L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 1 ottobre 2022

Ma dai non prendiamoci in giro. E' evidente che sono stati gli Stati Uniti

Il “mistero” dell’attacco ai gasdotti Nord Stream
29 settembre 2022


Gli attentati che hanno danneggiato, pare irrimediabilmente, i gasdotti North Stream 1 e 2 hanno un impatto non solo a livello energetico ma anche politico.

Le analisi sono oramai concordi sul fatto che si tratti di una vera e propria operazione di guerra, ma non sembrano del tutto concordi su chi ne sia l’autore. Russia e Stati Uniti si accusano a vicenda, come sempre.

L’Europa, che si trova in mezzo e che è sicuramente la principale vittima di tali azioni, per l’ennesima volta dà l’impressione di non essere in grado di sviluppare proprie valutazioni e analisi e pertanto appoggia senza se e senza ma la versione statunitense.

Certamente, Putin ci ha abituato a una serie di nefandezze e non avrebbe un solo attimo di esitazione a condurre un simile attacco “pirata” se gli convenisse.

Analisti di grido vedono in questa azione l’ennesimo tentativo di fare pressione sull’opinione pubblica europea utilizzando l’arma del gas e provocare cedimenti nel fronte occidentale, parlando alla “pancia” delle popolazioni dei paesi più dipendenti dalle forniture di gas russo. Alla domanda se non fosse stato più facile interrompere l’alimentazione dei propri gasdotti anziché renderli forse per sempre inservibili, si risponde che in quel caso Gazprom sarebbe stata tenuta a pagare le penali per i contratti cui non si sarebbe attenuta.

Possibile, anche se in una situazione in cui si rasenta, almeno a parole, una guerra nucleare in Europa, in cui la stessa sopravvivenza del regime moscovita sarebbe in pericolo in caso di disfatta militare e in cui i dettami contrattuali vengono regolarmente disattesi in virtù della guerra economica in atto tra USA/UE e Russia, le penali contrattuali potrebbero non essere tra le principali preoccupazione del Cremlino.


Si può valutare che questa non sarebbe la prima mossa autolesionistica e azzardata di Mosca in questo conflitto ma se invece non si volesse seguire la pista del “pregiudicato sospettato numero uno”, si potrebbe pensare a Hernàn Cortés che appena giunto con i suoi avventurieri e mercenari sulle spiagge di quello che oggi chiamiamo Messico, si narra abbia fatto bruciare tutte le sue navi.

Una scelta che poteva sembrare autolesionistica, ma che prese perché non si fidava delle proprie truppe, il cui reclutamento era dubbio, e non voleva dar loro alternative alla missione che si era proposto.

In quest’ottica, il danneggiamento sembra ormai in forma irreparabile dei gasdotti North Stream 1 e 2 (anche se quest’ultimo non era ancora entrato in funzione), potrebbe essere un modo per far capire a quelle componenti dell’opinione pubblica tedesca e di altre nazioni, che appaiono più dubbiose ,che non si possono più avere ripensamenti.

Anche se fossero sofferenti per l’inevitabile prossima carenza di gas e l’impennata dei costi energetici, dovranno rendersi conto che non ci sono più alternative al blocco totale delle forniture russe. Ora come allora, non si può tornare indietro: le navi di Cortés sono bruciate e i gasdotti di Putin inservibili.

Messaggio che sottende anche l’invito a Berlino a dimostrarsi più generoso di quanto sia stato sinora nel fornire armi e fondi all’Ucraina: messaggio forse diretto non solo alla Germania, ma anche ad altri paesi.

Certo potrebbe trattarsi di dietrologia basata anche sul fatto che Washington ha sempre osteggiato, anche molto prima dell’esplodere della crisi ucraina, il ricorso da parte di paesi amici e alleati “amici” al gas russo per motivi sia di geopolitica che di concorrenza economica.

Molto meglio per noi europei allora concentrarci sul “pregiudicato sospettato numero uno” e ignorare le altre “piste”.

Foto: Ministero della Difesa svedese e Sky News

Antonino Galloni: “Guai a modificare il Superbonus in senso restrittivo come ha annunciato di voler fare Giorgia Meloni. Questo creerebbe un grande danno alle imprese”. L'unica cosa buona di cinque anni di legislatura e la borgatara Meloni si allinea al traditore Draghi

Meloni sbaglia a imitare Draghi, folle abolire il Superbonus. Parla l’economista Galloni: “La misura ha anche una forte valenza ecologica”

Pubblicato il29 Settembre 2022di Greta Lorusso

Sul superbonus Meloni sbaglia a imitare Draghi, un errore abolirlo. Parla l’economista Galloni: "La misura ha una forte valenza ecologica”

“Guai a modificare il Superbonus in senso restrittivo come ha annunciato di voler fare Giorgia Meloni. Questo creerebbe un grande danno alle imprese”. Parola di Antonino Galloni, economista ed ex direttore generale del ministero del Lavoro, con alle spalle una carriera accademica nelle principali università italiane.


Il mattone, con il Superbonus, ha trainato la crescita italiana post Covid. Meloni intende rivedere la misura. Professor Galloni non crede che modificarla possa mettere a repentaglio gli investimenti nell’immobiliare che hanno sostenuto la ripresa fino a oggi?
“Sicuramente il motivo principale per cui il Pil è cresciuto più del previsto è il Superbonus che ha tirato la volata al comparto immobiliare, se non dal punto di vista delle compravendite, proprio per quello che è collegabile agli interventi finanziabili col 110%. Che da una parte è una moneta a reddito che si aggiunge a quello che già c’è e questo mi sembra interessante. E dall’altra è una misura che ha anche una valenza ecologica. L’unico ‘difetto’ del Superbonus è stato appunto che l’ultimo Governo ha dato messaggi contraddittori e ha stabilito interventi che lo hanno limitato. Se l’approccio della Meloni si dovesse confermare restrittivo – ha già annunciato che lo rivedrebbe all’80% il che però cambierebbe completamente le carte in tavola – le imprese verrebbero danneggiate. Anche solo parlarne ha un effetto annuncio di freno”.

La Nadef certifica una brusca frenata del Pil nel 2023 (+0,6%) e, in caso di interruzione dei flussi di gas dalla Russia, la crescita potrebbe scivolare allo 0,1%. Per alcuni è persino una stima ottimistica. Molti economisti prevedono una recessione globale. Lei che ne pensa?
“Il problema è che ci sono varie nubi all’orizzonte fra cui quella dell’approvvigionamento di varie fonti energetiche di non facile sostituibilità, come il gas naturale, e questo trascina verso il basso le aspettative. Ma soprattutto c’è che i mercati scontano un’escalation della guerra. Chiaramente queste situazioni nel breve termine possono portare a un forte ridimensionamento del Pil”.

Come valuta quanto sta accadendo al Nord Stream?
“Questi attentati al Nord Stream, ben riusciti in termini di devastazione materiale, ci fanno capire che né gli europei né i russi hanno interesse a questa situazione. La domanda che dobbiamo sempre farci è: cui prodest? Non conviene agli europei di non avere il gas e ai russi di non vendercelo e di non incassare. Mentre c’è qualcuno che invece ha un vantaggio dalla interruzione delle forniture russe all’Europa ma questi non valuta le conseguenze per esempio per la Germania. Perché Berlino si potrebbe trovare a dover rompere l’equilibrio europeo per risolvere i propri problemi. Un’ipotesi quest’ultima, a dir il vero, che fa nascere il sospetto che anche la Russia abbia un interesse secondario dietro quello che è accaduto”.

Crede che alla fine la Germania acconsentirà al tetto al prezzo del gas?
“Non credo che a questo punto il problema sia più il price cap ma la disponibilità di gas. Gli attentati hanno spostato l’attenzione degli operatori dal prezzo alla disponibilità che sono cose diverse anche se c’è un nesso tra le due. Un conto è che il prezzo aumenti perché non c’è il gas un altro è che aumenti perché c’è la speculazione”.

C’è una politica monetaria in atto sempre più restrittiva che porta a conseguenti aumenti dei tassi. Vede rischi per la sostenibilità del nostro debito?
“La politica monetaria è estremamente espansiva da un lato e dall’altro non lo è più dal punto di vista dei tassi di interesse. Ma la politica monetaria è fatta dal bilancio degli Stati e da quello che immettono le banche centrali. E il problema è che immettono quantità inimmaginabili ma destinate soprattutto ad attività finanziarie. Ma la liquidità c’è, non mi pare che siamo di fronte a uno scenario corrispondente a politiche restrittive. La sostenibilità del nostro debito è, invece, a rischio nella misura in cui non vengono rappresentate in modo adeguato le situazioni. Noi stiamo aumentando di più le esportazioni a fronte delle importazioni. Siamo un economia solida al momento. Abbiamo un risparmio privato che è tra i più importanti del mondo dunque non si capisce perché questo debito pubblico debba portarci al default o a tutto ciò che spinge gli operatori a liberarsi dei nostri titoli e ad abboccare al comportamento degli speculatori al ribasso. Dovremmo – e di questo non ho mai sentito parlare i nostri governanti – cercare di spingere il nostro risparmio privato verso il debito pubblico con la possibilità di recuperare la liquidità in caso di necessità e una sostanziale copertura fiscale”.

Lo spread è già sotto pressione e il rendimento dei Btp a 2 e 5 anni è superiore a quello degli omologhi titoli greci. Crede che i mercati siano spaventati dal prossimo governo di centrodestra?
“Non credo che i mercati siano spaventati dal centrodestra più di tanto. Meloni non si sta presentando con messaggi di espansione del debito anzi dalla probabile premier sento l’annuncio di politiche esageratamente restrittive che mi fanno preoccupare perché la situazione richiede tutto tranne che una politica che corrisponda a scenari restrittivi”.

Ritiene dunque, contrariamente a quanto dice la Meloni, che andrebbe fatto lo scostamento di bilancio?
“Lei dà messaggi per tranquillizzare i mercati. E non so quanto questo le riesca. Ma non sarà lei a decidere su questo. Perché lo scostamento è stato enorme ai temi dell’emergenza sanitaria e nessuno poteva prevederlo. Bisogna vedere a breve le conseguenze della guerra. In caso di scenari gravi allora la questione si porrà da sola. Mi sembrano messaggi lanciati tanto per evitare di essere criticati in partenza”.

Ma, insisto, perché allora lo spread è così sotto pressione?
“Quando il Tesoro mette in vendita i titoli di Stato ha sempre una domanda superiore all’offerta e dunque il tasso dovrebbe scendere e invece lo fanno aumentare. Tutti ne parlano male ma poi questi titoli ce li chiedono. A me pare che i funzionari responsabili pecchino per eccesso di prudenza. Hanno paura di non piazzarli e allora aumentano più del dovuto i tassi di interesse”.

https://www.lanotiziagiornale.it/sul-superbonus-meloni-sbaglia-a-imitare-draghi-un-errore-abolirlo/

L'attacco terroristico contro infrastrutture energetiche in acque internazionali, segnala il crollo assoluto del diritto internazionale, affossato da un ordine "o fate a modo nostro altrimenti: addio", "basato sulle regole"

30 Settembre 2022 10:00
Il terrorismo contro i gasdotti e la fine del diritto internazionale: nessuno ora è al sicuro


Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream (NS) e Nord Stream 2 (NS2) nel Mar Baltico ha spinto sinistramente il "capitalismo dei disastri" a un livello completamente nuovo e tossico.

di Pepe Escobar – Press TV

[Traduzione di Nora Hoppe]

Questo episodio di guerra industriale/commerciale ibrida, sotto forma di attacco terroristico contro infrastrutture energetiche in acque internazionali, segnala il crollo assoluto del diritto internazionale, affossato da un ordine "o fate a modo nostro altrimenti: addio", "basato sulle regole".

L'attacco a entrambi gli gasdotti è consistito in cariche esplosive multiple fatte esplodere in rami separati vicino all'isola danese di Bornholm, ma in acque internazionali.

Si è trattato di un'operazione sofisticata, condotta furtivamente nei bassi fondali degli stretti danesi. Questo escluderebbe in linea di principio i sottomarini (le navi che entrano nel Baltico hanno un pescaggio limitato a 15 metri). Per quanto riguarda le potenziali navi "invisibili", queste potrebbero aggirarsi solo con il permesso di Copenaghen - dato che le acque intorno a Borholm sono piene di sensori, che riflettono il timore di incursioni da parte di sottomarini russi.

Lunedì i sismologi svedesi hanno registrato due esplosioni sottomarine, una delle quali stimata in 100 kg di tritolo. Tuttavia, potrebbero essere stati utilizzati ben 700 kg per far esplodere tre distinti nodi della conduttura. Una tale quantità non avrebbe potuto essere trasportata in un solo viaggio dai droni subacquei attualmente disponibili nelle nazioni vicine.

La pressione sulle condutture è diminuita in modo esponenziale. Le tubature sono ora pieni di acqua di mare.

Le tubature di NS e NS2 possono essere riparate, ovviamente, ma difficilmente prima dell'arrivo del Generale Inverno. La domanda è se Gazprom – già concentrata su diversi clienti eurasiatici di peso – si prendesse la briga, soprattutto considerando che le navi di Gazprom potrebbero essere esposte a un eventuale attacco navale della NATO nel Baltico.

I funzionari tedeschi stanno già dicendo che NS e NS2 possono essere "potenzialmente" fuori servizio "per sempre". L'economia dell'UE e i cittadini dell'UE avevano un gran bisogno di questa fornitura di gas. Ma l'EUrocrazia di Bruxelles - che governa gli Stati nazionali - non ha voluto seguirli, perché si è fatta dettare le regole dall'Impero del Caos, della Menzogna e del Saccheggio. Si può affermare che questa euro-oligarchia dovrebbe essere processata un giorno per tradimento.

Allo stato attuale, l'irreversibilità strategica è già evidente; la popolazione di diverse nazioni dell'UE pagherà un prezzo enorme e subirà gravi conseguenze da questo attacco, a breve, medio e lungo termine.

Cui Prodest?

Il primo ministro svedese Magdalena Andersson ha ammesso che si trattava di "una questione di sabotaggio". Il primo ministro danese Mette Frederiksen ha ammesso che "non si è trattato di un incidente". Berlino è d'accordo con gli scandinavi.

Ora fate un confronto con l'ex ministro della Difesa polacco (2005-2007) Radek Sikorski, un russofobo sposato con la rabbiosa "analista" statunitense Anne Applebaum, che ha allegramente twittato "Grazie, USA".

La cosa si fa stranissima e sempre più quando si viene a sapere che contemporaneamente al sabotaggio è stato parzialmente aperto il gasdotto baltico dalla Norvegia alla Polonia, un "nuovo corridoio di approvvigionamento di gas" che serve "i mercati danese e polacco": in realtà un affare di poco conto, se si considera che mesi fa i loro sponsor avevano difficoltà a trovare il gas, e ora sarà ancora più difficile, con costi molto più alti.

Il NS2 era già stato attaccato – alla luce del sole – durante tutta la sua costruzione. Già a febbraio, navi polacche hanno cercato attivamente di impedire alla nave posatubi Fortuna di terminare il NS2. Le tubature venivano posate a sud – come avete capito – di Bornholm.

La NATO, da parte sua, è stata molto attiva nel settore dei droni subacquei. Gli americani hanno accesso a droni subacquei norvegesi a lunga distanza che possono essere modificati con altri progetti. In alternativa, per il sabotaggio potrebbero essere stati impiegati sommozzatori professionisti della Marina – anche se le correnti di marea intorno a Bornholm sono un problema serio.

Il Quadro Generale rivela un Occidente collettivo in preda al panico più assoluto, con le "élite" atlantiste disposte a ricorrere a qualsiasi cosa – bugie oltraggiose, assassinii, terrorismo, sabotaggio, guerra finanziaria totale, sostegno ai neonazisti – pur di evitare la discesa in un abisso geopolitico e geoeconomico.

La disattivazione di NS e NS2 rappresenta la chiusura definitiva di ogni possibilità di accordo tra Germania e Russia sulle forniture di gas, con l'ulteriore vantaggio di relegare la Germania allo status ignobile di vassallo assoluto degli Stati Uniti.

Questo ci porta alla domanda chiave su quale apparato di intelligence occidentale abbia progettato il sabotaggio. I candidati principali sono ovviamente la CIA e l'MI6, con la Polonia come capro espiatorio e la Danimarca che svolge un ruolo molto losco: è impossibile che Copenaghen non sia stata almeno "informata" sulle informazioni.

Preveggenti come sempre, già nell'aprile 2021 i russi ponevano domande sulla sicurezza militare di Nord Stream.

Il vettore cruciale è che potremmo trovarci di fronte al caso di un membro dell'UE/NATO coinvolto in un atto di sabotaggio contro l'economia numero uno dell'UE/NATO. Questo è un casus belli. Al di là della spaventosa mediocrità e codardia dell'attuale amministrazione di Berlino, è chiaro che il BND – l'intelligence tedesca – così come la Marina tedesca e gli industriali informati prima o poi faranno i conti.

Questo è stato tutt'altro che un attacco isolato. Il 22 settembre c'è stato un tentativo contro il TurkStream da parte di sabotatori di Kiev. Il giorno prima sono stati trovati in Crimea dei droni navali con identificativi in lingua inglese, sospettati di far parte del complotto. A ciò si aggiungono gli elicotteri statunitensi che hanno sorvolato i nodi del futuro sabotaggio settimane fa; una nave di "ricerca" britannica che si aggira nelle acque danesi da metà settembre; e la NATO che ha twittato sul test di "nuovi sistemi senza pilota in mare" lo stesso giorno del sabotaggio.

Fammi vedere i soldi (del gas)

Il Ministro della Difesa danese ha incontrato d'urgenza il Segretario Generale della NATO questo mercoledì. Dopo tutto, le esplosioni sono avvenute molto vicino alla zona economica esclusiva (ZEE) della Danimarca. Questo può essere definito al massimo un rozzo kabuki; esattamente lo stesso giorno, la Commissione Europea (CE), l'ufficio politico de facto della NATO, ha avanzato la sua ossessione di sempre: più sanzioni contro la Russia, compreso il tetto certificato al prezzo del petrolio.

Nel frattempo, i giganti dell'energia dell'UE sono destinati a perdere alla grande con il sabotaggio.

All'appello figurano le tedesche Wintershall Dea AG e PEG/ E.ON; l'olandese N.V. Nederlandse Gasunie e la francese ENGIE. Poi ci sono quelli che hanno finanziato il NS2: ancora Wintershall Dea e Uniper, l'austriaca OMV, ancora ENGIE e la britannica Dutch Shell. Wintershall Dea e ENGIE sono sia comproprietari che creditori. I loro azionisti infuriati vorranno risposte serie da un'indagine seria.

E c'è di peggio: non ci sono più ostacoli sul fronte del Terrore dei Gasdotti. La Russia sarà in allarme rosso non solo per TurkStream, ma anche per Power of Siberia. Lo stesso vale per i cinesi e il loro labirinto di gasdotti che arrivano nello Xinjiang.

Qualunque sia la metodologia e gli attori coinvolti, si tratta di una vendetta – in anticipo – per l'inevitabile sconfitta collettiva dell'Occidente in Ucraina. E un crudo avvertimento al Sud globale che lo farà di nuovo. Ma ogni azione provoca ulteriore reazione: d'ora in poi, "cose strane" potrebbero accadere anche agli gasdotti statunitensi e britannici in acque internazionali.

L'oligarchia dell'UE sta raggiungendo un avanzato processo di disintegrazione alla velocità della luce. La loro finestra di opportunità per tentare almeno un ruolo di attore geopolitico strategicamente autonomo è ormai chiusa.

Gli eurocrati si trovano ora di fronte a un grave dilemma. Quando sarà chiaro chi sono gli autori del sabotaggio nel Baltico e quando capiranno tutte le conseguenze socio-economiche che cambieranno la vita dei cittadini dell'UE, il kabuki dovrà finire. Inclusa la sottotrama già in corso, ultra-ridicola, secondo cui la Russia avrebbe fatto esplodere il proprio gasdotto quando Gazprom avrebbe potuto semplicemente chiudere le valvole per sempre.

E c'è ancora di peggio: Gazprom minaccia di fare causa alla società energetica ucraina Naftofgaz per le fatture non pagate. Questo porterebbe alla fine del transito del gas russo in Ucraina verso l'UE.

Come se tutto ciò non fosse abbastanza grave, la Germania è obbligata per contratto ad acquistare almeno 40 miliardi di metri cubi di gas russo all'anno fino al 2030.

Dire di no? Non possono: Gazprom ha il diritto legale di essere pagata anche senza spedire il gas. Questo è lo spirito di un contratto a lungo termine. E sta già accadendo: a causa delle sanzioni, Berlino non riceve tutto il gas di cui ha bisogno, ma deve comunque pagare.

Tutti i diavoli sono qui

Ora è dolorosamente chiaro che i guanti di velluto imperiali sono stati tolti quando si tratta di vassalli. Indipendenza dell'UE: verboten. Cooperazione con la Cina: verboten. Connettività commerciale indipendente con l'Asia: verboten. L'unico posto per l'UE è quello di essere economicamente sottomessa agli Stati Uniti: un pacchiano remix del 1945-1955. Con un perverso ritocco neoliberista: noi possederemo la vostra capacità industriale e voi non avrete nulla.

Il sabotaggio del NS e NS2 è insito nel sogno bagnato imperiale di spezzare la massa terrestre eurasiatica in mille pezzi per impedire un consolidamento trans-eurasiatico tra Germania (che rappresenta l'UE), Russia e Cina: 50 trilioni di dollari di PIL, a parità di potere d'acquisto (PPP), contro i 20 trilioni degli USA.

Dobbiamo rivolgerci a Mackinder: il controllo della massa terrestre eurasiatica costituisce il controllo del mondo. Le élite americane e i loro cavalli di Troia in Europa faranno di tutto per non rinunciare al loro controllo.

In questo contesto, le "élite americane" comprendono la "comunità di intelligence" pazzoide e straussiana, infestata dai neocon, e le Big Energy, Big Pharma e Big Finance che le pagano e che non solo traggono profitto dall'approccio alla guerra perenne dello Stato profondo, ma vogliono anche fare il colpaccio con il Grande Reset architettato a Davos.

The Raging Twenties [I Furenti Anni Venti] sono iniziati con un omicidio – quello del generale Soleimani. Far saltare in aria i gasdotti fa parte del seguito. Ci sarà un Highway to Hell [un'autostrada per l'inferno] fino al 2030. Tuttavia, per prendere in prestito da Shakespeare, l'inferno è sicuramente vuoto, e tutti i diavoli (atlantisti) sono qui.

In Polonia l'inflazione si mangia i redditi da lavoro

POLONIA: INFLAZIONE SALE ANCORA, +17,2% A SETTEMBRE SU ANNO, +1,6% SU MESE

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 30 set - I prezzi al consumo in Polonia sono aumentati a settembre del 17,2%, anno su anno, dopo il 16,1% di agosto e il 15,5% di luglio.

Lo rivelano le stime provvisorie pubblicate dall'Ufficio nazionale di statistica. In un mese i prezzi sono aumentati dell'1,6% a settembre, dopo il +0,8% di agosto. Secondo l'istituto di statistica, l'aumento dei prezzi al consumo e' stato trainato a settembre dal balzo dei prezzi dell'energia (+44,2% in un anno), dei carburanti (+18,3%) e dei prodotti alimentari (+19,3%).

Cop

(RADIOCOR) 30-09-22 17:04:06 (0478) 5 NNNN

"Gli Stati Uniti sono l'unico paese al mondo ad aver usato armi nucleari", ha detto Putin

Putin dichiara "nostre per sempre" 4 regioni annesse, incolpa gli Stati Uniti per gli attacchi del Nord Stream

DI TYLER DURDEN
VENERDÌ 30 SETTEMBRE 2022 - 14:10

Aggiornamento (10:23ET) : Con l'inchiostro che si sta asciugando sulle dichiarazioni ufficiali di annessione appena firmate dai capi delle regioni di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia nella storica cerimonia di venerdì, il punto chiave del lungo discorso del presidente Putin è che ha dichiarato una "missione compiuto" di sorta. Ha detto che queste province orientali e meridionali ora fanno parte della Russia "per sempre" . Ha persino propagandato che i referendum sono stati compiuti in linea con la Carta delle Nazioni Unite sull'autodeterminazione per tutti i popoli e ha promesso "Hanno fatto la loro scelta ... questa è l'unica strada verso la pace. Proteggeremo la nostra terra usando tutte le nostre forze e proteggeremo la loro sicurezza Ricostruiremo naturalmente tutte le città distrutte e continueremo a costruire ospedali, teatri,

Putin ha senza mezzi termini informato il folto pubblico di alti funzionari presso la Sala di San Giorgio al Gran Palazzo del Cremlino di Mosca che ora ci sono "quattro nuove regioni della Russia" - un fatto compiuto che il governo ucraino e i suoi sostenitori occidentali stanno rifiutando, anche su nuovi rapporti che le forze pro-Cremlino hanno subito più battute d'arresto a Donetsk in particolare . All'inizio della settimana Mosca ha riconosciuto che la sua "operazione speciale" continuerà fino a quando almeno tutta Donetsk non sarà catturata. A questo punto, nessuna dell'interezza di ciascuna delle quattro regioni è ancora sotto il totale controllo militare russo, nonostante lo schiacciante "sì" dei cittadini vota a favore dell'adesione alla Federazione Russa.

Ciò significa che ovviamente è improbabile che Kiev accetti l'affermazione essenziale di Putin secondo cui abbiamo preso i quattro territori, ora che i negoziati inizino [la nostra parafrasi]. "Chiediamo al regime di Kiev di fermare immediatamente le ostilità e di sedersi al tavolo dei negoziati", ha detto Putin.

Certamente Washington e Londra cercheranno di assicurarsi che Kiev non sia allettata da questo, anche mentre le spedizioni di armi continuano ad aumentare, con sistemi missilistici a lungo raggio in arrivo per l'avvio. Per quanto riguarda i territori appena annessi, Putin ha chiarito nel suo discorso che "non negozieremo lo status dei territori annessi" e inoltre che "non discuterà" i risultati ora definitivi dei referendum. Ciò segue che la Crimea è stata a lungo tolta dal tavolo dal referendum popolare e dall'annessione nel 2014.


E con tutti gli occhi puntati sul devastante sabotaggio contro i gasdotti Nord Stream, ha puntato il dito contro Washington: "Stanno distruggendo le infrastrutture energetiche europee... è chiaro chi ne tragga vantaggio ". Secondo le sue dichiarazioni :

Putin ha incolpato gli Stati Uniti per le esplosioni inspiegabili di questa settimana ai gasdotti Nord Stream che hanno lasciato i gasdotti danneggiati che hanno fatto fuoriuscire enormi quantità di gas naturale nel Mar Baltico.

"È ovvio per tutti quelli che l'hanno fatto", ha detto.

Sulla questione della diminuzione delle forniture energetiche e dell'impennata dei costi diretti a quello che sarà sicuramente un inverno rigido e rigido per le popolazioni europee, ha criticato le élite occidentali per un problema che si è creato da sole...

" Stampano soldi, ma non puoi riscaldare le tue case con questi soldi stampati ... Devono convincere i loro cittadini a farsi la doccia di meno, mangiare di meno e indossare vestiti caldi".

"Le élite occidentali... è una crisi per colpa loro." Ha descritto che l'obiettivo della "guerra ibrida" in Ucraina ha un " obiettivo di distruggere la Russia a tutti i costi ".

"La dittatura dell'élite occidentale è diretta contro tutte le società, compresi gli stessi popoli di quei paesi occidentali. È una sfida per tutti. Ciò significa la totale negazione dell'umano, il rovesciamento della religione e dei valori tradizionali come schiacciamento della libertà diventa l'opposto della religione: il satanismo aperto", ha detto, ripetendo un suo tema familiare e mentre rifiuta l'ideologia "LGBT"/di genere come una minaccia alla società russa che l'Occidente cerca di imporre...
" Vogliamo davvero avere un genitore n. 1, n. 2, n. 3 invece di mamma e papà in Russia? Vogliamo che ai bambini venga detto che ci sono altri generi oltre a uomini e donne? È questo il futuro che abbiamo vogliamo i nostri figli? Per noi questo è inaccettabile", ha detto il presidente russo.

Tutti gli occhi erano anche alla ricerca di qualsiasi riferimento alla posizione nucleare della Russia, con il Moscow Times che ha riferito le sue parole come segue:

Ha anche criticato l'uso passato di armi nucleari da parte di Washington, commenti che seguono il suo avvertimento della scorsa settimana che "non stava bluffando" sul ricorso a "ogni mezzo necessario" in Ucraina.

"Gli Stati Uniti sono l'unico paese al mondo ad aver usato armi nucleari", ha detto Putin. "Creare un precedente".

Mentre Putin parlava al Cremlino, centinaia di russi si sono radunati nella Piazza Rossa davanti a un palco decorato con le parole "Donetsk. Luhansk. Zaporizhzhia. Kherson. Russia!"

Nell'ultimo segnale che dopo la dichiarazione di annessione le cose da qui non faranno che peggiorare, venerdì il presidente ucraino Zelensky ha risposto al discorso di Putin chiedendo l'ingresso "accelerato" nell'alleanza NATO .

E più della risposta immediata dell'Ucraina al discorso di annessione di Putin:

Per quanto riguarda la risposta degli Stati Uniti, ha promesso di "non restare a guardare mentre Putin tenta fraudolentemente di annettere parti dell'Ucraina". Nuove sanzioni estese contro individui ed entità russe sono state rapidamente annunciate...

"Oggi, l'Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha designato 14 persone nel complesso militare-industriale russo, inclusi due fornitori internazionali, tre leader chiave dell'infrastruttura finanziaria russa, i parenti stretti di alcuni alti funzionari russi, e 278 membri della legislatura russa per aver consentito i falsi referendum della Russia e il tentativo di annettere il territorio sovrano ucraino.Inoltre, l'OFAC ha emesso nuove linee guida che avvertono dell'aumento del rischio di sanzioni che gli attori internazionali al di fuori della Russia dovrebbero affrontare per fornire supporto politico o economico alla Russia in quanto risultato dei suoi tentativi illegali di cambiare lo status del territorio ucraino".

* * *

Poco prima della cerimonia del venerdì di proclamazione delle annessioni ufficiali delle quattro regioni ucraine occupate che hanno tenuto controversi referendum, giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha firmato due decreti che riconoscevano "l'indipendenza" delle regioni di Kherson e Zaporozhye.

"Riconoscere la sovranità statale e l'indipendenza" delle regioni di Kherson e Zaporozhye "in vigore dal giorno della firma", affermavano i due decreti. Questo ha aperto la strada alla cerimonia di venerdì in cui dovrebbe tenere un importante discorso che incorporerà quei due territori più Donetsk e Luhansk. GUARDA il discorso di Putin che dichiara l'annessione in diretta:

Secondo i media statali russi , "Nei documenti Putin fa riferimento ai principi e alle norme universalmente riconosciuti del diritto internazionale e al principio della parità di diritti e dell'autodeterminazione dei popoli, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite".

In contrasto con questa prospettiva del Cremlino, i funzionari occidentali e le fonti dei media stanno criticando il grande "accaparramento di terre" - che arriva in un momento in cui la totalità di questi territori non è ancora sotto il controllo militare russo. Una dichiarazione della Casa Bianca ha affermato in risposta ai referendum "falsificati": " Gli Stati Uniti non riconosceranno mai il territorio ucraino come nient'altro che parte dell'Ucraina . I referendum della Russia sono una farsa, un falso pretesto per cercare di annettere parti dell'Ucraina con la forza in flagrante violazione del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite".

Putin ha detto martedì in un incontro televisivo con i funzionari a votazione chiusa nelle quattro regioni: " Salvare le persone nei territori in cui si sta svolgendo questo referendum ... è al centro dell'attenzione dell'intera nostra società e dell'intero Paese ".

Ma secondo l'ultimo aggiornamento sul campo di battaglia di Reuters , che cita i funzionari filo-russi nelle repubbliche separatiste dell'est, le cose non stanno andando bene a Donetsk nel mezzo della grande controffensiva ucraina in corso :

Le forze russe in Ucraina erano sull'orlo di una delle loro peggiori sconfitte della guerra , anche se il presidente Vladimir Putin avrebbe dovuto proclamare l'annessione del territorio conquistato durante la sua invasione.

Il leader filorusso delle aree occupate nella provincia ucraina di Donetsk ha riconosciuto che le sue forze avevano perso il pieno controllo dei villaggi di Dobryshev e Yampil, lasciando la principale guarnigione di Mosca nel nord di Donetsk semicircondata nella città di Lyman .

In risposta alla dichiarata annessione dei quattro territori al Cremlino, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha convocato venerdì una riunione di emergenza degli alti funzionari in cui verranno prese "decisioni fondamentali", secondo un funzionario ucraino citato da Reuters.


Prevenendo la probabile escalation ucraina contro i territori appena assorbiti, il Cremlino ha ribadito ancora una volta che "Qualsiasi attacco contro le nuove aree dopo la loro adesione alla Russia sarà considerato un'aggressione contro di noi", in una nuova dichiarazione di venerdì. Il discorso di Putin viene pronunciato davanti a un vasto pubblico di alti funzionari nella Sala di San Giorgio al Gran Palazzo del Cremlino.

Continua l'avanzata ucraina a Kharkov

L'ammissione russa: "Ci siamo ritirati da Lyman". Kadyrov: "Mosca consideri uso nucleare"

Il ministero della Difesa russo: "A causa della minaccia dell'essere circondate, le truppe alleate si sono ritirate verso posizioni più vantaggiose". Il capo della diplomazia Ue Borrell mette in guardia: "Le annessioni rendono impossibile la fine della guerra. La Russia sta perdendo, ma l'Ucraina non ha ancora vinto"

aggiornato alle 18:10 01 ottobre 2022

© Yasuyoshi CHIBA / AFP
- Soldati ucraini a Lyman

AGI - Le truppe russe si sono ritirate questo dalla roccaforte filo-russa di Lyman, nella regione orientale ucraina di Donetsk, "verso posizioni più vantaggiose", per evitare di essere completamente circondate dall'esercito di Kiev.

Lo ha ammesso il ministero della Difesa russo, aggiungendo che il nemico continua la sua offensiva nonostante abbia subito pesanti perdite nel tentativo di riconquistare nuovi territori nel Donbass.

Leader ceceno Kadyrov, Mosca consideri uso armi nucleari a bassa intensità

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha esortato la Russia a prendere in considerazione l'utilizzo di un'arma nucleare a bassa intensita' in Ucraina, dopo la notizia del ritiro delle truppe russe da Lyman. In un messaggio su Telegram in cui criticava i comandanti russi per aver abbandonato la citta' strategica nell'Est dell'Ucraina, Kadyrov, citato dalla Reuters, ha scritto: "Secondo me, dovrebbero essere prese misure piu' drastiche, fino alla dichiarazione della legge marziale nel zone di confine e l'uso di armi nucleari a basso rendimento".

Nello stesso messaggio su Telegram con cui ha invitato il Cremlino a utilizzare armi nucleari tattiche in Ucraina, il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, si e' scagliato contro il comandante del Distretto Militare Occidentale, Alexander Lapin, per il ritiro delle forze russe dalla cruciale citta' di Lyman e ha poi espresso una critica piu' generale ai vertici dell'esercito di Mosca, scelti, secondo Kadyrov, in base a logiche "nepotiste".

"Il nepotismo nell'esercito non portera' bene", ha scritto Kadyrov su Telegram, "nell'esercito e' necessario nominare persone di carattere forte, coraggiose, dotate di principi, che si preoccupano dei loro combattenti, che si strappano i denti per un loro soldato, che sanno che un subordinato non puo' essere lasciato senza aiuto e sostegno". "Non c'e' posto per il nepotismo nell'esercito, soprattutto in tempi difficili", aggiunge il leader ceceno, le cui forze sono state spesso schierate in prima linea nel Donbass.

Borrell, fine guerra quasi impossibile dopo annessioni russe

L'annessione da parte di Mosca di quattro nuovi territori ucraini occupati rende "quasi" impossibile porre fine alla guerra in Ucraina. Lo ha affermato l'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell.

L'annessione delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhya e Kherson rende "molto piu' difficile, quasi impossibile, la fine della guerra", ha dichiarato Borrell al canale televisivo spagnolo RTVE. "La Russia sta perdendo" la guerra, "l'ha persa in termini morali e politici", ma "l'Ucraina non ha ancora vinto".

Gli Stati Uniti non sono nuovi agli atti terroristici. E' l'unico paese al mondo che ha bombardato con le atomiche due citta inermi inutilmente: Hiroshima e Nagasaki

Attacco al Nord Stream. Mosca ha le prove che gli Stati Uniti sono dietro a questo attentato terroristico internazionale (V. Volcic)
-30/09/2022


Il giorno dopo l’avvio di un’indagine sull'”atto di terrorismo” ai danni del Nord Stream, i servizi segreti esteri della Russia affermano di disporre di prove che dimostrano l’implicazione degli Stati Uniti in questo attacco terroristico internazionale.

“Abbiamo già alcuni file che puntano a una traccia occidentale. Secondo me, l’Occidente sta facendo di tutto per nascondere i veri organizzatori e autori di questo atto terroristico internazionale “, ha detto ai giornalisti il ​​direttore del Foreign Intelligence Service, Sergeti Naryshkin. Ricordiamo che l’Unione Europea non ha ancora parlato di aprire adeguate indagini sull’incidente.

Il primo indizio risale allo scorso febbraio quando il Presidente Joe Biden e altri alti funzionari della Casa Bianca promisero la disattivazione dei gasdotti russi che alimentano l’Europa in caso di aggressione all’Ucraina.

Ma i veri indizi convergono sulla presenza militare americana nella zona registrata giorni prima dell’attentato. Esercitazioni NATO con equipaggiamento militare per l’alto mare si sono svolte a luglio nei pressi dell’isola di Bornholm. Dal 1 al 3 settembre elicotteri militari statunitensi hanno sorvolato per ore sul sito dell’incidente degli oleodotti Nord Stream vicino all’isola di Bornholm. Altre ricognizioni di diverse ore di elicotteri militari statunitensi sull’aerea dell’attentato sono state registrate tra Il 10 e il 19 settembre e tra il 22 e il 25 settembre.

I media occidentali per la prima volta dall’inizio del conflitto sono cauti a sposare la teoria americana che la Russia abbia autodistrutto gli oleodotti per danneggiare l’Europa. Ovviamente fanno eccezioni i media italiani che, non solo sposano questa assurda teoria ma la abbelliscono con teorie del complotto tipiche della folcloristica fantasia mediterranea.

Il meglio di questa fantasia è stato offerto dal giornalista Federico Rampini che alla trasmissione di Rai3 Carta Bianca si arrampica sugli specchi per difendere l’accusa americana arrivando a sostenere che il Presidente Putin avrebbe ordinato un auto sabotaggio in quanto nelle alte sfere (anche militari) si starebbe preparando un golpe per destituirlo, imporre la pace e ripristinare i rapporto con UE e Stati Uniti. Ordinando il sabotaggio del Nord Stream 1 e 2 Putin avrebbe lanciato agli elementi eversivi che si nascondo nel Cremlino, nella Duma e nell’esercito un chiaro messaggio che non si può tornare indietro e ripristinare normali rapporti con l’Europa.

I media tedeschi, non vulnerabili alla fantasie mediterranee, sono di tutt’altro parere. Dopo aver analizzato i vari indizi a disposizione sembrano avvalorare le dichiarazioni dei servizi segreti russi. Il quotidiano Der Siegel ha riferito martedì che la CIA aveva avvertito il governo tedesco che ci sarebbero stati attacchi ai gasdotti Nord Stream, settimane prima dell’incidente.

Il quotidiano tedesco Tagesspiegel ha affermato che il governo è convinto che la perdita di pressione nei tre gasdotti tra Russia e Germania non sia stata una coincidenza e sospetta di un attacco mirato contro la Germania. Tagesspiegel rivela anche che un elicottero NH9 della marina olandese stava sorvolando la zona per osservare le attività degli americani ma sarebbe stato allontanato.

Il sabotaggio ai due gasdotti, oltre a creare un disastro ambientale di serie proporzioni, danneggia direttamente la Germania in quanto Nord Stram 1 e 2 rappresentavano quasi il 50% della capacità totale di importare il gas russo in Europa e in special modo in Germania. Ora ci vorrà molto tempo per ripristinarli e potrebbero rimanere inattivi per anni in quanto le costosissime operazioni di riparazione si svolgerebbero in un contesto europeo militarizzato che potrebbe considerare la presenza di navi russe come un atto ostile. Inoltre lo sforzo bellico in Ucraina rischia di rinviare lo sforzo finanziario che Mosca deve sostenere per le riparazioni.

I quotidiani tedeschi danno largo spazio alle analisi di esperti economici. Tutte queste analisi convergono che il primo risultato degli attentati è un devastante impatto sull’industria, sull’economia e sulla società tedesca. Wolfgang Grupp, il proprietario di una delle più grandi aziende tessili tedesche Trigema, ha chiesto una “rottura con l’America” ​​in seguito al sospetto attacco terroristico ai gasdotti Nord Stream, in un’intervista con BILD. Altri imprenditori tedeschi dichiarano che le proposte avanzate da Wolfgang di interrompere l’alleanza con l’America siano da prendere in considerazione in quanto hanno la viva impressione che gli Stati Uniti desiderano la rovina della Germania più di quanto desiderano quella della Russia.

Voci fuori dal coro giungono anche dagli Stati Uniti. Dimitri Simes e Tucker Carlson incolpano l’amministrazione Biden per l’incidente del Nord Stream. Simes è il direttore del Center for the National Interest a Washington DC mentre Carloson è un famoso e rispettabile giornalista americano vicino ai Repubblicani che presenta l’emissione Tucker Carlson Tonight su Fox News Channe seguita da tre milioni di telespettatori al giorno.

In Russia e Germania i sospetti sugli Stati Uniti si stanno rinforzando. Questi atti di sabotaggio mettono in ginocchio la Germania e consentono agli Stati Uniti di aumentare le consegne di gas all’Unione Europea. Gas venduto a 84 USD al m3 contro i 2,8 UDS del gas russo. La portavoce diplomatica russa Maria Zakharova ha insistito sul fatto che Washington è stata “un beneficiario assoluto in questa situazione”. Ha ricordato che il segretario di Stato americano Anthony Blinken non aveva nascosto l’obiettivo principale di Washington di “tagliare l’Europa fuori dalle risorse energetiche russe”. A conferma di queste affermazioni arriva Joe Biden che ieri ha promesso all’Europa 1 milione di barili di petrolio e di sopperire al fabbisogno europeo di gas dopo il « auto-sabotaggio russo ».

Il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov ha spiegato che i danni ai gasdotti rappreseno un “grosso problema” per la Russia poiché ha sostanzialmente perso le sue rotte di approvvigionamento di gas verso l’Europa. Entrambe le linee del gasdotto Nord Stream 2 erano piene di gas ed erano pronte a consegnarlo in Europa al momento della presunta esplosione, ha detto Peskov, aggiungendo che “questo gas è molto costoso e ora sta salendo tutto nell’aria .”

Peskov ha anche osservato che né la Russia né l’Europa hanno nulla da guadagnare dalla distruzione degli oleodotti, in particolare la Germania, per la quale questo incidente rappresenta una minaccia per lo sviluppo futuro della sua industria, nonché per la sua redditività e competitività. I fornitori americani di gas, d’altra parte, hanno realizzato profitti incredibili dopo aver moltiplicato le loro consegne nel continente europeo, ha sottolineato Peskov, aggiungendo che queste società sono “molto interessate a mantenere questi profitti super-duper in futuro”.

La risposta del Cremlino arriva dopo che alcuni funzionari europei e ucraini, tra cui il consigliere del presidente Vladimir Zelensky Mikhail Podolyak, hanno suggerito che l’attacco all’oleodotto fosse un’operazione “falsa bandiera” condotta dalla Russia per mettere in cattiva luce l’Ucraina e stimolare ulteriormente l’energia prezzi in aumento nell’UE.

Oggi gli Stati Uniti presenteranno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite « prove inconfutabili » dell’auto-sabotaggio russo dei gasdotti. Alcuni esperti tedeschi si dichiarano estremamente preoccupati in quanto hanno il sospetto che gli Stati Uniti, dopo aver attuato l’atto terroristico che mette in ginocchio l’Europa e rafforza la sua dipendenza verso gli idrocarburi americani, vogliono ora sfruttare l’incidente come il casus belli per far scoppiare una guerra Europea. In un comunicato stampa di stamattina la NATO ha ufficialmente condannato gli attentati al Nord Stream insinuando responsabilità russe e avvertendo di una possibile risposta militare.

Vladimir Volcic

e 31 - Afghanistan - Gli Stati Uniti stanno implementando la nuova Strategia nel paese PAURA&TERRORE attraverso i mercenari dell'Isis e le STRAGI DEI CIVILI. L'avevamo detto! Moschee e scuole e non solo

TERRORISMO
Afghanistan: attentato a Kabul. Najafi (scrittore), “studenti vittime sono martiri a causa dell’amore per la cultura”

30 Settembre 2022

Attentato suicida questa mattina in una scuola di Kabul. Oltre 30 morti e decine di feriti. La maggioranza sono studentesse, che pagano con la vita il loro amore per lo studio e la cultura. Il commento del giovane scrittore afghano Gholam Najafi, che dal 2006 vive in Italia con il sogno di costruire una scuola ad Herat.

A general view of the damaged hall pictured at the site of a suicide bomb attack in the learning centre in the Dasht-e-Barchi area in Kabul on September 30, 2022. - A suicide bomb attack at a learning centre in the Afghan capital on September 30 killed 19 people as students prepared for university entrance exams, police said. (Photo by AFP)

“Un orrore! Ancora una volta hanno voluto colpire scuole, luoghi del sapere e della formazione. Vogliono mantenere il Paese nell’ignoranza per poterlo dominare più facilmente. Gli attentati alimentano paura e ignoranza”.

“È risaputo, infatti, che un popolo istruito, che desidera studiare, conoscere e sapere non è facilmente addomesticabile. Molte delle vittime e dei feriti erano studenti che si stavano preparando per l’esame di ammissione all’università. Sono degli eroi, dei martiri a causa dell’amore per la cultura”.

Lo scrittore afghano Gholam Najafi (Foto FMC)

Così lo scrittore afghano Gholam Najafi commenta al Sir l’attentato di questa mattina presto all’interno del Centro formativo Kaaj, nel distretto di Dasht-e-Barchi, a Kabul ovest, in Afghanistan. Secondo una prima ricostruzione l’attentatore, munito di cintura esplosiva avrebbe fatto il suo ingresso nell’istituto uccidendo la guardia all’entrata e dirigendosi in una classe dove avrebbe fatto detonare l’ordigno. I bilanci ufficiali parlano di oltre 30 morti e più di 40 feriti, 22 dei quali sono stati ammessi nel Centro chirurgico per vittime di guerra di Emergency. “18 sono ragazze – spiega Dejan Panic, responsabile delle attività sul campo di Emergency in Afghanistan – Le vittime hanno tutte un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, e per la maggior parte sono ragazze che si trovavano in aula per sostenere un esame. Una di loro è arrivata già deceduta, un’altra è morta dopo l’ammissione. Solo negli ultimi due mesi abbiamo gestito nel nostro Centro 11 mass casualties, ovvero procedure di interventi di urgenza straordinaria in seguito ad esplosioni e attentati. E anche quotidianamente continuiamo a ricevere feriti da arma da fuoco, da proiettili a schegge, da arma da taglio, soprattutto coltellate, da esplosioni di mine e ordigni improvvisati. Nel Paese rimane una situazione di forte insicurezza e instabilità”.

“Il popolo afghano è tenace e non demorde – aggiunge Najafi – tanti studenti continuano ad andare a scuola nonostante il grave pericolo di attentati. Non vogliono allontanarsi dallo studio e dalla conoscenza che ritengono tra le risposte migliori alla violenza e strade privilegiate per garantirsi un futuro migliore, anche per l’Afghanistan”. In questa scelta, rivela lo scrittore, “gli studenti sono aiutati da tanti insegnanti che continuano a tenere le loro lezioni dentro le abitazioni, evitando le scuole sempre più bersagli di attentati come stiamo vedendo”. Questi attacchi, secondo lo scrittore – fuggito nel 2000 dal suo Paese a soli 10 anni, dopo l’uccisione del papà da parte dei talebani – rivelano anche “una spaccatura all’interno dei talebani stessi. Alcune fazioni, infatti, propendono per l’apertura delle scuole anche alle ragazze. Altri invece sono per la chiusura. Ad oggi, da quel che trapela, solo alle più piccole è consentito frequentare le lezioni fino al sesto anno. Le più grandi non possono andare a scuola e sono destinate ai lavori domestici e a matrimoni forzati”. Ma c’è di più. Najafi fa notare che il centro attaccato stamattina si trova in una zona a maggioranza sciita di Kabul e che, secondo fonti locali, sarebbe frequentato da studenti di etnia Hazara, una minoranza etnica vessata e perseguitata dai Talebani e anche dallo Stato Islamico. La stessa minoranza cui appartiene lo scrittore che nutre il sogno di costruire una scuola per i bambini vicino a Herat. Gholam Najafi è arrivato in Italia nel 2006, vive a Venezia dove si è costruito una nuova vita grazie allo studio e al suo amore per la letteratura. È autore di tre libri “Il mio Afghanistan”, “Il tappeto afghano” e, l’ultimo – per adesso –, “Tra due famiglie” (Ed. La Meridiana).

La condanna dell’Unicef. Sconcerto per l’attentato è stato subito espresso dall’Unicef che, in una nota, parla di “atto atroce che è costato la vita a decine di ragazze e ragazzi adolescenti e ne ha feriti gravemente molti altri. La violenza all’interno o in prossimità di istituti scolastici non è mai accettabile. Questi luoghi devono essere paradisi di pace dove i bambini possono imparare, stare con gli amici e sentirsi al sicuro mentre costruiscono le competenze per il loro futuro. I bambini e gli adolescenti non sono, e non devono mai essere, l’obiettivo della violenza” aggiunge l’Unicef che ricorda “ancora una volta, a tutte le parti in Afghanistan di aderire e rispettare i diritti umani e di garantire la sicurezza e la protezione di tutti i bambini e i giovani”.

Assistiamo alla morte programmata di ogni ragionevolezza ma arriva la guerra igiene del mondo e spazza via la narrazione dell'emergenze in continuo

I topolini sulla ruota della grande crisi



La spiacevole sensazione di essere topolini sulla ruota che corrono e corrono senza poter andare né avanti né indietro credo stia prendendo alla gola persino i più tetragoni “tuttobenisti”. convinti della intima benevolenza del potere e soprattutto terrorizzati dalla prospettiva di dover abbandonare questa comoda visione delle cose. Del resto siamo in effetti in una sorta di strada senza uscita: se volessimo riassumere la situazione in poche, ma forti parole occorre prendere atto che l’accelerazione del paradigma dell’emergenza ha uno scopo tanto semplice, quanto nascosto: mascherare il collasso socioeconomico del capitalismo finanziario e dunque anche il collasso delle élite nordamericane che lo hanno cavalcato senza ritegno. Il fatto che si disponga ormai di solide prove della presenza del coronavirus un anno prima della dichiarazione della pandemia e che persino la Missione internazionale dell’Ocse abbia riconosciuto le massicce violazioni del cessate il fuoco da parte delle truppe ucraine, dimostrano come tutto sia stato in qualche modo costruito per far saltare il banco ed evitare che fosse il sistema stesso a essere messo dotto accusa. Ecco perché assistiamo alla morte programmata di ogni ragionevolezza: mentre continuano a dirci che la crisi in arrivo è il risultato di avversità globali che hanno colto di sorpresa il mondo ( da Covid-19 a Putin-22), è vero il contrario, ovvero è il crollo dell’economia la causa di questi “disastri”. Ciò che ci viene venduto come una minaccia esterna è infatti la proiezione ideologica dei limiti interni e della progressiva decomposizione della modernità capitalista. Quindi il “nemico” qualunque esso sia o venga costruito non è più progettato per legittimare l’espansione dell’Impero, ma al contrario serve a mascherare il fallimento della nostra economia piena di debiti.

Dalla caduta del muro di Berlino, lo sviluppo del capitale, noto anche come globalizzazione, ha gradualmente eroso il potenziale del capitale stesso. La risposta a questo sviluppo implosivo è stata lo scatenarsi di emergenze globali che devono essere sempre più permanenti e tenute in vita da iniezioni sempre più grandi di paura, caos e propaganda. Ricordiamo tutti come tutto ebbe inizio all’inizio del millennio, con al-Qaeda, la “guerra globale al terrore” e la minuscola fiala di polvere bianca di Colin Powell. Sono seguiti i talebani, lo Stato islamico, la Siria, la crisi missilistica nordcoreana, la guerra commerciale con la Cina, il Russiagate e infine il COVID-19, in un crescendo di tensioni. Ora sembra incombere una nuova Guerra Fredda, o forse tiepida che si presenta come la madre di tutte le emergenze. Tuttavia ancora adesso sembra difficile sgretolare definitivamente l’illusione promossa dall’ideologia neo liberista di una crescita senza lavoro dentro un nuovo Eldorado capitalista sotto forma di bolla economica. In tale contesto di illusione, disorientamento, ignoranza attentamente coltivata e abulia intellettuale, è ovvio che le situazioni di emergenza non possono essere disinnescate ancorché sia abbastanza facile farlo: esse non sono che il trompe l’oeil che nasconde agli occhi l’edificio diroccato del capitalismo globalista nel quale il denaro fittizio è sempre più disaccoppiato dal valore mediato dal lavoro. Cioè dall’unica forma di valore reale

La crescita economica negli anni ’90 è stata alimentata da un “meccanismo di riciclaggio” in cui la domanda, il potere d’acquisto e la produzione di beni e servizi erano sostenuti da denaro (speculativo) contraffatto, l’economia reale non era più basata sul reddito da lavoro e sui guadagni, ma era guidata dalla speculazione sui prezzi delle attività finanziarie: mucchi di denaro fittizio senza sostanza di valore che sono andati crescendo in maniera esponenziale. secondo un circolo vizioso di pseudo accumulazione. L’attuale grottesca sopravvalutazione di tutte le attività a rischio (azioni, obbligazioni e immobili) suggerisce che le élite continueranno a utilizzare il loro potere politico per guadagnare tempo e ritardare lo scoppio di una bolla del debito che avevano iniziato a gonfiare anni prima che Covid e Putin diventassero capri espiatori delle crisi a catena che si susseguono, Rimane da capire come mai proprio la cultura di sinistra post moderna o post marxista o comunque la si voglia chiamare che avrebbe dovuto avere gli strumenti per comprendere il “momento storico ben prima che si arrivasse al disastro attuale, siano invece interamente coinvolta nella caduta verticale e per giunta aggrappandosi spesso a concezioni inconsistenti.

Ad ogni modo l’Ucraina ci fornisce un quadro preciso di questi meccanismi. Dietro la loro morale, i politici occidentali, sotto la pressione dei loro burattinai della finanza continuano a sabotare la diplomazia imponendo sanzioni alla Russia, pompando tonnellate di armi in Ucraina e fornendo miliardi di dollari in aiuti finanziari. A parte la convenienza parallela di loschi accordi di armi e denaro, l’obiettivo è quello di intensificare deliberatamente un conflitto che sta trasformando migliaia di persone in carne da cannone mentre alimenta le fiamme di una potenziale guerra nucleare. Come per il Covid, il paradigma della paura è essenziale per costringerci all’obbedienza psicologica. Quindi non c’è alcuno appello alla razionalità e alla giustizia o di buon senso che possa cambiare questa situazione, siamo noi che dobbiamo salvare noi stessi, mandando all’aria il piano di distruggere l’economia reale per permettere allo 0,1 e forse anche meno di sopravvivere all’implosione del sistema che ha creato.

Gli Stati Uniti fanno di tutto per attirare su se stessi odio e rancore

USA: dal Congresso richiesta di sanzioni contro l’Algeria
Di Redazione Arabia Felix
- 30 Settembre 2022



Per il suo acquisto di armi dalla Russia

Da Washington si registrano richieste di sanzioni nei confronti dell’Algeria per il suo acquisto di armi dalla Russia.

Il sito web ufficiale del Congresso degli Stati Uniti ha pubblicato il testo della lettera inviata da un gruppo bipartisan di 27 membri del Congresso degli Stati Uniti, guidato dalla deputata repubblicana Lisa McClain, al Segretario di Stato USA, Antony Blinken, nella quale si lancia l’allarme contro le crescenti relazioni dell’Algeria con la Russia, che costituiscono una minaccia per tutte le nazioni del mondo.

I firmatari della missiva hanno chiesto sanzioni immediate e significative contro i membri del governo algerino coinvolti nell’acquisto di armi russe, sottolineando che gli Stati Uniti devono inviare un messaggio chiaro al mondo che il sostegno a Vladimir Putin e ai barbari sforzi bellici del suo regime non sarà tollerato.

I soldati sionisti sono killer istituzionalizzati. Giornaliste, bambini ...

Israele uccide quattro palestinesi. La Cisgiordania ora è una polveriera

Inserito da Michele Giorgio | 29 Set 2022 | In evidenza, Medioriente




Un bambino palestinese di 7 anni, Ryan Suleiman, è morto durante un raid di soldati israeliani nella sua abitazione a Taqua (Betlemme). Il bambino si è accasciato al suolo ed è spirato per arresto cardiaco. In precedenza il ministero della sanità palestinese aveva riferito che era caduto dall’alto durante un inseguimento da parte dell’esercito israeliano.
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di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 29 settembre 2022 – Nel giorno dell’inizio, 22 anni fa, della seconda Intifada, l’esercito israeliano ha lanciato nel campo profughi di Jenin una delle sue operazioni più profonde e devastanti di questi ultimi mesi. Un attacco, in cui sono morti quattro palestinesi e oltre quaranta sono rimasti feriti, che rischia di far divampare un incendio nel nord della Cisgiordania dove in queste ore dominano rabbia e desiderio di rappresaglia. E anche di far vacillare ulteriormente l’Autorità Nazionale (Anp) di Abu Mazen schiacciata tra la pressione militare di Israele e le proteste della popolazione palestinese che chiede la fine della collaborazione di sicurezza con le forze di occupazione. Ciò mentre il pugno di ferro che Israele ha deciso di usare la scorsa primavera – dopo gli attentati in cui sono state uccise 18 persone a Tel Aviv, Bnei Brak, Hedera e Bersheeva – sta avendo il risultato contrario rispetto a quello che il governo e i comandi militari israeliani affermano di voler ottenere. Dopo circa 100 palestinesi uccisi in raid militari ormai quotidiani, dozzine di feriti e oltre 1500 arresti, non diminuiscono anzi si moltiplicano spari e attacchi contro le postazioni dell’esercito e gli insediamenti coloniali nella Cisgiordania occupata da 55 anni.


Le incursioni militari a Jenin, Nablus – le roccaforti della militanza armata – e altre città cisgiordane avvengono sempre di più spesso durante le ore di luce e non più solo di notte. Ieri le forze israeliane hanno circondato la casa della famiglia di Raad Hazem, responsabile dell’attentato di aprile a Tel Aviv in cui rimasero uccisi tre israeliani, e sparando un missile anticarro contro di essa hanno ucciso suo fratello e altri due palestinesi: Abed Hazem, Mohammed Abu Naaseh e Mohammed Alona. Il quarto ucciso, Ahmed Alawneh, è stato colpito alla testa da un cecchino mentre combatteva in strada. Una foto diffusa da palestinesi sui social mostra uno dei cadaveri all’interno della casa annerita dall’esplosione su cui soldati israeliani avrebbero scritto la parola «Fine». Almeno 44 persone sono rimaste ferite durante gli scambi di raffiche di mitra andati avanti per oltre un’ora. Due dei feriti sono stati colpiti al petto e ieri sera erano in condizioni disperate. Testimoni hanno raccontato di scene che non si vedevano dalla seconda Intifada.

«Non esiteremo né saremo dissuasi ad agire contro chiunque tenti di colpire i cittadini israeliani o le nostre forze di sicurezza», ha commentato il primo ministro Yair Lapid. Ma il raid ha creato una situazione esplosiva. Tutti i partiti e movimenti palestinesi, incluso Fatah di Abu Mazen, hanno proclamato un «giorno d’ira» e uno sciopero generale in tutta la Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Sono scoppiati scontri un po’ ovunque tra soldati e dimostranti. I palestinesi inoltre denunciano un attacco di coloni. Più l’esercito israeliano lancia i suoi raid, più le immagini degli uccisi girano su Tik Tok e altri social e più si ingrossano i ranghi della Fossa dei Leoni, il gruppo armato guidato fino a due mesi fa da Ibrahim Nabulsi ucciso a Nablus, considerato un eroe della resistenza palestinese.

Trema l’Anp che Israele ormai non considera più un «partner per la sicurezza» ma soltanto una autorità amministrativa incaricata di fornire servizi alla popolazione palestinese. Nabil Abu Rudeina, il portavoce di Abu Mazen, ha accusato Israele di non rispettare la vita dei palestinesi «e di compromettere la sicurezza e la stabilità con la sua politica». Ha aggiunto che «Israele chiede calma e stabilità mentre pratica tutte le forme di escalation, uccisione e distruzione». Le parole non bastano più alla popolazione palestinese che vede nei rapporti dell’Anp con Israele il punto di debolezza della leadership di Abu Mazen, priva ormai di consenso e credibilità.

Obiettivo della FED era esportare RECESSIONE . Sapeva perfettamente che creare con un clic miliardi e miliardi di dollari avrebbe importato inflazione che avrebbe dato l'alibi per alzare i tassi d'interessi e mandare a carte e quarantotto soprattutto le economie che hanno come riferimento il dollaro. No gli Stati Uniti non sono amici e producono guerre illimitate. Ricordiamo sempre che sono stati gli unici a sganciare atomiche su due città inermi ed inutilmente: Hiroshima e Nagasaki. Il loro cinismo è bestiale

Creare Moneta dal Nulla è stata illusione di Onnipotenza
Banche Centrali alle prese con Inflazione, tassi di Cambio, Debiti pubblici e Recessione

30 settembre 2022
Guido Salerno Aletta
Editorialista dell'Agenzia Teleborsa


In troppi si sono illusi della onnipotenza delle Banche Centrali, capaci di creare moneta dal nulla, solo liquidità, semplice strumento: non è Ricchezza, e meno ancora è Capitale in grado di produrne. Comprando titoli di Stato già circolanti sul mercato, oppure prestando nuova moneta a medio termine al sistema bancario, come ha fatto la BCE con i T-LTRO, le banche Centrali hanno solo offerto strumenti idonei a tramutarsi in nuovi investimenti, oppure in nuovo credito. La nuova liquidità, altrimenti, sarebbe rimasta inoperosa, come spesso è rimasta ferma, a ciondolare tra un deposito e l'altro.

Al collasso della fiducia derivante dalla Grande Crisi Finanziaria Americana del 2008, prontamente doppiata a partire dal 2010 dai default bancari e dei debiti sovrani in Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, si è risposto con immissioni di nuova moneta, che consentiva di aumentare la domanda degli asset caduti a valori irrisori per via delle vendite sui mercati.

Si pompava liquidità, si dava valore con questa nuova domanda, ad asset già esistenti. E, naturalmente, si creava la opportunità di investimenti.

L'acquisto dei titoli di Stato da parte delle Banche Centrali, per importi ampiamenti superiori alle nuove emissioni nette di debito, ha creato una pressione inverosimile sui rendimenti, portandoli in Europa a tassi anche nominali negativi.
Il biennio di pandemia ha fatto replicare, nel biennio 2020-2021, lo stesso paradigma: liquidità a manetta, che ha vagato inoperosa in attesa di occasioni di lucro. I tassi di interesse sono rimasti a livelli infimi.

La repressione finanziaria che ne è derivata azzerando i rendimenti o rendendoli negativi in termini reali per oltre un decennio, dal 2008 al 2020, ha favorito i debitori a discapito degli investitori, rallentando però anche il ciclo degli investimenti produttivi. Questo è stato il primo inconveniente: la liquidità ha preso decisamente la strada della speculazione, comprando futures di materie prime, di prodotti agricoli, di prodotti energetici (questo già succedeva, diciamo che c'è stata un'accelerazione incredibile)

Alla ripresa, nei primi mesi del 2021, i nodi sono venuti al pettine: il risparmio accumulato inoperosamente si è tramutato in nuova domanda e l'offerta ha catturato il mercato aumentando i prezzi (inflazione). L'onda lunga dei sostegni pubblici precedenti, volti a far superare la crisi economica derivante dalla epidemia, ha contribuito a sostenere la domanda ed a far aumentare i prezzi.

La Federal Reserve americana, per contrastare l'inflazione interna, ha preceduto tutte le altre banche Centrali aumentando i tassi di interesse: questa decisione ha avuto una immediata ripercussione negativa sul mercato dei capitali, attratti dagli impieghi in dollari, e dunque su quello dei cambi mandando a picco l'Euro, lo Yen e la Sterlina, tanto per citare le valute principali. Un meno 20% in un anno rispetto al dollaro, a cominciare dalla primavera del 2021, ha creato enormi problemi in termini di inflazione imbarcata per via dei maggiori costi all'importazione.
Alzare i tassi di interesse è difficile, tanto in Europa che in Giappone e pure in Inghilterra: ma se non si alzano, i capitali fuggono verso il dollaro.

Come se non bastasse, la crisi energetica in Europa, e le prospettive di un inverno durissimo, hanno indotto il governo britannico a varare un piano monstre di sostegno all'economia: tutto finanziato a debito. Gli spread sui titoli di Stato britannici rispetto ai Bund tedeschi hanno superato quelli di Italia e Grecia, imponendo alla BoE di intervenire, comprando titoli sul mercato, per evitare un tracollo. E, nel frattempo, la sterlina era già caduta ai minimi storici rispetto al dollaro, come l'euro che ormai quota attorno a 0,96 quando era stato stabilmente attorno ad 1,20 per un decennio.

Alzare i tassi di interesse e drenare liquidità non serve a molto: i problemi dell'inflazione da prezzi all'importazione sono incontrollabili, i rapporti di cambio verso il dollaro collassano, i tassi di interesse sui debiti pubblici si impennano, la recessione si preannuncia sempre più pesante.

Banche Centrali alle prese con Inflazione, tassi di Cambio, Debiti pubblici e Recessione

Creare Moneta dal Nulla è stata illusione di Onnipotenza

Gli Stati Uniti sono i veri nemici degli europei ma gli euroimbecilli continuano a nascondere la testa nella sabbia

“Germania e Russia insieme sono l’unica potenza che può minacciare gli Stati Uniti”

Maurizio Blondet 30 Settembre 2022

Un mio articolo del 2015 cheh spiegava tutto

titolo originale
Il nostro vero nemico è il grande alleato. La prova definitiva
Maurizio Blondet 20 Aprile 2015 

«Per gli Stati Uniti la paura primordiale è il capitale tedesco, la tecnologia tedesca, unita con le risorse naturali russe e la manodopera russa: è la sola combinazione che ha fatto paura agli USA per secoli»: così George Friedman, il fondatore del centro di analisi strategiche Stratfor, nel discorso che ha tenuto presso il Council on Foreign Relations il 4 febbraio, e di cui pubblichiamo qui il video con la nostra traduzione integrale (dal parlato inglese). Vale la pena di mostrarlo con la dovuta attenzione, perché merita la più ampia diffusione.

Friedman, che è un ebreo nato a Budapest nel 1946, è un uomo dello ‘Stato profondo’ americano-militarista: docente all’US Army War College, studioso alla National Defense University e alla RAND (il megafono del sistema militare-industriale), esprime qui con inaudita franchezza la strategia che seguirà Washington per mantenere il predominio mondiale. In questa strategia, l’Europa è una pedina, e uno strumento, di cui Friedman parla con infinito disprezzo. L’arma usata, sarà la destabilizzazione: in Ucraina è ciò che abbiamo già fatto in Afghanistan. Abbandoniamo ogni velleità di instaurare la democrazia; una volta destabilizzato il Paese, noi abbiamo compiuto il nostro lavoro… vale la pena di ascoltarlo. E di osservare il suo freddo sorriso, o rictus, mentre espone il programma.

Ecco quel che Friedman dice per sommi capi:
– L’Europa non esiste.– Soltanto l’integrazione Germania-Russia può minacciarci, non lo permetteremo (1).

– Per questo sosteniamo Kiev.

– L’esercito di Kiev è il nostro esercito, tant’è vero che diamo medaglie ai loro soldati.

– Noi stiamo posizionando armi in tutti i paesi dell’Est europeo, approfittando della loro russofobia.

– Ovviamente agiamo al difuori del quadro della NATO.

– Il nostro scopo: stabilire un cordone sanitario attorno alla Russia.

Noi possiamo invadere ogni paese del mondo, mentre nessun paese può invaderci.

– Tuttavia, non possiamo occupare l’Eurasia; la tattica è fare in modo che i paesi si dilanino tra loro.

– Per la Russia, lo status dell’Ucraina è una minaccia esistenziale.

– «È cinico, è amorale, ma funziona».

– L’obiettivo non è vincere il nemico, ma destabilizzarlo.

– La destabilizzazione è il solo scopo delle nostre azioni estere. Non instaurare la democrazia; quando abbiamo destabilizzato un Paese, dobbiamo dirci: «Missione compiuta», e tornare a casa.

– La nostra incognita è la Germania. Che cosa farà? Non lo sa nemmeno lei. Gigante economico e nano politico, come sempre nella storia.

– «L’Europa subirà la stessa sorte di tutti gli altri Paesi: avranno le loro guerre. Non ci saranno centinaia di milioni di morti, ma l’idea di una esclusività europea, a mio avviso, la porterà a delle guerre. Ci saranno dei conflitti in Europa. Ce ne sono già stati, in Iugoslavia ed ora in Ucraina.

Il sito Saker mette a confronto questo programma con ciò che ha detto Vladimir Putin nella lunghissima diretta tv del 6 aprile, a cui ha risposto alle domande del pubblico russo:

– La Russia non aggredisce nessuno, difende solo i suoi interessi.– Noi abbiamo due basi militari fuori della Russia, essi hanno più di mille basi nel mondo: e saremmo noi gli aggressori? Dov’è il buon senso?

– Il bilancio militare del Pentagono è 10 volte maggiore del nostro, e siamo noi che conduciamo una politica aggressiva… Per caso siamo noi ad avere delle basi ai confini degli USA?

– Chi installa dei missili alla frontiera dell’altro?

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Il secondo risultato è che la Russia, visto che è vittima di ingiuste ritorsioni economiche in violazione delle norme del WTO, può esentarsi dalle regole del commercio internazionale dettate dallo stesso WTO. Il primo e più gravoso di questi condizionamenti è che il WTO vieta di favorire le industrie nazionali contro la concorrenza delle merci estere. L’embargo in corso obbliga la Russia ad accrescere la parte di produzione nazionale nelle proprie industrie e altre attività economiche; se ben usata, può essere l’occasione insperata per rinforzare il proprio sistema industriale al parziale riparo dalla competizione estera, con misure di protezione che non sarebbero state accettate dalla «comunità internazionale» né dalla propria popolazione. Le sanzioni stanno provocando difficoltà; ritardano i rammodernamenti che erano già in corso (grazie alle industrie tedesche), per cui in pochi anni Mosca avrebbe potuto cominciare a produrre per il mercato merci «di qualità tedesca» nei settori dove ha prodotti di punta (nati per motivi militari) che è incapace di imporre globalmente: chimica, farmaceutica, turbine, chips, opto-elettronica e micro-elettronica, software indipendente (dalla porte posteriori NSA) eccetera (per un’esposizione dei progetti e delle possibilità di eccellenza della Russia si veda qui).

Insomma ha l’occasione di attivare quelle politiche industriali di cui noi europei – vassalli vili e stupidi – ci siamo lasciati spogliare totalmente: dalla svalutazione resa impossibile dall’euro, fino al controllo dei cambi e di opporsi alla fuga dei capitali, misure tradizionali per secoli di qualunque Governo sovrano, ed oggi proibite dal Trattato di Lisbona, come il WTO ci proibisce di difendere le nostre industrie invase e devastate da merci sottocosto. Mentre noi ci lasciamo annodare al collo l’ultimo nodo scorsoio: il TAFTA, il trattato transatlantico, con cui ci assoggetteremo alle normative statunitensi persino per quel che mangiamo.

L’Europa dunque affonda nella crisi (provocata dalla finanza USA e dal suo capitalismo terminale) affondando nel vassallaggio a Washington; complice servile delle sanzioni, perde la grande occasione di sviluppo dell’economia russa – che è un compito immenso, che avrà bisogno di enormi finanziamenti e dunque di investimenti esteri colossali, a cui ahimè provvederà la Cina. E in compenso, da Washington cosa ottiene? Progetti di destabilizzazione e di guerre al suo interno, come promette Friedman.

Vale per noi il detto di Plotino: «Che i vili sian governati dai malvagi – è giusto».

Quanto all’America, e al suo destino storico e metastorico, dovrebbe paventare un altro detto: se sono detti «Beati i costruttori di pace», quale maledizione incombe su tali anticristici seminatori di discordie e suscitatori geopolitici di odi e violenze?

1) Nel 1939 il Council on Foreign Relations di Rockefeller, diretto allora da Isaiah Bowman, raggiunse la stessa conclusione: dopo un accurato studio dei rapporti commerciali dell’intero pianeta, stabilì che l’Europa continentale (con la Russia integrata alla Germania) avrebbe costituito un «blocco autosufficiente», ciò che era contrario all’interesse nazionale, in quanto mega-corporations americane avevano bisogno di «libero accesso ai mercati e alle materie prime» di quella parte del mondo. Fu costituito un War and Peace Studies Project (con un centinaio di avvocati, industriali, politici, diplomatici, banchieri) che con forti finanziamenti (la sola Rockefeller Foundation diede 300 mila dollari di allora), delineò un intero progetto per far entrare in guerra gli USA, e costituire nel dopoguerra un nuovo ordine mondiale: il FMI, la Banca Mondiale furono già concepiti allora. Presentati a Roosevelt, i risultati dello studio lo convinsero ad entrare nel conflitto contro la Germania e il Giappone.

– Noi vogliamo relazioni di uguaglianza con l’Occidente, in accordo coi nostri interessi nazionali.