
tratto da http://www.net1news.org/economia-mondiale-ed-il-movimento-zeitgeist.html
la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
Per capire che cosa stia accadendo dobbiamo partire dai "mercati a termine". Sono nati per proteggere produttori, intermediari agricoli e consumatori dalle fluttuazioni dei prezzi dovute a eventi eccezionali, quali la carestia, e da fenomeni imprevedibili durante il periodo di tempo che intercorre tra la semina e la vendita del raccolto, quali l'aumento del tasso d'interesse o di cambio.
Il mercato a termine più grande è quello di Chicago. Che cosa avviene lì e in altri mercati? Ci si scambia futures, ossia contratti in cui compratore e venditore stabiliscono il prezzo di una merce a una data futura. Il problema è che più alta è la domanda di futures, più alto è il loro prezzo, come avviene per un qualsiasi titolo di Borsa.
Ci sono poi eventi che attirano gli investitori. Nell'estate del 2010 le campagne in Russia sono state devastate da numerosi incendi. I mercati finanziari hanno predetto uno squilibrio tra domanda e offerta di grano, cereali russi, attirando ingenti quantità di denaro. Nel mondo globalizzato, gli agricoltori basano i loro prezzi sui valori dei futures e molti non vendono i prodotti perché vogliono spuntare prezzi più alti. Nel dicembre 2010 in Spagna i granai erano stracolmi, ma nessuno voleva vendere perché le previsioni di Chicago erano per un'impennata dei prezzi a gennaio.
Come nel 2008, anche questa è una crisi prodotta dall'avidità di Wall street. L'offerta di derrate alimentari è di gran lunga superiore a quanto si creda. La soluzione ci sarebbe: limitare l'accesso ai futures a chi produce e commercia materie prime, lasciando fuori gli speculatori. Una proposta avanzata dalla Commodities futures trading commission (Cftc), che regola le transazioni della Borsa di Chicago, finora rimasta inascoltata.
tratto da http://magazine.terre.it/notizie/rubrica/38/articolo/2054/gli-avidi-di-wall-street