L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 20 agosto 2022

Contrordine, non c'è nessun CROLLO CLIMATICO

Nessuna emergenza climatica: 1100 scienziati contro la narrazione catastrofista



Questa notizia non la troverete nel mainstream perché essa è proibita dai padroni del medesimo: oltre 1.100 scienziati del clima di tutto il mondo, guidati dal premio Nobel per la fisica Ivar Giaever hanno firmato un documento in cui viene decostruita la pseudo emergenza climatica e si afferma che la scienza è degenerata in una discussione basata su credenze, e su modelli astratti non su solide evidenze. Insisto sulla questione climatica perché sono convinto che sarà essa a diventare la narrazione centrale dell’oligarchia permettendo di rendere accettabili e anzi virtuosi tutti i sacrifici e gli scassi sociali. l’impoverimento e la carenza che sono invece parte di una funesta “visione” portata vanti dal capitalismo finanziario. Cominciano perciò col dire che 1100 scienziati e ricercatori del settore sono un numero enorme vista la difficoltà nel mondo accademico di raccogliere sovvenzioni per qualsiasi ricerca sul clima che si discosti dall’ortodossia politica: siamo di fronte alle stesse cose denunciate durante la pandemia, anche se ovviamente più limitate perché a nessuno viene imposto un vaccino contro il riscaldamento globale- tuttavia l’intreccio fra università, riviste di settore, investimenti privati di fatto privilegia o spinge una tesi sulle altre a causa della sua convenienza economico – politica. E’ sempre stato sempre così, ma fino a che gli interessi erano contrastanti e contrapposti con forze più o meno uguali, c’era uno spazio di libertà per la ricerca, ma da quando tutto è concentrato in pochissime mani le cose sono cambiare radicalmente , esattamente come è successo per i media.

Ciò che il documento mette in rielevo è che i “modelli” climatici sui quali si basa l’ipotesi del riscaldamento globale in fase catastrofica dipendono completamente da ciò che in questi modelli è stato inserito, ipotesi, congetture, vincoli e perché no, anche suggestioni. Credere al risultato di un modello climatico significa in sostanza credere a ciò che i modellisti hanno inserito, ovvero a ciò che essi credono. Ci dobbiamo dunque liberare dall’ingenua fede modelli climatici immaturi e In futuro, la ricerca sul clima dovrà dare maggiore enfasi alla scienza empirica.

E ora lascio spazio al documento che ha un titolo semplice e inequivocabile: “Questa non è un’emergenza climatica” :

Fattori naturali e antropici causano il riscaldamento

L’archivio geologico rivela che il clima della Terra è variato da quando esiste il pianeta, con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale si è conclusa di recente, nel 1850. Pertanto, non sorprende che ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.

Il riscaldamento è molto più lento del previsto

Il mondo si è riscaldato significativamente meno di quanto previsto dall’IPCC (l’agenzia dell’Onu, gestita con fondi privati, che detta legge esattamente come fa l’Oms ndr) sulla base della forzatura antropogenica modellata. Il divario tra il mondo reale e il mondo modellato ci dice che siamo lontani dal comprendere il cambiamento climatico.

La politica climatica si basa su modelli inadeguati

I modelli climatici presentano molte carenze e non sono nemmeno lontanamente plausibili come strumenti politici globali. Esaltano l’effetto dei gas serra come la Co2 . Inoltre, ignorano il fatto che arricchire l’atmosfera con Co2 è benefico.

La Co2 è il cibo vegetale, la base di tutta la vita sulla Terra

La Co2 non è un inquinante. È essenziale per tutta la vita sulla Terra. La fotosintesi è una benedizione. Una maggiore quantità di Co2 è benefica per la natura, rendendo più verde la Terra: una maggiore quantità di Co2 nell’aria ha promosso la crescita della biomassa vegetale globale. È anche un bene per l’agricoltura, aumentando i raccolti dei raccolti in tutto il mondo.

Il riscaldamento globale non ha aumentato i disastri naturali

Non ci sono prove statistiche che il riscaldamento globale intensifichi uragani, inondazioni, siccità e simili disastri naturali, o li renda più frequenti. Tuttavia, vi sono ampie prove del fatto che le misure di mitigazione della Co2 siano tanto dannose quanto costose.

La politica climatica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche

Non c’è emergenza climatica. Pertanto, non c’è motivo di panico e allarme. Ci opponiamo fermamente alla politica dannosa e irrealistica di zero emissioni nette di Co2 proposta per il 2050. Se emergeranno approcci migliori, e sicuramente lo faranno, avremo tutto il tempo per riflettere e riadattarci. L’obiettivo della politica globale dovrebbe essere “prosperità per tutti” fornendo energia affidabile ea prezzi accessibili in ogni momento. In una società prospera uomini e donne sono ben istruiti, i tassi di natalità sono bassi e le persone hanno a cuore il proprio ambiente.

Certo è sconcertante che si viva dentro un’emergenza ambientale per l’inquinamento della terra e degli oceani che mette in pericolo una grande parte della vita da cui dipendiamo, ma che invece di affrontare questi problemi evidenti ci si perda dietro a catastrofismi non molto più seri degli annunci della fine del mondo.

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