
Stefano Trinco, presidente Federdoc Fvg
Ci troviamo nel mezzo di una vendemmia che si sta rivelando in linea con le previsioni: di buona qualità e nella giusta quantità, eppure nell’aria non c’è quel clima frizzante, di sana eccitazione, che da sempre la caratterizza.
È palpabile tra gli operatori la preoccupazione per il non felice periodo che sta attraversando il settore. Poco giovano le indicazioni degli economisti che danno per certi flebili segnali di ripresa dell’economia mondiale. Per il settore vitivinicolo questi segnali non sono ancora arrivati; anzi, azzardo con la speranza di sbagliare, vivremo periodi ancora più bui.
Non è questa una crisi passeggera, come ce ne sono state altre, ma una vera e propria crisi strutturale. Il motivo è semplice: si sta producendo molto di più di quanto il mercato possa richiedere. Alcune cifre: in Italia si producono circa 50 milioni di ettolitri di vino. Il consumo pro capite è di poco superiore ai 40 litri a testa mentre la quota export è di circa 18 milioni di ettolitri, un altro milione viene destinato ad altri utilizzi. Della decina di ettolitri in eccedenza cosa ne facciamo? Per ora restano giacenti nelle cantine con l’effetto di abbassare il valore complessivo del prodotto. Certo,

Tutti lo sanno, ma pochi lo ammettono. In Piemonte si è squarciato questo velo di omertà e alcune aziende hanno deciso di rendere pubblica questa situazione minacciando di non raccogliere l’uva, in quanto economicamente non conveniente, mentre anche in Friuli i primi nodi vengono al pettine con aziende in liquidazione, altre che cambiano repentinamente proprietà, turnover frenetico di direttori commerciali e tecnici sperando che ciò rappresenti una soluzione in grado di sostenerle. Inutile dire che le cause sono molteplici e meriterebbero specifici approfondimenti.
La soluzione? Abbattere la produzione abbandonando la coltivazione dei vigneti. Purtroppo, alternative valide non ci sono. Sarà compito e responsabilità della politica, sinora poco presente, dare la rotta a chi oggi vive di vitivinicoltura. Perché sono sempre di più i produttori che hanno la sensazione di essersi imbarcati sul Titanic!
dal sito www.ilfriuli.it