L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 8 settembre 2022

La Fed ha finito di giocare con i tassi d'interessi e con l'inflazione da lei stessa creata e che scarica sul resto dell'Occidente. La guerra igiene del mondo va diritto al punto e restituisce alla realtà i valori essenziali ed esistenziali disponendoli su equilibri nuovi

BORSA: I MERCATI UE TEMONO L'AGGRESSIVITA' FED, VERSO AVVIO IN ROSSO

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 07 set - Lo spettro di una Fed ancora aggressiva nella stretta di politica monetaria per contrastare l'inflazione continua ad agitare i mercati azionari. Gli investitori alleggeriscono infatti i portafogli dagli asset piu' rischiosi, mentre i future sui Fed Fund danno per probabile al 74% un altro incremento dei tassi di 75 punti base nel vertice Fomc del 21 settembre. Le vendite coinvolgono anche i titoli di Stato, coi rendimenti sui Treasury a 30 anni ai massimi dal 2014, mentre il dollaro guadagna terreno contro le altre principali valute, appesantendo i corsi delle materie prime. I listini asiatici sono scesi a livelli toccati nella crisi pandemica del 2020, mentre in Europa i future sull'Eurostoxx 50 cedono l'1% e a Piazza Affari i contratti sul Ftse Mib perdono lo 0,8%. Sul valutario, l'euro torna sotto quota 0,99 dollari ed e' indicato a 0,9894 da 0,9908 ieri in chiusura. Ancora in calo il prezzo del petrolio, anche alla luce della riduzione "simbolica" dell'output da parte dei paesi Opec+: il Brent con consegna novembre perde l'1,58% a 91,36 dollari al barile, mentre il Wti ottobre scivola dell'1,61% a 85,48 dollari. In rialzo del 2% a 245 euro per megawattora il gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.

Ppa-

(RADIOCOR) 07-09-22 08:28:20 (0151) 5 NNNN

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