L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 10 settembre 2022

Gli atti di guerra si moltiplicano e mettono la Russia sempre più all'angolo, la sopravvivenza obbligherà a tirare fuori gli artigli sino ad ora non usati

La Lituania ha sigillato 500 km di confine con la Bielorussia. Balcani pronti ad “incendiarsi”



Una foto nitida che riporta però alle foto sbiadite dell’epoca della guerra fredda, quando l’Europa era il campo di battaglia tra anglo-americani e sovietici e il muro di Berlino era il simbolo della divisione continentale.

La Lituania ha appena ultimato di sigillare con il filo spinato i 500 kim di confine con la Bielorussia.

Paradossale che mentre sul fronte sud, Unione Europea e ONU, invocano la necessità di una politica volta all'”accoglienza” e alle “porte aperte” per richiedenti asilo sprovvisti della minima giustificazione per essere dichiarati “profughi”, sul fronte est si lavori incessantemente per una rinnovata guerra fredda con il mondo russo. Cui prodest? All’Italia non crediamo proprio, soprattutto in considerazione del fatto che, per molti analisti geopolitici, se la guerra russo-ucraina dovesse debordare, sarebbero proprio i Balcani a incendiarsi, con tutte le conseguenze che questo avrebbe sull’Italia.

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