- "Violazione degli obblighi internazionali da parte del paese di destinazione (Kiev ha ignorato gli obblighi previsti dal pacchetto di misure di Minsk approvato dalla risoluzione 2202 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite);
- Il mancato rispetto dei diritti umani, compreso il rischio di utilizzare le armi fornite per la repressione interna (Kiev ha commesso un genocidio nel Donbass);
- Conflitto armato nel paese di destinazione e rischi della sua escalation a causa delle spedizioni di armi;
- Minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità regionali, compresa la probabilità di un conflitto armato con un paese terzo;
- Rischio per la sicurezza nazionale dei paesi dell'UE (le armi fornite possono essere utilizzate contro gli interessi dei paesi dell'UE);
- La politica del paese destinatario, compreso il rispetto del principio di non uso della forza, del diritto internazionale umanitario, nonché del regime di non proliferazione nel campo del controllo degli armamenti (non crediamo che Kiev sia stata esemplare nel rispettare tali obblighi, anche alla luce dei casi noti di schemi di commercio di armi "grigi" dall'Ucraina);
- Il rischio che le consegne di armi cadano nelle mani sbagliate, comprese le organizzazioni terroristiche (data la distribuzione incontrollata di armi alla popolazione ucraina, c'è una possibilità quasi certa che alcune di esse finiscano nel mercato nero);
- Mantenere l'equilibrio tra la militarizzazione e lo sviluppo economico del paese ospitante (riteniamo che Kiev dovrebbe preoccuparsi più dell'economia ucraina che della repressione di coloro che vi si oppongono con la forza)."
la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
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