L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

venerdì 15 aprile 2022

L'attenzione resta puntata su Mariupol, dove sarebbero in corso "feroci combattimenti". La svolta ci sarà quando i NAZISTI e militari statunitensi/NATO saranno stanati dalle acciaierie della città

Guerra Ucraina news, colpito bus di civili in fuga: 7 morti. Biden non andrà a Kiev

La Russia: l'operazione finirà presto. Esplosioni a Kiev, Mosca: colpita fabbrica di armi. Il Cremlino espelle 18 diplomatici Ue. Zelensky: "Resistiamo da 50 giorni, ce ne davano solo 5"

Kiev, 15 aprile 2022 - Giorno numero 51 di guerra in Ucraina. L'attenzione resta puntata su Mariupol, dove sarebbero in corso "feroci combattimenti". Sul fronte diplomatico si segnala la riapertura dell'ambasciata italiana a Kiev. Ad annunciarlo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "L'ambasciatore Zazo è appena tornato a Kiev e ha riaperto la nostra ambasciata. È il simbolo dell'Italia che crede nel dialogo", dice. Mosca dal canto suo mostra i muscoli ed espelle dalla Russia 18 diplomatici della delegazione Ue. Andrey Klimov, vice presidente della Commissione affari esteri del Consiglio russo, dichiara che l'operazione in Ucraina "finirà presto". Dopo la risposta data da Joe Biden ieri in conferenza stampa, la Casa Bianca sgombera il campo dall'ipotesi di un viaggio a Kiev del presidente Joe Biden. "Non manderemo il presidente in Ucraina", chiarisce la portavoce Jen Psaki. La Cia rinnova l'allarme su un possibile utilizzo di armi nucleari da parte di Putin. E Zelensky rincara: "Tutto il mondo si deve preparare"

Una casa sventrata nei sobborghi di Kiev (Ansa)

I combattimenti

L'epicentro della battaglia è sempre Mariupol. "I russi avanzano in modo aggressivo, la situazione è critica", ha dichiarato il comandante della 36/a brigata della Marina ucraina, il maggiore Serhiy Volyna, lanciando un appello a sbloccare la città portuale "il prima possibile, militarmente o politicamente". Il portavoce della ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha annunciato in conferenza stampa che lo stabilimento siderurgico Ilyich è ora in mano alle truppe russe.

Nella notte esplosioni sono state segnalate nella zona di Kiev. Konashenkov, questa volta citato da Interfax, ha dichiarato che "i missili a guida di precisione" hanno colpito lo stabilimento della Zhulyany Vizar, che produce tra l'altro razzi terra-aria anti aereo e componenti per aerei ed elicotteri. Sette civili ucraini sono rimasti uccisi in un attacco russo contro gli autobus usati per le evacuazioni vicino a Kharkiv, fa sapere l'Ufficio del procuratore generale ucraino. Stesso tipo di agguato a Starobilsk, nella regione di Luhansk, dove due bus con a bordo civili sono stati bersagliati durante l'evacuazione con "morti e feriti", ma mancano informazioni più dettagliate. Secondo la Difesa ucraina per la prima volta dall'inizio dell'invasione la Russia ha usato caccia-bombardieri a lungo raggio contro Mariupol.

Mosca: "L'operazione finirà presto"

"L'operazione militare speciale della Federazione Russa terminerà molto presto, non la allungheremo deliberatamente", ha detto Andrey Klimov, vice presidente della Commissione affari esteri del Consiglio russo, durante un briefing. "Non appena renderemo l'Ucraina sicura per la Russia, la fase militare si fermerà", ha ribadito secondo quanto riporta l'agenzia Ria Novosti. Al contrario il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto agli alleati dell'Unione Europea che la guerra durerà tutto l'anno. Il capo della diplomazia americana esclude che il conflitto non possa concludersi rapidamente.

Cia: "Putin può usare armi nucleari"

Intanto ieri il ministero della Difesa russo ha ammesso che la perdita dell'incrociatore missilistico russo Moskva: divorato dalle fiamme, "ha perso stabilità ed è affondato mentre veniva rimorchiato durante una tempesta". Il governo ucraino rivendica di averlo colpito, ma Mosca parla di un incendio seguito all'esplosione delle munizioni trasportate a bordo. Con il Moskva, si teme possa essere finita negli abissi anche una testata nucleare che, secondo voci non confermate, avrebbe fatto parte del suo arsenale.

Si tratta comunque di un duro colpo per la flotta militare russa, come il Pentagono non ha mancato di rimarcare. E il direttore della Cia, William Burns, lancia l'allarme: "Data la disperazione del presidente Putin e della leadership russa, viste le battute d'arresto che hanno affrontato militarmente finora, nessuno di noi può prendere alla leggera la minaccia del potenziale uso di armi nucleari tattiche o a bassa resa". E' una eventualità della quale gli Stati Uniti sono "molto preoccupati" pur avvertendo che finora, nonostante le ricorrenti minacce nucleari del Cremlino, non si sono evidenziati «preparativi pratici» in tal senso.

"Resistiamo da 50 giorni, ce ne davano 5"

Ed è tornato a parlare, via Telegram, anche Zelensky. "Abbiamo già resistito 50 giorni. 50 giorni di invasione russa, anche se gli occupanti ci avevano dato un massimo di cinque", ha detto in un discorso in cui ha definito questi 50 giorni come un "successo", ringraziando tutti coloro che sostengono l'Ucraina. "Un successo di milioni di ucraini", ha incalzato Zelensky ricordando il primo giorno dell'invasione. "Per usare un eufemismo, nessuno era sicuro avremmo resistito", ha detto, aggiungendo che in "molti" gli avevano consigliato di lasciare il Paese. "Hanno suggerito di arrendersi di fatto alla tirannia", ha detto ancora, sottolineando che non conoscevano gli ucraini e quanto apprezzino la libertà di "vivere come vogliamo".

E in un intervista alla Cnn, le cui anticipazioni sono state diffuse nel pomeriggio, il presidente rilancia: "Dobbiamo tutti essere pronti alla minaccia nucleare della Russia". E aggiunge: "Siamo preoccupati dal possibile uso di armi nucleari, ma tutto il mondo dovrebbe esserlo, non solo l'Ucraina".

Armi a Kiev, botta e risposta Russia-Usa

Dopo le dichiarazioni del presidente americano Joe Biden riguardo l'invio di altri 800 milioni di dollari in armi a Kiev, Mosca ha inviato una nota diplomatica avvertendo che le forniture Nato di sistemi d'arma "più sensibili" all'Ucraina avrebbero "alimentato" il conflitto e che sarebbero potute esserci "conseguenze imprevedibili". Il Washington Post ha preso visione di una copia di questo documento di due pagine che riporta la data di martedì. Il Dipartimento di Stato non ha voluto commentare la nota diplomatica che chiede "agli Usa e agli alleati di fermare la militarizzazione irresponsabile dell'Ucraina, che implica conseguenze imprevedibili per la sicurezza regionale e internazionale". A Washington non si sono scomposti, e hanno rispedito al mittente: "Avevamo avvertito la Russia che se avessero invaso l'Ucraina la risposta sarebbe stata senza precedenti. Come dice Biden, le grandi nazioni non bluffano", ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano a proposito della nota diplomatica.

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