L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

lunedì 15 agosto 2022

L'austerità non è mai volontaria ma sempre obbligata

E’ tornata l’austerity, ecco le misure (per ora volontarie) per tagliare i consumi di gas
Scatta l'austerity "volontaria" per ridurre i consumi di gas e adeguarsi così alle previsioni dell'Unione Europea. Ecco le misure adottate.
di Giuseppe Timpone , pubblicato il 14 Agosto 2022 alle ore 07:14


Corsi e ricorsi storici. Quasi mezzo secolo fa, gli italiani vennero a conoscenza di una parola inglese apparentemente innocente, ma dall’impatto quanto mai intenso per le loro vite: austerity. Siamo alla fine del 1973. I paesi dell’OPEC decidono di punire l’Occidente per avere sostenuto Israele nella guerra dello Yom Kippur. Introducono l’embargo ai suoi danni. I prezzi del petrolio quadruplicano. Le economie importatrici entrano in recessione e l’inflazione sale alle stelle. Mezzo secolo dopo, cambiano i nomi dei protagonisti, mentre i meccanismi appaiono molto simili. Oggi è la Russia a punire l’Europa chiudendoci i rubinetti del gas. La nostra colpa? Sostenere l’Ucraina dalla sua aggressione.

Austerity meno drastica per l’Italia: -7%

L’Unione Europea a luglio ha deciso che gli stati comunitari dovranno ridurre “volontariamente” i consumi di gas del 15% per il periodo agosto 2022/marzo 2023. L’Italia ha ottenuto una parziale esenzione, dovendo tendere al -7%. Lo stesso dicasi per paesi come la Germania, principalmente grazie alle elevate scorte di gas negli stoccaggi. Tuttavia, qualora l’offerta di gas dovesse diminuire o la domanda salire, Bruxelles potrà fare scattare la fase d’emergenza, imponendo agli stati il suddetto taglio.

Va precisato, comunque, che l’imposizione dovrebbe passare per un voto a maggioranza qualificata del Consiglio europeo, cioè degli stessi governi. Ad ogni modo, la stessa Italia al suo interno potrebbe procedere con misure coattive nel caso si rendessero necessarie. Per il momento, si punta alla riduzione dell’illuminazione pubblica, mentre negli uffici pubblici gli impianti di rinfrescamento dovranno aumentare di due gradi la temperatura. In inverno, gli impianti di riscaldamento dovranno abbassarla di due gradi.

Consumi di gas e luce giù, i comuni si attrezzano

Il suggerimento alle famiglie è di evitare gli sprechi di luce e gas, tra cui l’utilizzo razionale degli elettrodomestici. Per fare un esempio, è fortemente sconsigliato far lavorare lavatrice o lavastoviglie a mezzo carico. Nel caso di passaggio dal suggerimento all’obbligo vero e proprio, non si capisce quali sarebbero le modalità utilizzate per costringere i privati a comportarsi virtuosamente nelle loro case. A meno di immaginare blitz a sorpresa delle Forze dell’Ordine. Tranquilli, siamo ironici (per fortuna)! Semmai sarà più semplice per i condomini, dove gli impianti centralizzati di riscaldamento sarebbero azionati a due gradi di temperatura in meno dei minimi fissati ad oggi.

Nel frattempo, alcuni comuni si stanno già adeguando, se non altro per risparmiare sulla maxi-bolletta. A Torino è stata ridotta l’intensità dell’illuminazione pubblica. A Belluno l’illuminazione pubblica è totalmente spenta tra le 2.30 e le 5 del mattino. Obiettivo: tagliare i consumi di gas di 4 miliardi di metri cubi. Ci riusciremo? E, soprattutto, basterà? Chissà. Se così non fosse, gli anni Settanta ci offrirebbero un menù di ricordi più vasto di quello sin qui prospettato. Ai tempi, furono imposti lockdown a negozi e ristoranti oltre un certo orario. Il telegiornale fu anticipato di mezz’ora per mandare gli italiani a letto prima. Alle auto fu impedita la circolazione di domenica. Sembrano cronache di un mondo che fu e che, invece, potrebbe tornare dopo l’estate.

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