L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 24 novembre 2011

VERITA' è una operazione di coraggio che il governo tedesco non vuole affrontare




LA SVIZZERA DA LEZIONI DI REGOLAMENTAZIONE DELLA FINANZA ALL'UNIONE EUROPEA

E' davvero paradossale che sia la Svizzera a dare lezioni di regolamentazione finanziaria all'Unione Europea e al resto del mondo, che invece con le ultime disposizioni sembra ancora promuovere l'operato dissennato della finanza e della speculazione.
Nonostante la nota e discutibile gestione della riservatezza dei dati dei correntisti stranieri, la banca centrale della Svizzera, la Swiss National Bank, ha dato una bella lezione di regolamentazione della finanza e ripulito le due banche private principali, la UBS e la Credit Suisse, che avevano i conti palesemente in disordine, dando dimostrazione di senso e ragionevolezza.
L'intervento di regolazione finanziaria della banca nazionale svizzera nasce da una considerazione abbastanza semplice: l'UBS e la Credit Suisse con un comportamento abbastanza irresponsabile avevano accumulato nei propri attivi un patrimonio superiore del 500% dell'intero PIL della Svizzera, e quindi era chiaro che qualcosa nei conti non tornava.
La banca centrale svizzera ha obbligato le due grandi banche private a rivolgersi a revisori contabili indipendenti, che esaminando i bilanci di UBS e Credit Suisse si sono subito accorti di enormi irregolarità nella gestione dei titoli obbligazionari e degli strumenti derivati.
In pratica i managers e i dirigenti della UBS e della Credit Suisse per avere diritto ai bonus miliardari hanno forzato un po' la mano con la creazione di titoli derivati, creando senza sosta CDO (Collateralized Debt Obligations) riferiti ai propri attivi, e acquistando sui mercati non regolamentari strumenti derivati di altre banche straniere, coprendoli poi con altri titoli CDS (Credit Default Swap) e CSE (Current Swap Rate) per assicurarsi dal rischio di insolvenza e di cambio degli stessi titoli acquistati.
In pratica i bilanci di UBS e Credit Suisse erano enormemente gonfiati da titoli derivati molto rischiosi e difficilmente monetizzabili senza perdite, perchè i managers avevano ormai l'abitudine di usare la cartolarizzazione dei propri attivi (i prestiti della banca che qualcuno deve pagare) vendendoli sui mercati con i soliti strumenti finanziari strutturati come i CDO, che sono gli stessi che hanno causato la bolla speculativa dei subprime negli Stati Uniti.
La banca centrale della Svizzera però non ha chiesto alla cittadinanza di capitalizzare le banche private con soldi pubblici, come sta accadendo adesso nell'Unione Europea, ma si è assunta in proprio il rischio di insolvenza trasferendo questa massa enorme di titoli tossici in un proprio fondo garantito di circa 60 miliardi di dollari, ripulendo così in una sola mossa i bilanci disastrati della UBS e della Credit Suisse.
Come contropartita però, la Swiss National Bank ha chiesto alle due banche private di interrompere drasticamente le proprie attività di investimento nei titoli derivati e di focalizzare invece le operazioni sulle normali attività di credito e raccolta depositi dai clienti, come dovrebbe fare una vera banca commerciale che opera direttamente sul territorio.
Tuttavia a differenza dell'Unione Europea che non ha una propria banca centrale, essendo la BCE una banca straniera e indipendente, la Svizzera ha potuto risolvere i propri problemi e regolamentare la finanza creativa delle proprie banche private perchè ha una vera banca centrale come la Swiss National Bank che può agire a largo raggio per difendere l'economia reale della propria nazione.
Mentre l'Unione Europea a causa dell'incapacità dei suoi governanti tentenna ancora nella modifica dello statuto della BCE e promuove ai ruoli di guida le persone che erano più o meno collegate al mondo della finanza (vedi Monti per l'Italia e Papademos per la Grecia), aprendo ancora di più le porte alla speculazione e affossando la ripresa, la Svizzera ha già cambiato pagina e gli svizzeri non sono proprio dei dilettanti in quanto a gestione delle banche.
Tratto da http://www.ultimenotizie.we-news.com/politica/interna/6278-la-svizzera-da-lezioni-di-regolamentazione-della-finanza-allunione-europea