L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

venerdì 17 giugno 2022

L'immigrazione di Rimpiazzo porta una cultura di rimpiazzo

15 JUNE 2022


E' da tanto tempo che non ritorno su uno degli argomenti-cardine di questo blog: l'immigrazionismo. E non perché me ne sia dimenticata, ma per stanchezza, amarezza e delusione. Senza contare che abbiamo avuto tante di quelle disgrazie in questi ultimi tre anni di questo sciagurato paese, da far scivolare sotto il cono d'ombra, un problema mai risolto come quello dei flussi migratori fuori controllo. Chi pensava che la farsa pandemica servisse almeno a tenerci fuori dai piedi gli sbarchi ha dovuto rassegnarsi a capire (pur senza poter muovere un dito) che le clausure e le restrizioni del Covid dovevano servire agli Italiani e non già a chi aspira a diventare "nuovo Italiano". Insomma il piano Kalergi e la Grande Sostituzione dell'ONU, vanno tranquillamente avanti col Great Reset di Schwab. E l'uno, non interrompe l'altro. Anzi, si integrano a meraviglia. Il Nuovo Mondo promesso da quelli della banda di Davos non può che essere "open" secondo i dettami sorosiani. Frattanto, arrivano respingimenti da Oltralpe, dalla Germania, dall'Austria, ma la pattumiera italica, no, non può respingere clandestini. La Gendarmerie francese si è messa addirittura sui nostri confini per respingere, con più di mille irregolari rimandati indietro in 4 mesi. Destinazione: Italia.

Ma vengo al caso Peschiera del Garda. Lo scrittore francese Laurent Obertone, intervistato oggi su La Verità circa le immagini dell'orda famelica di gruppo all'assalto su povere ragazzine ha così commentato: " Credo che questo genere di incidenti sia il futuro di tutto l'Occidente. E' impossibile far venire popolazioni dal terzo mondo senza diventare terzo mondo...".

Poi si sofferma sulla società francese, che prima di noi ha subito questo vulnus. "In Francia abbiamo violenze tra bande tutti i giorni, linciaggi, aggressioni gratuite, traffico di carne di animali selvatici, sessioni vodoo finite male, corse clandestine, matrimoni per cui si bloccano autostrade, si spara coi kalshnikov....".

Non è un caso che sia proprio la Francia quella che ha dato i natali a scrittori coraggiosi di narrativa distopica come Houellebecq del quale ho dato conto nel suo libro "Sottomissione" e Jean Raspail in "Il Campo dei Santi" del quale ho fatto recensione. Ma come dice lo stesso Obertone sul suo ultimo romanzo Guerriglia, "contrariamente a Raspail, che era un visionario, qui la profezia è molto a breve termine". Il crollo sarà brutale e si produrrà nei prossimi imminenti anni. Senza contare il surplus di radicalismo islamico che è un po' la cifra delle banlieues francesi.

Lo scrittore francese Laurent Obertone

Ma torno a Peschiera, su cui abbiamo constatato il silenzio mediatico circa l'etnia dei molestatori indicati a tutta prima semplicemente come "baby gang" (macché baby, d'Egitto!) nonché il silenzio colpevolissimo delle femministe, sempre più vivandiere della sinistra immigrazionista. Cosa pensano queste signore? di ottenere degli sconti di pena dai loro potenziali carnefici, sostenendo le loro subculture retrograde dove trattano le donne peggio delle capre? Ovviamente la Lamorgese viene giù dal pero. Come è venuta giù dal fico quando a Palermo si è prodotto la diserzione di massa da un dovere civico: le elezioni amministrative e il referendum rimasti senza scrutinatori. Ma cosa la tengono a fare questa ministra colabrodo del Disordine e della mancanza di vera legge? Nel frattempo le ristrutturazioni edilizie si fermano per il caos sul superbonus (volute dal VOSTRO Mario Draghi). Ieri a Milano mi sono soffermata a guardare uno di questi bigi e mesti palazzoni incapottati e incompiuti. Ciò che si configura come una desolante metafora di un'Italia senza tetto né legge!

Forse qualcuno si consolerà nel constatare che al di là delle Alpi, Macron per paura di sfigurare alle legislative ha censurato l'UEFA allo scopo di coprire i clandestini, responsabili delle aggressione contro tifosi inglesi e spagnoli, arrivati allo Stade de France, il 29 maggio scorso, per la finale di Champions League. La testata londinese Daily Mail ha riferito che perfino i filmati della videosorveglianza coi tafferugli sono stati requisiti ("andati perduti"), nel timore di perdere le elezioni e di irritare "i suoi potenziali elettori di origine immigrata". Da notare che l'Open France multikulti viene sostenuta sia da lui che da quel falso oppositore, a nome Mélanchon. Ora il teatrino politico francese è ridotto a questi due attori di scena e la destra anti-migrazioni è stata completamente disattivata. Come si può constatare, è tabù solo parlarne.

Niente di nuovo sul Fronte Occidentale. E se Sparta piange, Atene non ride. Resta comunque vero quel che dice Laurent Obertone: chi importa Africa diventa Africa.

S. Germana

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