L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

domenica 21 agosto 2022

Cina e Stati Uniti, esigenze diverse politica monetaria divergente

21 agosto 2022
Lo yuan scende ai minimi di quasi due anni con l’ampliarsi del differenziale di tasso


Il crescente divario di politica monetaria tra Cina e Stati Uniti e la fuga di capitali dalla seconda economia mondiale hanno fatto crollare lo yuan cinese al livello più basso degli ultimi due anni rispetto al dollaro.

Lo yuan è sceso al livello peggiore da settembre 2020 sia per i mercati onshore che offshore. L’inatteso calo dei tassi della People’s Bank of China di questa settimana è stato il catalizzatore iniziale del declino.

Il calo si è accelerato a causa della recente forza del dollaro e della decisione della PBOC di bloccare lo Yuan al livello più basso dal 2020.

Alla chiusura di venerdì, lo Yuan onshore è sceso dello 0,4% a 6,8170 per dollaro, mentre lo Yuan offshore è sceso fino allo 0,6% a 6,8445 per dollaro prima di recuperare. Venerdì, il Bloomberg Dollar Spot Index è aumentato per il terzo giorno, raggiungendo un massimo di un mese.

Secondo il responsabile della strategia FX per l’Asia di RBC Capital Markets, Alvin Tan, “c’è un notevole spazio per un ulteriore calo della valuta in un contesto di economia fiacca”. Tan ha rilasciato questa dichiarazione in una nota agli investitori.

Secondo Tan, lo Yuan onshore subirà un ulteriore declino, che la PBOC difficilmente riuscirà a fermare, e si avvicinerà a 7 per dollaro nel primo trimestre del 2023.

Gli analisti di Standard Chartered Bank e Mizuho Bank Ltd. prevedono che lo Yuan scenderà perché la posizione dovish della PBOC contrasta con i rialzi dei tassi della Federal Reserve per combattere l’inflazione.

Dopo che funzionari come James Bullard di St. Louis hanno continuato a spingere per un ulteriore spostamento di 75 punti base, gli operatori hanno scommesso sulla probabilità di un significativo aumento dei tassi della Fed il mese prossimo.

Inoltre, mentre Goldman Sachs Group Inc. e Nomura Holdings Inc. hanno tagliato significativamente le loro previsioni di crescita, lo yuan ha risentito anche delle crescenti preoccupazioni economiche interne.

Secondo i media statali cinesi, i governi locali potrebbero vendere più di 229 miliardi di dollari in obbligazioni per finanziare progetti infrastrutturali, mentre si prevede che le banche, per sostenere l’economia, diminuiranno i tassi di riferimento sui prestiti lunedì per aiutare l’economia, che si sta ancora riprendendo dalle chiusure di Covid.

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