L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 12 maggio 2022

Due sorrisi da veri imbecilli, si sono dimenticati, ma non noi, che hanno ucciso migliaia di uomini e distrutto un paese con un pretesto inventato, lo sapevamo Noi lo sapevano Loro, ed il clero televisivo faceva propaganda per l'invasione giusta


L’Italia assume il comando della missione Nato in Iraq

L’ambasciatore d’Italia in Iraq Maurizio Greganti, e il comandante del Comando operativo di vertice interforze (Covi), generale Francesco Paolo Figliuolo, hanno partecipato alla cerimonia di passaggio del comando della missione Nato in Iraq (Nmi)
10 Maggio 2022

Iraq

L’ambasciatore d’Italia in Iraq Maurizio Greganti, e il comandante del Comando operativo di vertice interforze (Covi), generale Francesco Paolo Figliuolo, hanno partecipato questa mattina alla cerimonia di passaggio del comando della missione Nato in Iraq (Nmi), che vedrà l’Italia impegnata per i prossimi dodici mesi. Lo ha riferito l’ambasciata in un comunicato stampa. Dopo il periodo a guida danese sotto l’autorità del generale Michael Lollesgaard spetterà quindi all’Italia, nella persona del generale Giovanni Maria Iannucci, coordinare le attività dell’Alleanza atlantica nel Paese. La cerimonia, svoltasi nella base militare Union III di Baghdad, è stata aperta dalle parole del vice comandate supremo Nato per l’Europa, generale Tim Radford, che ha ringraziato il generale Lollesgaard per il lavoro svolto e per i progressi nello sviluppo della strategia di difesa irachena, anche in coordinamento con l’operazione Inherent Resolve della coalizione internazionale. Il comandante uscente, nel ringraziare il generale Radford, ha posto l’accento sull’importanza che rispetto e fiducia reciproca rivestono in tutte le attività di sostegno alle controparti locali. La missione Nato, infatti, è attiva dal 2018 su richiesta (obbligata) del governo iracheno.

Il nuovo comandate, generale Iannucci, ha quindi sottolineato la grande responsabilità e l’onore che il comando di Nmi comporta per l’Italia, che assume per la prima volta tale impegno in un quadrante da sempre fondamentale per la politica estera e di difesa del nostro Paese. Il generale Iannucci ha infine concluso sottolineando la centralità del lavoro di squadra, che sarà indispensabile per il successo della missione. La missione Nato in Iraq (Nmi) è una missione di addestramento e sostegno a favore del governo iracheno, fondata sul pieno rispetto della sovranità, indipendenza e integrità territoriale del Paese. Le principali controparti di Nmi sono il ministero della Difesa, l’Ufficio del consigliere per la sicurezza nazionale e le maggiori istituzioni attive per la difesa e la sicurezza dell’Iraq.

Lo Scopo di Nmi è sostenere la capacità addestrativa delle forze irachene in una vasta gamma di settori: contrasto all’utilizzo di ordigni esplosivi improvvisati, bonifica e sminamento, pianificazione civile e militare, medicina militare, ecc; sostenere i ministeri pertinenti in Iraq nello sviluppo di una struttura militare sostenibile attraverso la cooperazione civile-militare; svolgere un’importante azione di contrasto al terrorismo supportando lo sviluppo delle capacità di sicurezza nazionale e prevenendo così il ritorno di Daesh (acronimo in arabo per Stato islamico dell’Iraq e del Levante). Nmi lavora in collaborazione con l’Unione europea e le Nazioni Unite sulla riforma del settore sicurezza iracheno, assicurando coordinamento e complementarietà tra le varie attività; con la Coalizione internazionale anti-Daesh, le organizzazioni internazionali e i Paesi alleati, Nmi collabora per il contrasto alla corruzione, il rispetto dello stato di diritto e del diritto internazionale umanitario, la protezione dei civili e dei minori nei conflitti armati e su donne, pace e sicurezza.

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