L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

lunedì 29 agosto 2022

L'Ungheria cura con intelligenza la sua Sovranità Nazionale

L’Ungheria lancia un avviso all’UE sulle sanzioni alla Russia

Maurizio Blondet 28 Agosto 2022

Budapest dice a Bruxelles che non se ne parli più di aggiungere ulteriori restrizioni

Budapest si rifiuta di negoziare qualsiasi ulteriore restrizione dell’UE nei confronti dell’energia russa perché non esiste attualmente un’alternativa alle forniture da Mosca, ha affermato sabato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto.

L’UE ha schiaffeggiato diversi round di sanzioni a Mosca in risposta al conflitto in Ucraina e sta spingendo per una completa eliminazione graduale delle forniture di energia dalla Russia.

“Non siamo disposti a negoziare alcuna sanzione sull’energia, che si tratti di petrolio o gas”, ha detto Szijjarto in un forum economico a Tihany, aggiungendo che “il coraggio del governo ungherese” ha aiutato Budapest a resistere alle pressioni di Bruxelles.

“Non c’è sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Europa senza l’utilizzo di fonti russe”, ha affermato Szijjarto, sostenendo che il gas russo non può essere sostituito nel prossimo futuro.

Il ministro degli Esteri ha aggiunto che la “risposta in gran parte fuorviante delle sanzioni” alla campagna militare russa è uno dei fattori che guidano l’inflazione e contribuiscono a una recessione globale.

L’Ungheria, la cui economia è fortemente dipendente dal petrolio e dal gas dalla Russia, è stata esentata da un divieto a livello dell’UE sul greggio russo a maggio. Il blocco ha vietato l’importazione di petrolio via mare, ma l’Ungheria continua a ricevere la merce tramite un oleodotto.

Il mese scorso il primo ministro ungherese Viktor Orban ha affermato che l’Europa si è “sparata nei polmoni” con le sue sanzioni sconsiderate contro la Russia.

#sadefenza


MB: Alla guida di un popolo di 9 milioni, ha il coraggio di opporsi alla euro-oligarchia. I governanti italiani si comportano come se dovessero baciare le mani alla UE perché ci ha ammesso, noi potenza industriale, e ci “aiuta col PNRR” (che paghiamo in gran parte noi: siamo contributori netti) e ci sorveglia e ci punisce perché sennò li spendiamo male. Nessuno dei nostri avrebbe mai il coraggio di “sfidare” la Commissione né sulle sanzioni alla Russia (che sono concepite per danneggiare noi) né su alcun altro tema: incameriamo i danni e lecchiamo le mani, “ cosa faremmo fuori dalla UE” eccetera.

I governanti dell’Ungheria sanno di poter contare su un popolo di altissima dignità, che si sa costantemente minacciato di perdere la forte identità – dalle orde mongoliche al destino di minuscolo ugrofinnico in un mare di slavi – e reagisce con quel coraggio senza cedimenti né compromessi che incute ammirazione. Dopotutto, nel 1956, fu il primo e solo popolo a sfidare il potere sovietico, lottando nelle strade, bottiglia Molotov contro carri armati; ed era un popolo esausto; la guerra era finita solo un decennio prima, e questo popolo aveva dato 900 mila vite magiare al Terzo Reich (per quella certa idea dell’Europa) , divisione dopo divisione annientata dall’avanzata dell’Armata Rossa , battendo poi fino a Berlino gli ultimi superstiti.



Nessun commento:

Posta un commento