L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

domenica 15 gennaio 2012

E’ guerra. Monti, Sarkozy e la Merkel sapranno difendere le comunità europee dall’attacco del capitale finanziario anglo-americano?


Il capitale finanziario anglo-americano attraverso la sua avanguardia la società di rating Standard&Poor’s ancora una volta ha lanciato l’attacco all’euro declassando nove paesi dell’area, l’Italia, la Francia, l’Austria, il Portogallo, la Spagna, Cipro, Malta, la Slovenia e la Slovacchia.

Nello stesso tempo gli Hedge Funds Usa hanno fatto saltare l’accordo tra il governo Greco e le banche creditrici, per tagliare il debito del 50%.

Nulla è un caso, è dall’autunno del 2009 che le società di rating hanno cominciato ad attaccare l’euro, affondando come un burro nelle contraddizioni della costruzione monetaria europea.
Era da tempo nell’intenzione del capitale finanziario anglo-americano di porre dei limiti alla nascita e crescita dell’euro, in quanto lo si è sempre visto come il vero antagonista del dollaro, nello stesso tempo hanno trovato la maniera di far soldi speculando di volta in volta con i titoli di stato di quella o quell’altra comunità europea, ora la Grecia, ora la Spagna, ora l’Italia.

L’Europa è troppo grande per essere attaccata complessivamente, ma ogni comunità è stata possibile attaccarla singolarmente, e così lo si è fatto. Le contraddizioni europee, non ci stancheremo mai di dirlo sono nel fatto che: uno, la Bce non è la banca centrale dello “Stato Federativo Europeo” e quindi prestatore di ultima istanza; due, che non c’è una politica fiscale unica della comunità europea.

Sarkozy aveva l’informazione già qualche settimana fa del fatto che l’agenzia di rating Standard&Poor’s avrebbe declassato la Francia e “ingenuamente” ha pensato di anticipare le azioni dell’agenzia di rating pronunciando a voce alta, dopo l’incontro con Monti, di tassare le transazioni finanziarie, pensando di mettere “paura”al capitale finanziario anglo-americano.

Non è stato un caso che Cameron, scattato come una “serpe” ha cercato di circoscrivere e rendere ridicola, l'affermazione di Sarkozy, affermando che la tassa sulle transazioni finanziarie l’avrebbe fatto solo la Francia. Chiaro il sistema di sicurezza approntato intorno al capitale finanziario anglo-americano ha funzionato e funziona perfettamente. C'è un motivo per cui L’Inghilterra si è tirata fuori dalla sottoscrizione del Patto Fiscale (Fiscal Compact), e quindi dalla costruzione della comunità europea, è un motivo di banale interesse economico: difesa della City, difesa del capitale finanziario anglo-americano.

Si apre una piccola parentesi per ricordare che il Patto Fiscale (Fiscal Compact) non è una politica fiscale comunitaria europea. E che questo prevede:
- 3% dei disavanzi
- Pesanti penali automatiche
- Verifica e sanzione dei patti dalla Corte di Giustizia e della Commissione (europea)
- Impegno a ridurre il rapporto debito/Pil al 60%

Insieme al Patto si sono stabilite altre regole, tutte ridicole ed inutili:
1) manovre economiche di austerità e di rigore
2) il Patto Fiscale (Fiscal Compact), sopra menzionato
3) rafforzamento dei mezzi finanziari del fondo salva Stati (efsf)
4) tagli dei tassi, peraltro questo fatto dalla Bce
5) impegno totale della Bce per impedire il crac degli Istituti di Credito
Niente di niente per la crescita. Senza crescita non c’è abbattimento dei debiti degli Stati.

Da mesi si sostiene di tassare le transazioni finanziarie, oltre al fatto di fare cassa ed utilizzare quei soldi per la crescita soprattutto si insiste su questa misura in quanto si vuole ottenere di far uscire alla luce del sole tutte quelle transazioni finanziarie che non si fanno sul mercato regolamentato e quindi cominciare a regolare il sistema capitalistico finanziario, soprattutto anglo-americano.

Ora la risposta di Monti, Sarkozy e della Merkel insieme ai ventisei paesi europei, non può non essere dura e decisa come duro e deciso è il capitale finanziario anglo-americano nell’attaccare con determinatezza e precisa volontà l’euro per farlo fallire. Questo comportamento, grazie all'incapacità dei politici europei, ci ha costretto a fare, e a noi dominati a subire, manovre di vera macelleria sociale e di classe. Ora i margini di manovra dei capitalisti europei si riducono, il capitale finanziario tedesco deve finirla di allearsi con quello speculativo internazionale e faccia la pace con il capitale mercantilistico tedesco che è pienamente consapevole che la Germania senza l’euro sarebbe una ben misera cosa. A chi venderebbero la Volkswagen, la Mercedes e l’Audi?

Dura e decisa la risposta passa sulla tassazione delle transazioni finanziarie, sulla costruzione degli eurobond, che la Bce divenga prestatore di ultima istanza e che si armonizzi la politica fiscale europea.
Un piccolo particolare: cominciare a progettare. Definiamo un Piano di Sviluppo per la crescita contro la disoccupazione. Certamente è inversione di tendenza, rispetto a quello che si è fatto fin'ora, ma sembra che sia il caso ed è estremamente opportuno.
Forza Monti, Sarkozy, Merkel le comunità europee sono in attesa.

martelu