di scena che cambiano un set teatrale.

Ad esempio, la "Guerra globale al terrore", che è stata la "realtà" ufficiale dal 2001 fino a quando non è stata cancellata nell'estate del 2016, quando è stata lanciata ufficialmente la " Guerra alpopulismo ". O, ora, il "New Normal", che ha sostituito la "Guerra al populismo" nella primavera del 2020. Ognuna delle quali nuove simulazioni della "realtà" è stata lanciata bruscamente, goffamente persino, come quella scena nel 1984 in cui il Partito cambia nemici ufficiali proprio nel bel mezzo di un discorso della Settimana dell'Odio.

Seriamente, pensa a dove siamo attualmente, 18 mesi nella nostra nuova "realtà", quindi torna indietro e rivedi come GloboCap ha palesemente lanciato il New Normal nella primavera del 2020 ... e la maggioranza delle masse non ha nemmeno battuto ciglio. Sono passati senza soluzione di continuità alla nuova "realtà" in cui un virus, piuttosto che "suprematisti bianchi", o "agenti russi" o "terroristi islamici", era diventato il nuovo nemico ufficiale. Hanno messo via le sceneggiature da cui avevano recitato alla lettera per i quattro anni precedenti, e le sceneggiature da cui avevano recitato per i precedenti 15 anni prima, e hanno iniziato a sbattere freneticamente il dito del culto covid come se stessero facendo un'audizione per una parodia di Orwell esagerata.

Il che ci porta al problema del culto Covidiano ... come arrivare a loro, cosa che, non commettere errori, dobbiamo fare, in un modo o nell'altro, o la Nuova Normalità diventerà la nostra "realtà" permanente.

Ho chiamato i New Normals un "culto covidiano", non per insultarli o deriderli gratuitamente, ma perché questo è ciò che è il totalitarismo ... un culto scritto in grande, su scala sociale. Chiunque abbia cercato di raggiungerli può confermare l'accuratezza di tale analogia. Puoi mostrare loro i fatti fino a quando non sei blu in faccia. Non farà la minima differenza. Pensate di avere un dibattito sui fatti, ma non lo siete. Stai minacciando la loro nuova "realtà". Pensi di lottare per convincerli a pensare razionalmente. Tu non lo sei. Quello che sei è un eretico, un agente di forze demoniache, un nemico di tutto ciò che è "reale" e "vero".

Gli Scientologist ti etichettano come una "persona soppressiva". I New Normals ti chiamano un "teorico della cospirazione", un "anti-vaxxer" o un "negazionista del virus". Gli epiteti specifici non contano davvero. Sono solo etichette che i membri della setta e i totalitari usano per demonizzare coloro che percepiscono come "nemici" ... chiunque sfidi la "realtà" del culto, o la "realtà" del sistema totalitario.

Il semplice fatto è che non si può far uscire le persone da una setta, e non si può parlare loro di totalitarismo. Di solito, quello che fai, nel caso di una setta, è far uscire la persona dalla setta. Li rapisci, li porti in una cassaforte o ovunque, li circondi di molti membri non di culto e li deprogrammi gradualmente nel corso di diversi giorni. Lo fai perché, mentre sono ancora all'interno del culto, non puoi arrivare a loro. Non possono sentirti. Un culto è una "realtà" collettiva e autonoma. Il suo potere deriva dall'organismo sociale composto dai leader del culto e dagli altri membri del culto. Non puoi "parlare" di questo potere. Devi rimuovere fisicamente la persona da esso prima di poter iniziare a ragionare con loro.

Sfortunatamente, non abbiamo questa opzione. Il New Normal è un sistema totalitario globale. Non c'è un "esterno" del sistema in cui ritirarsi. Non possiamo rapire tutti e portarli in Svezia. Come ho notato nella Parte I di questa serie, il paradigma culto/società è stato invertito. Il culto è diventato la società dominante, e quelli di noi che non sono stati convertiti sono diventati un insieme di isole isolate esistenti, non fuori, ma all'interno del culto.

Dobbiamo quindi adottare una strategia diversa. Dobbiamo far sì che il mostro si mostri da solo, non a quelli di noi che possono già vederlo, ma alle masse del New Normal, i cultisti covidiani. Dobbiamo far sì che Jim Jones abbandoni la merda della pace e dell'amore, si sposti nella giungla e faccia scoppiare il Kool-Aid. Dobbiamo fare in modo che Charles Manson metta giù la sua chitarra, cancelli il tempo dell'orgia e dia l'hippie omicida. Questo è il modo in cui abbattete un culto dall'interno. Voi non cercate di ostacolare il suo progresso; lo spingi verso la sua conclusione logica. Gli fai manifestare la sua piena espressione, perché quando implode e muore. Non lo fai essendo educato, conciliante o evitando il conflitto. Lo fate generando il maggior conflitto interno possibile all'interno del culto.

In altre parole, dobbiamo far sì che GloboCap (e i suoi tirapiedi) dia apertamente totalitario ... perché non può. Se potesse, lo avrebbe già fatto. Il capitalismo globale non può funzionare in questo modo. Diventare apertamente totalitario lo farà implodere ... no, non il capitalismo globale in sé, ma questa sua versione totalitaria. In realtà, questo sta già iniziando ad accadere. Ha bisogno della simulazione della "realtà", della "democrazia" e della "normalità" per mantenere le masse docili. Quindi dobbiamo attaccare quella simulazione. Dobbiamo martellarlo fino a quando non si spezza e appare il mostro che si nasconde dentro.

Questa è la debolezza del sistema ... il totalitarismo del New Normal non funzionerà se le masse lo percepiscono come totalitarismo, come un programma politico/ideologico, piuttosto che come "una risposta a una pandemia mortale". Quindi dobbiamo renderlo visibile come totalitarismo. Dobbiamo costringere i Nuovi Normali a vederlo per quello che è. Non voglio dire che dobbiamo spiegarglielo. Sono al di là della portata delle spiegazioni. Voglio dire che dobbiamo farglielo vedere, sentire, tangibilmente, inevitabilmente, fino a quando non riconoscono con cosa stanno collaborando.

Smetti di discutere con loro alle loro condizioni e invece attacca direttamente la loro "realtà". Quando iniziano a scherzare sul virus, le varianti, i "vaccini" e tutti gli altri culti covid parlano, non vengono risucchiati nella loro narrativa. Non rispondere come se fossero razionali. Rispondi come se stessero parlando di"Xenu","body thetans","Helter Skelter"o di qualsiasi altra sciocchezza cultoide, perché è esattamente quello che è. Lo stesso vale per le loro regole e restrizioni, le "coperture per il viso", il "distanziamento sociale" e così via. Smetti di discutere contro di loro sulla base del fatto che non funzionano. Naturalmente non funzionano, ma non è questo il punto (e discutere in quel modo ti risucchia nella loro "realtà"). Opponetevi a loro per quello che sono, una raccolta di bizzarri rituali di conformità eseguiti per cementare la fedeltà al culto e creare un'atmosfera generale di "pandemia mortale".

Ci sono molti modi per farlo, cioè generare conflitti interni. Io l'ho fatto a modo mio, altri lo stanno facendo a modo loro. Se sei uno di loro, grazie. Se non lo sei, inizia. Fallo comunque e ovunque tu possa. Fai in modo che i New Normals affrontino il mostro, il mostro che stanno nutrendo ... il mostro che sono diventati.

Le televisioni dovrebbero cominciare seriamente a riflettere, sono due anni che raccontano la medesima narrazione, qualche dubbio dovrebbe cominciare a sorgere a chi le gestisce in questa maniera

Segnalazioni di rara infiammazione del corpo dopo le vaccinazioni COVID-19 oggetto di indagine da parte del cane da guardia dell'UE

DI TYLER DURDEN
SABATO 4 SET 2021 - 10:45

Il regolatore dei farmaci dell'Unione europea ha dichiarato che sta rivedendo il rischio di una condizione di infiammazione del corpo in relazione al vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19.


Il gruppo di sicurezza dell'Agenzia europea per i medicinali sta esaminando una segnalazione di un adolescente di 17 anni di sesso maschile danese che ha sviluppato la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS). L'adolescente si è completamente ripreso, ha detto l'agenzia,aggiungendo che la condizione è stata segnalata dopo altri vaccini COVID-19.

"La MIS è rara e il suo tasso di incidenza prima della pandemia di COVID-19 stimato da cinque paesi europei era di circa 2-6 casi per 100.000 all'anno nei bambini e negli adolescenti sotto i 20 anni di età e al di sotto di 2 casi per 100.000 all'anno negli adulti di età pari o superiore a 20 anni", ha affermato il regolatore in una nota. "In questa fase, non vi è alcuna modifica alle attuali raccomandazioni dell'UE per l'uso dei vaccini COVID-19".

La condizione è stata precedentemente segnalata in persone a seguito di un'infezione da COVID-19 non correlata ai vaccini, secondo l'agenzia sanitaria. Ma il 17enne danese non aveva una tale storia medica.

"Èimportante capire che è in corso un'attenta valutazione del MIS e non è stato concluso che i vaccini mRNA COVID-19 causino MIS", hadetto a Reuters un portavoce di Pfizer. Epoch Times ha contattato l'azienda per un commento.

Cinque casi di MIS sono stati segnalati nello Spazio economico europeo a partire dal 19 agosto dopo il vaccino Pfizer, mentre un caso è stato segnalato con ciascun vaccino di Johnson & Johnson e Moderna, ha detto il regolatore europeo.

I dati sulla sicurezza rilasciati dal CDC e da Pfizer in una riunione di lunedì non includevano alcuna incidenza di MIS in coloro che hanno assunto il vaccino, che ha ottenuto la piena approvazione negli Stati Uniti il mese scorso.

Il gruppo di sicurezza europeo ha detto che sta indagando su casi di coaguli di sangue nelle vene, noti come tromboembolia venosa, in relazione al colpo di Johnson & Johnson.

"Il tromboembolismo venoso è stato incluso nel piano di gestione del rischio per il vaccino COVID-19 Janssen come problema di sicurezza da indagare, sulla base di una percentuale più elevata di casi di tromboembolia venosa osservati all'interno del gruppo vaccinato rispetto al gruppo placebo nei primi studi clinici utilizzati per autorizzare questo vaccino", secondo l'Agenzia europea per i medicinali.

COVID-19 è la malattia causata dal virus del PCC (Partito Comunista Cinese).

MIS nei bambini, nel frattempo, è una condizione medica recentemente coniata associata al virus, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. È stata inizialmente chiamata sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica e ha condiviso sintomi simili alla malattia di Kawasaki e alla sindrome da shock tossico.

Se un nostro bambino muore dovremmo stanare le televisioni e tutti gli opinionisti-giornalisti-sapientoni uno ad uno, NON lo faremo ma non dimenticheremo. Medici del Bambino Gesù di Roma dovrebbero riflettere di più prima di aprire bocca o sono troppo abituati ai viaggi premi, a pranzi a gratis?

03 Settembre 2021 17:30
Gli esperti inglesi del JCVI bloccano i vaccini Covid per i giovani sani

La Redazione de l'AntiDiplomatico


Niente vaccinazioni per i giovani sani nella fascia d’età 12-15 anni nel Regno Unito. Il Comitato congiunto per la vaccinazione e l'immunizzazione (JCVI), ovvero gli esperti del comitato medico-scientifico britannico indipendente che assiste il governo di Boris Johnson sulla campagna vaccinale anti Covid, ha stabilito che il rapporto fra rischi e benefici per questa fascia d’età non suggerisce il via libera basato solo su considerazioni di cautela sanitaria generale.

Per questo motivo la vaccinazione in quella fascia d’età non è raccomandata. Mentre invece la vaccinazione è raccomandata per i giovani più a rischio, cioè con altre patologie concomitanti come malattie croniche cardiache, polmonari, renali, epatiche e neurologiche.

La decisione arriva esattamente una settimana dopo che il Dipartimento della salute e dell'assistenza sociale (DHSC) ha confermato che erano in corso i preparativi per garantire che il servizio sanitario nazionale fosse pronto a offrire vaccini contro il coronavirus a tutti i giovani dai 12 ai 15 anni in Inghilterra dall'inizio di settembre.

La decisione del Regno Unito segue la scelta analoga della Germania nel non raccomandare la vaccinazione nei soggetti giovani sani. Robert Dingwall, membro del Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione e professore emerito e direttore fondatore dell’Istituto di Scienza e Società, Università di Nottingham, scriveva su Twitter: «Gli adolescenti sono intrinsecamente a basso rischio di Covid. I vaccini devono essere eccezionalmente sicuri per superare i rischi. Dato il basso rischio di Covid per la maggior parte degli adolescenti, non è immorale pensare che possano essere meglio protetti dall’immunità naturale generata dall’infezione piuttosto che chiedere loro di correre il possibile rischio di un vaccino. La pandemia finirà attraverso l’immunità della popolazione, sia per la vaccinazione che per l’infezione precedente. Un’ultima ondata di infezioni lievi nei giovani non vaccinati potrebbe essere ciò che stiamo vedendo ora…».

L’andamento dei contagi fra soggetti vaccinati in Paesi come Israele e Regno Unito dimostra come gli stessi vaccini non siano efficaci contro le varianti oggi prevalenti

03 Settembre 2021 17:00
Al Parlamento europeo l'interrogazione per il ritiro dell'autorizzazione ai vaccini

La Redazione de l'AntiDiplomatico


E' stata presentata al Parlamento europeo una interrogazione prioritaria per chiedere il ritiro delle autorizzazioni all’uso dei vaccini "per assenza dei requisiti di sicurezza e di efficacia nel prevenire infezioni e contagi dal virus Sars-Cov2"

La pubblichiamo nella sua interezza:

"L’UE ha autorizzato i vaccini per il COVID-19 per uso di emergenza, in via condizionata, con revisione di 6 settimane dei dati di sicurezza post-vaccinazione(1). Ad oggi, EUDRAVIGILANCE ha ricevuto circa 20mila segnalazioni di decessi probabilmente correlati ai vaccini e circa 700mila di reazioni avverse, il 9% delle quali gravi, dati sottostimati rispetto all’entità reale degli effetti avversi vista l’assenza di sorveglianza attiva.

Di recente, l’EMA ha aggiornato la lista di reazioni avverse ai vaccini con nuove patologie(2).

Inoltre, l’andamento dei contagi fra soggetti vaccinati in Paesi come Israele e Regno Unito dimostra come gli stessi vaccini non siano efficaci contro le varianti oggi prevalenti.

Rimangono ignote le possibili reazioni a lungo termine ai vaccini a mRNA, mai autorizzati prima per gli umani(3).

Ciò premesso, può la Commissione far sapere se intende:

1. revocare o sospendere l’autorizzazione all’utilizzo di tali vaccini per assenza dei requisiti di sicurezza e di efficacia nel prevenire infezioni e contagi dal virus Sars-Cov2;

2. autorizzare l’utilizzo dei farmaci dimostratisi efficaci nella cura del COVID-19 come l’Ivermectina e di protocolli di terapia domiciliare precoce su larga scala;

3. predisporre un sistema di sorveglianza attiva per i vaccinati, garantendo loro supporto e facilitazioni per le terapie necessarie contro gli effetti avversi"

Note di approfondimento e documentazione:

(1)Al termine del “completamento primario” della sperimentazione, non è previsto che siano raccolti o forniti dati sul presentarsi di “effetti avversi”. L’EMA ha dichiarato che poi sarebbe stato necessario attivare in tutta Europa, al momento dell’autorizzazione al commercio dei vaccini, il monitoraggio dei soggetti vaccinati per almeno un anno per documentare eventuali reazioni avverse tardive.


(3)I vaccini di BioNTech/Pfizer e Moderna utilizzano questa tecnica che, pertanto, richiederebbe un tempo di valutazione molto più lungo prima di essere somministrato a intere popolazioni.

Francesca Donato, che ha presentato l'interrogazione al Parlamento europeo, è componente del gruppo “Identità e Democrazia”, membro titolare nelle commissioni REGI (sviluppo regionale) ECON (politiche economiche monetarie) e nella Delegazione all'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo. È membro sostituto nella Commissione AGRI (agricoltura) e nella delegazione Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE; fa parte anche della Commissione STOA (Scientific and Technological Options Assessment) in qualità di membro AGRI.

Il Venezuela che resiste

02 Settembre 2021 15:34
«Gli USA vogliono invadere con il pretesto del cambio climatico», intervista al deputato venezuelano 

Ricardo Molina
Geraldina Colotti

In occasione del Secondo re-incontro con la Madre Terra, organizzato a Caracas, abbiamo conversato con il deputato Ricardo Molina, presidente della Commissione di eco-socialismo dell’Assemblea Nazionale.

Tu hai avuto importanti e ripetuti incarichi nella rivoluzione bolivariana. Qual è il tuo ruolo ora?

Dal 2010 sono stato ministro di Habitat y Vivienda, prima con il comandante Hugo Chávez, poi con il presidente Nicolas Maduro. Nel 2015 sono stato eletto deputato in Parlamento, poi il presidente mi ha nominato ministro del Trasporto e vicepresidente di governo per il settore Servizi. Poi, durante il periodo delle violenze di piazza, mi sono impegnato nel progetto dell’Assemblea Nazionale Costituente che, come sappiamo, è stata una misura necessaria e importantissima per riportare la pace e difenderci dalle aggressioni continuate degli Stati Uniti. Nel 2017, sono stato eletto come costituente. In seguito, nel 2020, ho partecipato alla campagna per il recupero dell’Assemblea Nazionale che ha assunto funzioni a gennaio di quest’anno e sono stato eletto deputato. Attualmente, presiedo la Commissione permanente di eco-socialismo dell’Assemblea Nazionale, che porta avanti il progetto e gli ideali eco-socialisti, in base alla visione bolivariana e umanista del comandante Chavez, in difesa della Madre Terra. Ho anche un altro incarico alla Scuola bolivariana di Pianificazione: per continuare a formare i quadri nei diversi livelli di governo nazionale, regionale e municipale, e in special modo – e ancora più importante – a livello comunale.

Com’è stato organizzato il Secondo re-incontro con la Madre Terra e con quali obiettivi?

Nell’aprile del 2021, si è svolto a La Paz, in Bolivia, il Primo re-incontro con la Madre Terra, organizzato dal governo plurinazionale e dai movimenti sociali. Da lì si è rivolto un appello ai diversi movimenti e governi del mondo sulla necessità di lottare per il cambio climatico e la difesa dei diritti della Madre Terra. Noi abbiamo proposto che il Secondo re-incontro si realizzasse a Caracas. L’Assemblea Nazionale ha approvato la proposta durante la plenaria nella giornata mondiale per l’ambiente e il Congresso Bicentenario dei Popoli, realizzato a giugno per ricordare la battaglia di Carabobo l’ha assunta, rilanciandola durante il vertice dei paesi dell’Alba Tcp, che si è svolto a Caracas alla presenza del suo Segretario esecutivo, Sacha Llorenti e di diversi governi dell’organismo multilaterale, tutti concordi nell’assumersi il compito. Questo Secondo re-incontro è frutto del lavoro congiunto con molte istituzioni: l’An, il potere esecutivo, il ministero per l’Eco-socialismo, quello di Pianificazione e la partecipazione della Segreteria esecutiva dell’Alba, e si è proposto due obiettivi. Il primo è quello di continuare ad avanzare nella costituzione di un gran movimento dei movimenti, in linea con il V obiettivo storico del nostro Plan de la Patria. Chávez è stato chiarissimo: senza organizzazione popolare, non si può avanzare verso la costruzione di un mondo nuovo. Occorre dunque conformare questo gran movimento dei movimenti nel quale agglutinare tutte le diversità di posizioni e anche di visioni, ma unite dal medesimo interesse: la preservazione del pianeta per garantire la continuità della specie umana. Il secondo obiettivo è stato quello di raggiungere una proposta condivisa e collettiva sintetizzata in un documento, che abbiamo presentato alla Segreteria esecutiva dell’Alba-Tcp, con l’aspirazione che venga portata dai paesi membri alla prossima riunione della Cop26, che si svolgerà a Glasgow dal 1 al 12 novembre.

Il processo bolivariano è stato al centro di un attacco multiforme da parte dell’imperialismo, soprattutto dopo la morte di Chávez. Un attacco ai diritti e alle conquiste del popolo venezuelano, ma anche alla sua resistenza e alla sua capacità di giudizio. Come lo hai analizzato e qual è stata la tua esperienza?

Subito dopo la scomparsa fisica del comandante, l’impero e l’opposizione pensano che il processo rivoluzionario sarebbe finito con la scomparsa del suo leader. Invece il suo sogno si sta facendo realtà a poco a poco perché, nonostante l’assenza e il dolore, noi lo stiamo realizzando, stiamo difendendo e realizzando gli ideali chavisti. Sempre dico ai giovani che occorre rendersi conto della portata storica di quel che sta accadendo in Venezuela e che abbiamo la fortuna di vivere. Dopo il marxismo, che mantiene tutta la sua profondità e complessità filosofica e politica, non ci sembra di vedere nel mondo la consistenza e lo sviluppo di un “fidelismo”, un “guevarismo”, e persino di un “maoismo”. Invece cominciamo a vedere come si va estendendo nel mondo la visione chavista. Il Comandante ha lasciato un’eredità straordinaria, che si sta convertendo a poco a poco in una dottrina di vita, in un messaggio e in un esempio per i popoli del mondo. Intendere questo, significa capire perché il processo bolivariano non è stato sconfitto né lo sarà. Possiamo dire che, quanto più l’impero attacca, tanto più noi mettiamo alla prova il chavismo e la sua filosofia di vita. Chávez ha avuto un’immensa capacità di formare permanentemente il popolo e di sviluppare il bolivarianismo, e ha lasciato nel Plan de la Patria una guida preziosa per il Venezuela e per l’America Latina. Questo attacco multiforme e incessante ha trovato un argine nella vitalità del chavismo, perché Chávez non è un modello, uno slogan o un marchio, ma una profonda idealità con la quale ci siamo difesi e continueremo a difenderci.

Il veto degli Stati Uniti impedisce che vengano erogati i finanziamenti previsti dalle istituzioni internazionali, violando le stesse regole di questi organismi, come il Fondo Monetario Internazionale, di cui gli Usa sono i principali azionisti. Cosa ha comportato questo rispetto alla difesa dell’ambiente?

Tutte le misure coercitive unilaterali e illegali, imposte a noi e a molti altri paesi senza che né l’Onu, né la “comunità internazionale” si preoccupino di stopparle, ha colpito tutti gli ambiti della vita: da quello economico, a quello sociale e politico, a quello ambientale. L’impossibilità di accedere ai finanziamenti internazionali, per esempio per svolgere studi e indagini, ha rallentato ma non bloccato i nostri progetti. Certo, però, si sarebbe potuto avanzare di più se avessimo potuto continuare a usufruire delle nostre risorse nazionali, se la nostra principale industria petrolifera, Pdvsa, non avesse subito un assedio così feroce, che non colpisce solo il commercio, ma implica il sabotaggio alle diverse installazioni petrolifere, l’inaccessibilità alla tecnologia e ai pezzi di ricambio. La drastica caduta dell’entrate nazionali, ha limitato anche la formazione e l’adeguamento tecnologico delle diverse industrie, i passi indietro o il rallentamento nelle attività di mitigazione o di recupero dei danni ambientali, che non abbiamo potuto realizzare benché siano ampiamente previste nel nostro piano di sviluppo. Imponendo misure coercitive unilaterali, gli Stati Uniti e i loro paesi satelliti impediscono sia lo sviluppo umano che quello ambientale.

Le informative dell’opposizione golpista e dei suoi organismi autoproclamati all’estero accusano il governo bolivariano di essere “uno stato fallito che viola i diritti umani e quelli della natura”, cosa rispondi a queste accuse considerando che il Venezuela ha messo l’eco-socialismo come quinto obiettivo del Plan de la Patria?

Anche questa, come tutte le altre accuse infondate che ci rivolgono, rispondono a un piano che non hanno disegnato loro, ma i loro burattinai, alfine di debilitare e distruggere il sogno bolivariano e chavista. L’eco-socialismo è un tema trasversale a tutti i cinque obiettivi storici del Plan de la Patria che determina la visione della nostra sovranità. Stiamo costruendo il nostro socialismo con una visione eco-socialista. Concepiamo lo sviluppo economico, basato su tutte le risorse naturali che abbiamo la fortuna di avere sul nostro territorio, in un’ottica eco-socialista. Stiamo promuovendo una nuova relazione tra popoli e paesi fratelli basata sull’eco-socialismo, che è trasversale alla politica, all’economia, allo sviluppo della patria. Per questo, a questa destra non resta che ripetere il cliché dello stato fallito, della violazione dei diritti umani e ambientali. È falso. In Venezuela c’è uno stato forte, con i suoi 5 poteri in pieno esercizio, indipendenti come prevede la costituzione e con una politica di rispetto ai diritti umani mai vista prima del 1999. In Venezuela non esistono torture, assassinii o scomparse di giovani progressisti come accadeva durante la IV Repubblica, perché abbiamo una visione profondamente umanista e un profondo rispetto per la natura. Nonostante le “sanzioni”, l’esecutivo sta facendo un grande sforzo per disegnare politiche di protezione ambientali, di adeguamento dei processi industriali. L’Assemblea nazionale si sta impegnando a fondo per attualizzare il quadro legislativo con progetti di legge contro il cambio climatico. Politiche che la destra non ha portato e non può portare avanti perché prima di tutto tutela gli interessi del capitale.

Uno degli argomenti più usati, anche da una certa sinistra confusa in Europa è quello della critica al modello estrattivista, che spesso non considera né le condizioni materiali di sviluppo dei paesi del sud, né i costi per un’inversione di tendenza, ancora più gravosi in un paese bloccato come il Venezuela, né la necessità di “cambiare il sistema per cambiare il clima”, come diceva Chávez. In particolare, si accusa il governo bolivariano di aver lasciato mano libera alle miniere illegali e allo sfruttamento senza controllo delle risorse da parte delle imprese private straniere, in particolare nella zona dell’Orinoco. Cosa rispondi a questo?

Fa parte del piano: ci bloccano, impongono “sanzioni” brutali in ogni ambito e quando cerchiamo il modo di far fronte alle necessità del nostro popolo, ci accusano di essere estrattivisti, di distruggere la natura, eccetera. È un attacco volgare: ti strangolo e se vuoi respirare, sei tu il colpevole. Questo è l’imperialismo, agisce in base alla sua natura. Per l’Arco minerario è previsto un vasto piano di sviluppo che è solo all’inizio. Si tratta di invertire e razionalizzare la logica estrattivista che, dal 1492, si sviluppa schiavizzando e distruggendo popoli e risorse naturali, incurante dei danni che produce con le miniere illegali: prostituzione, droga, sfruttamento infantile… Il progetto dell’Arco minerario sottende un profondo rispetto per l’umanità e i diritti umani in questa area di lavoro, e prevede un insieme di attività coordinate di risanamento del contesto una volta conclusa l’attività di estrazione. Non possono negarci il diritto a estrarre i nostri minerali che oggi ancora garantiscono, nonostante le limitazioni, beni e servizi necessari al nostro popolo.

Al centro delle critiche c’è la legge sulle Zone economiche speciali nell’ambito di quella contro il blocco. Qual è la tua opinione?

Sulle Zone economiche speciali è in corso una discussione in tutto il territorio nazionale, che vede la partecipazione di vari settori e soggetti sociali: politici, imprenditori, anche legati all’oligarchia, e poi settori popolari come le comunas, le imprese di produzione sociale, eccetera. Una discussione necessaria per spingere lo sviluppo economico nelle zone che hanno un vantaggio nella disponibilità di beni naturali che possono essere trasformati in prodotti per uso nazionale o per le esportazioni. Occorre molto ordine e pianificazione per promuovere uno sviluppo diverso da quello capitalista, per generare posti di lavoro non in base allo sfruttamento, ma all’apporto e alle energie che ognuno e ognuna può apportare. Data la situazione attuale, c’è grande aspettativa per le leggi che regolano un aspetto già contenuto nel Plan della Patria, soprattutto nel terzo obiettivo storico, nel quale si prevede una serie di azioni concrete per trasformare la visione economica dello sfruttamento estrattivista in una visione economica condivisa e collaborativa nella quale tutti e tutte possiamo mettere in campo la nostra intelligenza e la nostra energia vitale per il collettivo.

La cosiddetta “transizione ecologica” è al centro del programma economico di Biden. Cosa significa questo per i paesi del sud?

È necessario stare all’erta perché siamo in presenza di un nuovo paradigma. Negli anni seguiti alla Seconda guerra mondiale, l’imperialismo inventò lo schema della “lotta al comunismo”. E così ha invaso popoli, assassinato presidente, torturato e fatto scomparire gli oppositori, rovesciato governi. Poi è arrivato un nuovo paradigma, quello della “lotta al terrorismo”. Gli Stati Uniti si sono autoeletti difensori dell’umanità e gendarmi del mondo. E di nuovo, sono stati invasi popoli, si sono assassinati presidenti, si è torturato e fatto scomparire gli oppositori, si sono rovesciati governi e si continua a farlo. A mio avviso, ora è il turno di un nuovo paradigma, quello della difesa dell’ambiente e della transizione ecologica. Se i popoli del mondo non riusciranno a imporre la propria forza organizzativa per difendersi e promuovere l’ideale socialista, con il pretesto della lotta al cambiamento climatico, l’imperialismo cercherà di far passare lo stesso schema. Senza badare alle indicazioni dell’Onu, potrà invadere popoli, assassinare presidenti, torturare e far scomparire gli oppositori, rovesciare governi. Se come popolo hai bisogno di consumare carbone, l’imperialismo lo proibisce. Se hai il petrolio, siccome sei considerato di mente limitata rispetto al padrone del mondo, ti invade, impone un governo fantoccio che sfrutti le risorse secondo i suoi interessi per continuare a imporre al mondo lo stesso modello, in nome della difesa dell’ambiente. Spero di sbagliarmi, ma è questo il nuovo paradigma che emerge dal discorso di Biden e dei suoi funzionari sulla transizione ecologica. Un discorso basato, oltretutto, su una grande ipocrisia, considerando che gli Stati Uniti sono uno dei paesi che più contamina con il suo sviluppo industriale distruttivo e estrattivista, che non rispetta i diritti della Madre terra e ora pretende di ergersi a gendarme del mondo per difenderli nei paesi del sud. L’unico paese che ha contaminato con uranio e plutonio immense aree con la bomba atomica sganciata su Hiroshima e Nagasaki. Davvero, dobbiamo stare allerta.

Nell’accordo firmato in Messico tra il governo venezuelano e l’opposizione golpista, la fine delle misure coercitive unilaterali e la restituzione delle risorse rubate al Venezuela sono stati punti irrinunciabili. Come si possono tradurre in pratica a parer tuo?

Speriamo che le cose vadano così, ma onestamente non credo che questo dipenda dalle decisioni dei venezuelani dell’opposizione presenti in Messico. Sarà l’imperialismo a decidere se noi possiamo importare tecnologia, esportare il nostro petrolio, commerciare con l’estero. Saranno gli Stati Uniti a decidere, non l’opposizione estremista. E speriamo che questi negoziati li inducano alla sensatezza, e che capiscano di non poter più continuare a imporre sanzio i criminali contro un popolo solo perché non ne condividono gli orientamenti politici. I risultati dell’accordo lasciano ben sperare, ma temo che la questione vada ben al di là dell’ambito nazionale.

Il modello imperialista statunitense ha mostrato il proprio fallimento una volta di più in Afghanistan. Qual è la tua analisi del contesto internazionale?

Gli Stati Uniti sono stati sconfitti varie volte dai popoli che hanno invaso e che hanno deciso di autodeterminarsi e di decidere il proprio futuro in base al proprio modello di vita, alla propria cultura. Rispetto all’Afghanistan, tuttavia, credo occorra considerare un dato essenziale. I talebani sono sempre esistiti, come fazione minoritaria e con la loro visione religiosa profondamente fondamentalista. Chi li ha fatti crescere in questo modo? Gli Stati Uniti hanno fabbricato, organizzato, armato e utilizzato un certo Bin laden per fargli compiere crimini atroci dotandolo di un immenso esercito. Lo hanno usato per distruggere un progetto di società avanzata, un governo che, ai tempi dell’Unione Sovietica, aveva cambiato le condizioni di un paese piagato dal 95% di analfabetismo, aveva costruito scuole, centri di salute gratuiti e fatto avanzare i diritti e la partecipazione politica delle donne afghane. Con l’appoggio degli Stati Uniti, quel governo fu rovesciato e Mohammad Najibullah, il quarto e ultimo presidente della Repubblica Democratica dell’Afghanistan, venne torturato e ucciso pubblicamente dai talebani. Da allora è cominciato il supplizio del popolo afghano, che sconta l’interesse imperialista a mantenere nel caos questa regione per sviare l’attenzione dei popoli e dei governi cinesi e russi e continuare a compiere scorribande nel mondo per imporre il proprio dominio. Se si può leggere quella dell’Afghanistan come una disfatta della politica estera degli Stati Uniti, è anche vero che questa non è avvenuta ad opera di un governo di liberazione nazionale. Al contrario, i talebani stanno sottomettendo un’intera società con il supporto degli Stati Uniti che, non dimentichiamolo, non stanno abbandonando l’Afghanistan, visto che sul territorio rimangono immense basi militari, armi di altissima tecnologia, elicotteri e radar di ultima generazione e militari formati per operare. Non si tratta della liberazione di un popolo, ma dell’insediamento di un governo che garantisce l’essenza della visione imperialista nordamericana il cui ruolo sarà quello di continuare a destabilizzare le frontiere con la Russia e con la Cina e tutta quella zona del mondo.

Quel pezzente indegno di essere al capo del governo italiano, ha usato/usa con i deboli una violenza vigliacca degna del suo curriculum di lacchè

03 Settembre 2021 11:00
Draghi e la "violenza vigliacca"

Antonio Di Siena

Quanto alle dichiarazioni di Draghi serve essere un po’ più chiari.

Non mi interessa se quella dei no vax sia “violenza vigliacca” oppure no. Se è stata fomentata ad arte dalla propaganda martellante, dalle offese e da tutto quanto altro abbiamo letto sui giornali e sentito in tv da due anni a questa parte, oppure frutto del delirio dei soliti facinorosi esagitati. Non è questo il punto.

E non mi interessa nemmeno che parole potenzialmente esplosive come quelle di Draghi siano state pronunciate da un Presidente del Consiglio di un governo di unità nazionale, figura votata - per ragioni che non serve nemmeno star qui a spiegare - all’equilibrio, alla rappresentanza degli interessi della totalità dei cittadini. Ivi compresi quelli che, a torto o a ragione, sono preoccupati, si sentono minacciati da una profilassi non ancora sufficientemente sperimentata. Sono sfumature, pura etichetta istituzionale, senso dello Stato e di responsabilità politica non più di moda di questi tempi.

Quello che trovo davvero vergognoso e inaccettabile è constatare da quale pulpito viene la predica.

Perché Draghi può essere anche la figura più credibile ed autorevole dell’intero panorama politico italiano (e io non lo credo affatto) ma non è certamente un cuor di leone. E di quella stessa violenza vigliacca che oggi denuncia con piglio da statista si è macchiato, lui per primo, quando ha scelto di stare dalla parte del più forte.

Ai deboli, invece, li ha obbligati a fare le file ai bancomat.

E se questo vi suona un parallelismo forzato si tenga presente che fu proprio l’allora presidente della BCE - dopo aver commissionato a colpi di spread un governo eletto democraticamente dal popolo italiano, quello Berlusconi - a decidere l’esclusione della Grecia dal programma di quantitative easing. Era il 2015 e quella misura, se tempestivamente adottata, avrebbe alleviato di molto le condizioni di un popolo già prostrato da cinque anni di crisi.

Chi oggi accusa gli altri di violenza vigliacca, perciò, può avere pure ragione. Ma non ha titolo morale per farlo. Perché è lo stesso uomo che ha preferito il vile ricatto alla solidarietà da lui stesso evocata, con l’unico scopo di costringere un intero paese ridotto alla fame ad accettare non soltanto l’ennesimo prestito usurario ma soprattutto le conseguenze. L’ennesima ondata di tagli e macelleria sociale che si è puntualmente e cinicamente abbattuta su una società già devastata dalle politiche di austerità. E chi legittimamente pensa che un atto politico-economico non possa essere paragonato alla violenza triviale sbaglia di grosso.

Anche condannare decine di migliaia di persone a perdere casa e lavoro riducendosi a dormire sotto un portico e mangiare alla mensa sociale con la famiglia e altrettante ad accettare salari da 250€ al mese è violenza. E pure una bella vigliaccata. Per non parlare della gente sprofondata nel tunnel della depressione e poi suicidata, dei bambini morti di sepsi neonatale, dei malati oncologici rimasti senza chemioterapia, delle donne finite a prostituirsi per pagarsi studi e bollette, delle famiglie costrette a gettare i propri cari nelle fosse comuni perché senza soldi per il funerale, dei giovani emigrati o di quelli ridotti a drogarsi intorno a piazza Omonia.

Piaccia o non piaccia ai benpensanti è violenza vigliacca anche questa. Per di più perpetrata su larghissima scala - e da dietro un’asettica scrivania - in danno di una popolazione inerme, quella greca, trasformata in cavia da laboratorio nell’esclusivo interesse delle banche e della grande finanza internazionale.

Ma evidentemente non tutte le violenze sono uguali. E nemmeno le vittime. Quelle che in un certo senso assecondano, non foss’altro per ignavia, la narrazione dominante sono degne di pieno e totale sostegno e commiserazione.

Chi vi si oppone, invece, può tranquillamente sprofondare nel baratro dell’umana miseria e poi nell'oblio della storia. Consentendo a chi si è politicamente macchiato di quei crimini - ben più odiosi di qualche ceffone - di rifarsi una verginità politica ergendosi a paladino del bene comune.

E no, non è così che funziona. E qualcuno dovrebbe avere l’onestà intellettuale di riconoscerlo.

Più ti vaccini e più ti ammali ma solo un pochino - Israele è uno dei paesi più vaccinati al mondo e vanta la più alta percentuale di popolazione avendo ricevuto un terzo colpo di "richiamo", al 25%, è anche il paese in cui la nuova ultima ondata di infezioni da covid ha appena raggiunto nuovi massimi storici

La Svezia vieta i viaggiatori provenienti da Israele, uno dei paesi più vaccinati al mondo

DI TYLER DURDEN
GIOVEDÌ 2 SET 2021 - 17:40

La Svezia ha reimposto restrizioni all'ingresso per i viaggiatori provenienti dagli Stati Uniti e da altri cinque paesi, ma prenderà in considerazione regole più indulgenti per le persone vaccinate.

Il governo svedese ha formalmente esteso il divieto d'ingresso della Svezia al di fuori dell'UE / SEE fino al 31 ottobre, come riportato da The Local la scorsa settimana.

Ci sono diverse eccezioni al divieto tra cui chi viaggia per motivi specifici, oltre che da alcuni Paesi, ma giovedì sei Paesi sono stati rimossi dalla lista esente dei "Paesi sicuri": sulla base di un aumento delle infezioni da Covid-19 in quei Paesi, dal 6 settembre il divieto d'ingresso si applicherà anche ai Paesi Kosovo, Libano, Montenegro e Macedonia del Nord, Stati Uniti e Israele.

Israele è particolarmente degno di nota, perché mentre è stato a lungo uno dei paesi più vaccinati al mondo e vanta la più alta percentuale di popolazione avendo ricevuto un terzo colpo di "richiamo", al 25%, è anche il paese in cui la nuova ultima ondata di infezioni da covid ha appena raggiunto nuovi massimi storici.


Ciò non significa necessariamente che tutti i viaggi da quei paesi saranno vietati, in quanto i viaggiatori potrebbero rientrare in un'altra categoria esentata, come viaggiare per motivi familiari urgenti o se hanno la cittadinanza dell'UE o un permesso di soggiorno svedese. La decisione di reimporre restrizioni a questi sei paesi è nata da una raccomandazione dell'UE.

La Svezia attualmente non fa distinzione tra viaggiatori vaccinati e non vaccinati quando si tratta di viaggiare al di fuori dell'Unione Europea, ma il governo ha lasciato intendere che ulteriori esenzioni per i viaggiatori vaccinati "residenti in alcuni paesi terzi" potrebbero essere in arrivo.

"Ci sono un certo numero di paesi con cui la Svezia ha strette relazioni. Lì, il governo ora indagherà sulla possibilità di esentare i residenti completamente vaccinati in alcuni paesi terzi ", ha detto giovedì il ministro dell'Interno Mikael Damberg all'agenzia di stampa TT.

"Penso principalmente al Regno Unito, ma anche agli Stati Uniti, anche se gli Stati Uniti sono più complessi e molti stati hanno regole molto diverse".

Né lui né la dichiarazione del governo di giovedì hanno dato alcuna indicazione su quando tali esenzioni potrebbero essere introdotte.