L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 23 febbraio 2022

La cessione del credito è creazione di moneta non a debito e l'euroimbecillità di Draghi non lo può permettere, per questo ha mandato in caciara il sistema picconando ancora una volta l'economia italiana

Il pasticcio di Draghi sul Superbonus ha fermato l’edilizia
Il governo Draghi ha gettato nel caos il mondo dell'edilizia, con migliaia di ditte ferme da settimane e a corto di liquidità
di Giuseppe Timpone , pubblicato il 21 Febbraio 2022 alle ore 07:54


Il 2021 ha registrato il boom dell’edilizia, con la produzione in rialzo del 24,3%, stando al dato corretto per gli effetti del calendario. Secondo l’ISTAT, le perdite accusate nel 2020 non solo sono state colmate, ma addirittura i livelli produttivi superano del 14,3% quelli del 2019, salendo ai massimi dal 2012. Effetto Superbonus, diremmo. Gli incentivi statali al settore hanno dato i loro frutti, tra cui il bonus facciate e il bonus ristrutturazione. Ma questo è il passato, perché il settore sta vivendo una fase di quasi totale paralisi provocata dal governo Draghi.

Tutto inizia con il decreto anti-frodi del novembre 2021, quando nel tentativo di frenare le truffe ai danni dello stato l’esecutivo varò il decreto legge n.156/2021 con cui strinse le maglie. A inizio febbraio, la botta: stop alle cessioni del credito plurime. Nel frattempo, Cassa depositi e prestiti e Poste Italiane, entrambe società dello stato, chiudevano le rispettive piattaforme per acquisire i crediti d’imposta. Settimane di tempo sono andate perdute anche per attendere la pubblicazione dei nuovi prezziari, salvo scoprire che i massimali sono stati innalzati del 20% per tenere conto dell’aumento dei prezzi delle materie prime.

Il Superbonus ha smesso di funzionare a partire da novembre e si è inceppato gravemente a gennaio tra gli annunci confusi del governo anche sugli aspetti legali legati alle eventuali truffe. Non erano chiari fino al Consiglio dei ministri di venerdì scorso i rischi in capo ai cessionari per l’acquisizione di crediti rivelatisi frutto di operazioni truffaldine. Il risultato di tanta confusione è stato il fermo dei cantieri. Le ditte di costruzione non hanno avviato i lavori sulle fatture emesse con lo sconto in fattura, temendo di non riuscire a monetizzarle, cioè di non trovare banche disponibili ad accollarsi la cessione del credito.A loro volta, non avendo la certezza di poter cedere a terzi tali crediti, le banche hanno effettivamente spesso in molti casi di finanziare le ditte.

Superbonus, cantieri fermi e ditte al collasso

Da mesi, gli operatori del settore lamentano il prosciugamento della liquidità. Dopo mesi di boom di lavori e di circolazione del denaro, il meccanismo è stato inceppato dal governo Draghi. Molte ditte più giovani, magari nate proprio per sfruttare il Superbonus e non necessariamente dedite al malaffare (cogliere le opportunità di un nuovo business è del tutto lecito e normale in un libero mercato), hanno dovuto chiudere subito battenti. Proprietari di case singoli e appartamenti restano in attesa dell’avvio o del completamento dei lavori. Uno scenario triste, che si poteva evitare e che non eviterà in sé il realizzarsi di nuove truffe. Il grosso di esse è avvenuto per mezzo del bonus facciate, sprovvisto delle asseverazioni necessarie con il Superbonus.

Il governo Draghi si è dato una zappa sui piedi, contribuendo al rallentamento dell’economia italiana. L’edilizia concorre a formare il PIL per circa l’8%. Un fatturato annuo medio sui 140 miliardi. Il Superbonus ha inciso in misura non marginale al rimbalzo del PIL nel 2021 e potrebbe continuare a farlo quest’anno. Ma se il compito del governo sembra di mettere i bastoni tra le ruote a chi lavora, si rischia di passare dal boom al tracollo. Anche perché la cessione del credito, al di là delle limitazioni numeriche, ha successo solo se alla base vi è l’ingrediente della fiducia. Accetteresti in pagamento una moneta che non sai se ti verrà riconosciuta dallo stato? I ministri tecnici hanno commesso troppi errori, rivelandosi persino meno affidabili dei loro colleghi politici. E obiettivamente sembrava un compito impossibile.

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