L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

martedì 30 agosto 2022

Il VOSTRO vaccino non immunizza è solo un farmaco sperimentale. Dovreste andare tutti in galera ma le VOSTRE istituzioni se ne guarderanno bene

ANTINFIAMMATORI. L’ANGOLO CIECO DELLA SANITÀ

29 Agosto 2022 Chiara Ciampi

L’assenza di protocolli di cura è stata la precondizione affinché farmaci sperimentali fossero approvati in via emergenziale. In più, averli nomenclati sotto la dicitura vaccini ha ulteriormente evitato il percorso di approvazione di una tecnologia mRna che, altrimenti, avrebbe richiesto una sperimentazione obbligata in merito a sicurezza, posologia e utilità clinica, inclusi i presunti vantaggi rispetto ad eventuali farmaci già in commercio.

Con disinvoltura si è dato anche il via libera al mix and match di vaccini differenti, alla somministrazione in gravidanza, all’abbassamento delle fasce di età, rendendo questo trattamento sanitario, di fatto, un vincolo per l’accesso al lavoro.

Oggi, a distanza di 2 anni, uno studio pubblicato su The Lancet afferma che l’uso di antinfiammatori alla comparsa dei primi sintomi dati dal Covid riduce dell’85-90% il rischio di ricovero.

 

Una notizia tale da far saltare sulla sedia i tanti responsabili di omissione di soccorso. Ma siamo in Italia, dove la vergogna istituzionale si declina solo al condizionale. Quindi, restiamo in attesa che la macchina della giustizia faccia il suo corso, sperando nel decadimento urgente di qualsiasi obbligo rispetto ad un vaccino non immunizzante e con efficacia minore rispetto alle cure e ai rischi ancora in fase di studio.

Ricordiamo che le direttive del Ministero della Salute prevedono la “vigile attesa” e la somministrazione di paracetamolo per l’infezione da Sars-CoV-2. E ricordiamo anche che ci sono stati medici i quali – in coerenza con la professionalità e il titolo specialistico acquisito – si sono coraggiosamente assunti la responsabilità circa l’esito di terapie diverse dal protocollo ufficiale, con cui hanno salvato vite e ridotto le ospedalizzazioni. Nel biasimo e nella foga persecutoria del governo e dell’Ordine.

In tanti siamo venuti a conoscenza di protocolli di profilassi e cura noti come “terapia domiciliare precoce” grazie alla divulgazione dei canali di informazione alternativa, mentre per due lunghi anni i canali principali di informazione esercitavano la loro “libertà”, senza doveri e responsabilità, partecipando ad un’azione nociva rispetto alla pubblica sicurezza, alla protezione della salute, della morale, della reputazione e dei diritti altrui.

Nell’articolo 21 della nostra Costituzione è stabilito il diritto di informazione che, per essere esercitato concretamente, presuppone il pluralismo delle opinioni e la verifica accurata, senza pregiudizi ideologici, delle notizie, dove la presenza di più fonti di informazione, anche contrapposte, consente al destinatario di formulare un ragionamento critico e un’idea autonoma.

Ciò nonostante, il World Economic Forum è interessato a trovare “soluzioni a monte”‘ ,” per il controllo delle informazioni sgradite alla linea di pensiero dominante, prima ancora che queste arrivino e possano diffondersi nel web. Il blocco di profili e canali non basta più. La censura è ora preventiva: un’intelligenza artificiale diventerà polizia e tribunale del pensiero, sdoganando di fatto il reato d’opinione.

Siamo all’inizio di una nuova epoca di poteri centralizzati, che lavorano di concerto soverchiando ogni libertà, ogni diritto, ogni sovranità.

Nel maggio scorso, durante la 75ª Assemblea mondiale dell’Oms, i rappresentanti di tutti i 194 stati membri e diversi capi di Stato hanno messo a punto l’agenda dei prossimi due anni, volta ad adottare un’unica risposta centralizzata e coordinata alle future pandemie.

In sostanza, si legge che “in un mondo minacciato da conflitti, iniquità, crisi climatica e pandemie, l’Assemblea mondiale della sanità sottolineerà l’importanza di costruire un pianeta sano e pacifico sfruttando scienza, dati, tecnologia e innovazione”.[1]

Interessante è anche il titolo del documento: “Salute per la pace, pace per la salute”. Un’astuta combinazione di parole, che dietro termini evocativi e dal forte impatto emotivo, nascondo l’intenzione di legittimare il controllo più invasivo, antidemocratico, irrimediabile, totalizzante e totalitario mai attuato sui popoli.

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