RECESSIONE: PUNTO A CAPO!
image source Austin American Statesman
Non c’è alcuna recessione, solo immaginazione, infatti i mercati come abbiamo suggerito in questi giorni hanno festeggiato la buona notizia, o meglio bad news, good news.
In realtà, l’America sta sperimentando una recessione tecnica, ovvero due trimestri negativi consecutivi!
Fantastica la performance del vecchietto, un anno e mezzo di amministrazione e subito una bella recessione, nonostante miliardi a palate di sussidi e debito pubblico!
Powell, non siamo in una recessione.
Yellen, non vedo alcuna recessione.
Biden, questa non è una recessione.
Nel suo intervento al Senato degli Stati Uniti di qualche tempo fa, il presidente della Fed ha suggerito che il quadro economico è così solido da sopportare la stretta monetaria avviata dalla banca centrale.
No, non doveva dirlo, è talmente solido, che ora farà i conti con la storia.
Come sempre nella storia capacità finanziaria e perspicacia politica sono inversamente proporzionali. La salvezza a lunga scadenza non è mai stata apprezzata dagli uomini d’affari se essa comporta adesso una perturbazione nel normale andamento della vita e nel proprio utile. Cosi si auspicherà l’inazione al presente anche se essa significa gravi guai nel futuro.
Questa è la minaccia per il capitalismo (…) E’ ciò che agli uomini che sanno che le cose vanno molto male fa dire che la situazione è fondamentalmente sana!
Questa frase del grande JK GALBRAITH è un’altra pietra fondamentale su cui si basa da anni il nostro viaggio insieme alla …”Verità figlia del Tempo!”
Poche cose da aggiungere.
a) Senza il sostegno della bilancia commerciale positiva che ha aggiunto oltre 1,4 punti al pil, il dato sarebbe stato negativo di oltre il 2%. La forza del dollaro nel prossimo trimestre farà il suo lavoro facendo crollare le esportazioni. Servono almeno 4/6 mesi per vedere gli effetti della forza della moneta USA sulla contabilità del Pil.
b) Il dato CORE dell’inflazione PCE più seguito dalla Fed è sceso dal 5.2% al 4,4% e questa è una bella notizia e non importa se il mercato obbligazionario ieri non lo ha scontato pienamente.
c) Le vendite finali agli acquirenti domestici sono scese dello 0,3% contro una salita del 2% nel primo trimestre, la spesa per beni del consumatore americano si è contratta del 1,08% rispetto al primo trimestre.
d) Gli investimenti fissi sono scesi dello 0,72%
e) Scorte e magazzini hanno sottratto come avevamo più volte scritto oltre 2 punti al Pil.
f) Il reddito disponibile degli americani è sceso insieme al tasso di risparmio.
Il resto sono frottole o favole per l’immaginazione dei fessi o ingenui.
L’indicatore della Fed di Atlanta, il GDP now si è confermato affidabile per il secondo trimestre consecutivo, ora abbiamo di nuovo un valido indicatore per i trimestri che ci attendono.
Come suggerito in settimana, i mercati erano pronti per un rally estivo, festeggiano la fine dei rialzi aggressivi da parte della Federal Reserve, ma avranno una brutta sorpresa nelle prossime settimane e soprattutto a settembre.
Powell ignorerà questi dati e continuerà ad alzare i tassi in quanto ha disperatamente bisogno di alzare l’asticella, in quanto i successivi tagli potrebbero portare i tassi in territorio negativo per la prima volta nella storia.
La sostanza finale è che la serietà, la professionalità nel lavoro paga sempre, nessuno credeva alla nostra chiamata di recessione in questi mesi, la recessione è arrivata.
Ieri per la prima volta da mesi il futures sul trentennale ha invertito la rotta, lasciando sul grafico un nuovo massimo a 4 mesi, non importa se qualcuno nega la realtà, la verità è figlia del tempo!
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