L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

domenica 4 settembre 2022

Non c'è bisogno di aggiungere che se lo stato d'eccezione per il quale viene sospeso lo stato diritto, diventa la regola, significa solo che siamo in regime autoritario e totalitario

01 SEPTEMBER 2022


Non c'è bisogno di aggiungere che se lo stato d'eccezione per il quale viene sospeso lo stato diritto, diventa la regola, significa solo che siamo in regime autoritario e totalitario. Chi non capisce la gravità della questione significa che non ha alcuna sensibilità costituzionale e democratica. È fatto per sottostare al Leviatano di Hobbes (ammesso che il suddito in questione, sappia chi è). In base a quali algoritmi decideranno la fine dello stato di emergenza? Le ondate e le varianti si succedono alle varianti con nomi nuovi e numeri nuovi, e allora che si fa? Si va avanti con lo stato di emergenza perenne?
Giorgio Agamben ha spiegato le differenze sottili tra stato d'emergenza e stato d'eccezione. Lo stato di emergenza è un concetto da protezione civile basato su decreti e atti amministrativi apparentemente legali ma non legittimi, mentre lo stato di eccezione è la sospensione di certe garanzie costituzionali. E ormai è fuori dubbio che siamo entrati nel secondo.
Ci hanno provato gusto a fare esperimenti sociali su di noi, esperimenti che sono in larga parte riusciti, con la scusa del virus. E ora si replica con la crisi energetica, laddove è sempre più chiaro che si vuole gestirla con gli stessi meccanismi coercitivi utilizzati col Covid. Si parla addirittura già di un'agenda Cingolani basata su restrizioni e chiusure indiscriminate. Non sapendo (meglio, non volendo) proporre niente di buono e di utile, creeranno nuove chiusure per le attività che consumano energia. Non si tratterà quindi solo di "razionamenti" per fasce orarie. Certamente anche di quelli. Ma di un ulteriore insopportabile confinamento. E' notizia odierna che in Usa dopo aver spinto e favorito con ogni mezzo il mercato dell'auto elettrica, nel nome del solito "rispetto per l'ambiente", adesso impediscono ai proprietari di ricaricarle dalle centraline elettriche. In nome di cosa? Della novella crisi energetica e dei conseguenti "razionamenti". E', come si può ben vedere, una cabina di regia internazionale. Nei condomini italiani ne vietano la ricarica poiché le prese sono collegate a un contatore condominiale e le bollette dei consumi schizzano alle stelle fino a raggiungere valori pressoché astronomici. Ecco un altro modo per creare discordie intestine, oltre alla fregatura di aver ascoltato le sirene del mercato dove si millantava "risparmio" e "rispetto per l'ambiente".


Frattanto la cosiddetta "emergenza idrica" è servita in alcuni comuni a far chiudere anticipatamente le piscine all'aperto, ree di consumare troppa acqua. E questo, nonostante le belle giornate che ancora ci regala settembre e a dispetto di chi ama il nuoto. Ma perché i gestori esercenti non si coalizzano e li mandano tutti a quel paese? Misteri. Come è un mistero quello di certi vicini di casa che hanno preso così sul serio le ordinanze municipali da non versare una goccia d'acqua al loro giardino fino ad aver fatto morire di siccità la siepe di un bel caprifoglio giallo sulla loro rete di recinzione e tutte gli arbusti di lavande. Ma si può essere più imbecilli di così? E' il serpente che si morde la coda. Le piante e il loro fogliame ci garantiscono ossigeno e freschezza nell'ambiente circostante. Negando l'acqua non si fa che accelerare il processo di siccità e di degrado ambientale. Per inciso, detti vicini si sono tridosati, perché "sennò non possiamo andare più in vacanza dove vogliamo" e circolano ancora in mascherina. E ho detto tutto. L'idiozia e la demenza sono tutte collegate tra di loro.

S. Egidio

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