L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

domenica 10 aprile 2022

Il VOSTRO Mario Draghi deve scappare, non è capace di reggere una dialettica politica in cui tutti i nodi stanno venendo al pettine, non è mai stato attrezzato è abituato solo ad avere delle autostrade spianate e pronte all'uso. I compiti a cui è stato preposto, la distruzione dell'Italia sono stati ben avviati e allora da servo com'è aspetta la ricompensa per altri incarichi prestigiosi per continuare a far danni, l'unica cosa di cui è molto ma molto capace

Mario Draghi ha già programmato le dimissioni: la data e i motivi. Si voterà in autunno



08 aprile 2022

Mario Draghi rassegnerà le dimissioni. Il rumor giunge dal ministero dell’Economia ed è arrivato all’orecchio dei principali leader della politica italiana, con diverse fonti legate ai partiti che hanno confermato l’indiscrezione di Affari Italiani. Il presidente del Consiglio è stufo delle liti all’interno della maggioranza, con le diverse forze che litigano tra di loro su ogni argomento. Il piano dell’ex banchiere centrale è quello di anticipare la Legge di Bilancio per il 2023 a luglio, presentando poi le dimissioni nei primi giorni di agosto.

Draghi farà la sua mossa subito dopo il secondo turno delle elezioni amministrative e persegue l'obiettivo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sciolga le Camere a Ferragosto per indire poi le elezioni in autunno, con la deadline fissata per la fine di ottobre. Dall’interno della maggioranza fanno sapere che gli obiettivi del Pnrr verrebbero spostati in avanti, con il nuovo esecutivo che si occuperà della patata bollente che Draghi sta evitando a tutti i costi: la riforma delle pensioni. Ovviamente, con delle dimissioni così imminenti e già previste, non ci sarà il tempo di cambiare la legge elettorale e si andrà alle urne con l'attuale Rosatellum. Draghi ha pronto il terremoto.

Nessun commento:

Posta un commento