L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

lunedì 5 settembre 2022

Vogliono il voto due coalizioni falsamente contrapposte ma in realtà del tutto organiche all'attuale Sistema massonico mafioso politico qui in Italia e al Sistema finanziario globale Totalizzante nel resto del mondo occidentale

Le ragioni di una scelta
di Fabrizio Marchi
30 agosto 2022

L’imperativo categorico alle prossime elezioni del 25 settembre è NON votare per i due schieramenti di centrosinistra (PD più cespugli e cespuglietti, Calenda, Renzi, Bonino, Fratoianni) e di centrodestra (Meloni, Salvini, Berlusconi).

Si tratta di due coalizioni falsamente contrapposte ma in realtà del tutto organiche all’attuale sistema capitalista, neoliberista e imperialista. Si differenziano – per ragioni meramente strumentali ed elettoralistiche – solo nel modo di interpretare l’ideologia politicamente corretta e neoliberale dominante, alla quale in realtà aderiscono in toto.

Il compito che queste forze sono chiamate ad assolvere, infatti, è proprio quello di tenere in piedi la finzione di una falsa dialettica all’interno di un sistema “neo-liberale” (e per questo in realtà illiberale, lo abbiamo visto in azione durante la gestione della crisi pandemica…) e sostanzialmente da tempo non più democratico. Infatti, i vecchi partiti di massa che con tutte le loro contraddizioni, rappresentavano bisogni e interessi sociali contrapposti che si confrontavano e si scontravano in una autentica dialettica politica, non esistono più.

Quelli attuali sono soltanto delle consorterie di (pessimi) professionisti della politica (con la p minuscola) chiamati ad amministrare ciò che resta della cosa pubblica per conto terzi, cioè per conto del vero padrone del vapore, il grande capitale multi-transnazionale (finanziario e non solo) e i suoi apparati amministrativi, militari e mediatici. Le Costituzioni democratiche scaturite dalla lotta contro il nazifascismo sono state completamente disattese e svuotate, la politica è stata ridotta al rango di ancella del mercato, del capitale e della “tecnica”, il nuovo orizzonte del dominio capitalista della cosiddetta “post modernità”.

Tutto ciò si traduce in una sostanziale e anche formale subordinazione di questi due schieramenti alla NATO e alle sue politiche (e guerre) imperialiste e neocolonialiste, alla volontà di potenza degli USA che sono determinati a mantenere, costi quel che costi, la loro egemonia sul mondo, alle politiche neoliberiste dell’UE che hanno mandato in soffitta le Costituzioni democratiche per portare un attacco senza precedenti nella storia contemporanea al mondo del lavoro, allo stato sociale e ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Il lavoro che abbiamo di fronte è durissimo e va ben oltre la prossima scadenza elettorale. Si tratta infatti di gettare le basi per la costruzione di una nuova e moderna forza Socialista, popolare, di classe e di massa, in grado di interpretare correttamente la realtà, di rappresentare tutti i ceti sociali subalterni, di comprendere (per poter al meglio combatterle) le nuove contraddizioni che l’attuale forma di dominio sociale ha creato ad arte (autoctoni contro immigrati, donne contro uomini, giovani contro anziani, “si vax” contro “no vax”, lavoratori privati contro lavoratori pubblici, lavoratori autonomi e parasubordinati contro lavoratori dipendenti) al fine di dividere e mettere le persone le une contro le altre.

A tal fine, ho scelto in questa fase di proseguire il percorso avviato nell’ottobre dello scorso anno quando scelsi di candidarmi, come indipendente, alle elezioni amministrative di Roma, con il Partito Comunista guidato da Marco Rizzo. Questo partito ha svolto un ruolo fondamentale nella costruzione della coalizione “Italia sovrana e popolare” che ha deciso di candidarmi alla Camera nel Collegio uninominale Lazio 2 Circoscrizione U03 (Latina e provincia).

Italia Sovrana e Popolare è la sola formazione politica al momento non inquinata dall’ideologia neoliberale e politicamente corretta e che non si pone problemi di sorta nel candidare tra le sue file un critico radicale della suddetta ideologia, come il sottoscritto. E’ quella che con nettezza ha assunto una posizione dichiaratamente contraria alle sanzioni nei confronti della Russia, al sostegno e alla fornitura di armi e denari al regime nazi-liberista di Kiev, che si oppone alle guerre imperialiste degli USA e della NATO, alle politiche neoliberiste antipopolari, antisociali e anticostituzionali dell’UE, che rivendica la sovranità costituzionale e democratica, la difesa della Costituzione italiana come baluardo contro il neoliberismo e le politiche guerrafondaie, la fuoriuscita dell’Italia dalla NATO e dall’Unione Europea (di fatto un satellite degli Stati Uniti), al fine della costruzione di un mondo multipolare non dominato dalla superpotenza USA.

Come ripeto, il lavoro più duro e complesso comincerà proprio dopo le elezioni, ma intanto abbiamo questa scadenza da affrontare. La forte affermazione di una forza democratica, costituzionale, antiliberista e antimperialista (“antisistema”, come viene mediaticamente definita), con una importante presenza comunista al suo interno, può favorire il processo di costruzione di quella grande forza Socialista di cui c’è urgente necessità.

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