L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

domenica 11 settembre 2022

Izjum di nuovo in mano ai NUOVI NAZISTI ucraini supportati dai mercenari pagati dall'Occidente

L’invasione russa dopo sei mesi

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Dettaglio della carta di Laura Canali. Per la versione integrale, scorri fino alla fine di questo articolo.

Come sta cambiando il fronte bellico in Ucraina. Anticipazione dal prossimo numero di Limes.

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Per la versione integrale della carta, scorri fino a fine articolo.


La carta inedita a colori della settimana è un aggiornamento sull’invasione russa dell’Ucraina nonché un’anticipazione dal numero 8/2022 Il mare italiano e la guerra, che sarà in edicola e libreria da sabato 17 settembre (online qualche giorno prima).


La carta fotografa la situazione a oltre sei mesi dall’inizio del conflitto, per la precisione il 7 settembre 2022. È possibile osservare alcune differenze sul campo rispetto a luglio e all’inizio della campagna militare ordinata dal presidente della Russia Vladimir Putin il 24 febbraio.


Mentre prosegue l’articolata battaglia campale per il controllo del Donbas, che ha visto in estate la caduta in mano russa delle città gemelle di Sjevjerodonec’k e Lysyčans’k, l’esercito di Kiev tenta vaste controffensive nelle oblast’ di Kharkiv (est) e Kherson (sud). Agli inizi di settembre si è registrata una significativa intensificazione degli scambi di artiglieria lungo tutta la linea di contatto [pallini raggiati rossi].


Anche l’area di Enerhodar nell’oblast’ di Zaporižžja, dove sorge la più grande centrale nucleare d’Europa con sei reattori oggi in mano russa, è interessata da frequenti schermaglie belliche [pallino 1 verde]. Il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi, a seguito di un’ispezione all’impianto, ha detto che «l’integrità fisica dello stabilimento è stata violata». Le azioni sconsiderate di una delle parti (assalto fallito, sabotaggio, errore nei bombardamenti) potrebbero mettere a repentaglio l’ecosistema dell’area più fertile d’Ucraina, con fuga di radiazioni e contaminazione delle riserve idriche.


Grazie all’invio di armi occidentali più performanti e a lungo raggio, come gli M142 Himars di produzione statunitense, le Forze armate dell’Ucraina sono riuscite a mettere a segno diversi successi tattici, come la distruzione o il danneggiamento dei viadotti sul segmento meridionale del fiume Dnepr. Il bombardamento del ponte Antonivka/Antonivs’kij e dei ponti stradale e ferroviario presso la diga di Nova Kakhovka [pallini 2 e 3 verdi] ha la scopo di isolare logisticamente le truppe occupanti dispiegate sulla sponda destra (ovest) del grande corso d’acqua. La mancanza di fluidità nei rifornimenti bellici alle truppe moscovite potrebbe generare la definitiva perdita di controllo della “terrazza” di Kherson e dell’omonimo capoluogo.


Pur privi di un’adeguata copertura aerea, i soldati ucraini stanno conducendo la controffensiva per la riconquista di Kherson [pallini 4 magenta]. Passando all’attacco, l’Ucraina rischia di vedere un numero più che proporzionalmente alto di morti tra le proprie fila. Ma con la riconquista del capoluogo, Kiev spera di indurre Mosca a desistere da nuove avanzate.


Testo di Mirko Mussetti.

Carta di Laura Canali in anteprima per gli abbonati a Limesonline.


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