
Manovre economiche di lacrime e sangue, in Grecia, sono state richieste e fatte. L'ultima richiesta è:
1) riduzione degli stipendi minimi dal 20 al 25% fino ad arrivare ad euro 571,00 al mese;
2) tagliare la spesa pubblica di almeno 1,5% del Pil, per un ammontare di 3,3 miliardi di euro nel 2012. Di questi tagli 1,5 miliardi nella sanità. Licenziati 15 mila persone nel pubblico impiego;
3) entro il 2015 i licenziati debbono essere 150.000 nell'amministrazione statale;
4) le tredicesime e le quattordicesime debbono essere riviste;
5) gli investimenti pubblici debbono ridursi nel 2012 di trecento milioni;
6) tagliare i sussidi ai pensionati.
Su quest'ultima richiesta c'è stato un sussulto di orgoglio e i partiti greci hanno risposto no.
Le richieste di macelleria sociale e di classe sono state richieste dalla Commissione europea, dalla Bce e dal Fmi.
Sono in linea con le manovre economiche che si stanno attuando in europa, austerità e rigore che certamente non vanno incontro a crescita. Quando tutti gli economisti, nessuno escluso dice che i bilanci dello Stato possono essere risanati solo con la c r e s c i t a.
Una contraddizione che nessuno vuole spiegare, zitti ed allineati al diktat della Germania della Merkel.
La crescita europea nel 2012 è di -0,7% cioè recessione. Le politiche di austerità richieste ed in fase di attuazioni aiutano ad aumentare la recessione. La recessione ci ha portato ad avere ventitre milioni di disoccupati, che aumenteranno e non possono certo diminuire.
Alla faccia della dichiarazione del 30 gennaio del 2012 del Consiglio Europeo che si dovrà lavorare per ridurre la disoccupazione e va sulla luna e ritorno per dire come.
Ma il Consiglio europeo da chi è formato da terrestri o da marziani?
Il prestito di 130 miliardi di euro dell'Europa alla Grecia è condizionato da quest'ultima manovra di macelleria sociale e di classe che si pretende. I dirigenti della politica greca con un ultimo sussulto di dignità hanno detto NO al taglio delle integrazione alle pensioni.
130 miliardi per pagare anche l'Institute of International Finance, che raccogli 450 banche più grandi a livello mondiale e di cui le banche francesi e tedesche sono quelle più esposte sui debiti della Grecia, perchè sono state quelle più pronte a speculare sull'inalzamento degli interessi che la Grecia è stata costretta a pagare quando la finanza internazionale (ed europea) ha capito che poteva trarne profitto, ha cominciato il gioco della vendita-acquisto facendo salire gli interessi e farci più guadagno.
Gli interessi da pagare, alle banche creditrici raccolte nell'Institute of International Finance sui nuovi titoli che emetterà la Grecia, dopo la ristrutturazione del debito la cui perdita reale arriverà al 65-70% dell'investimento, sarà sui titoli trentennali, che rimarranno dopo averne pagato una parte in contanti, inizialmente con una cedola del 3,1% per aumentare poi fino al 4,75%.
Esplode la rabbia su questi dati, quando si è assistito ad una regalia di 489 miliardi dei euro all'1% per tre anni, da parte della Bce al sistema creditizio europeo il 21 dicembre del 2011 e quando ci sarà la seconda regalia il 28 febbraio del 2012 sempre al sistema creditizio europeo. E si parla di una terza regalia.
Regalia che nelle intenzioni era di riportare la fiducia tra le banche e la speranza che queste innescassero un circolo d'investimenti e alle imprese e alle famiglie bisognose di prestiti. Ciò non è avvenuto, le imprese falliscono anche se hanno commesse e le famiglie non sono finanziate perchè il loro lavoro è precario e questo non è sufficiente come garanzia.
A fronte dell'affamamento di un popolo, della riduzione delle sue condizioni di vita, in cui si accanisce con forza sul mondo del lavoro dei subordinati si hanno trattamenti così benevoli alle banche e al sistema finanziario da loro impersonato, perchè ricordiamolo con forza.
Il male oscuro che ha prodotto la crisi del 2007/2008 è dato anche dal fatto che le banche non si sono più distinte tra banca commerciale e banca d'investimento e questa situazione spuria continua a rimanere a dispetto delle parole tracimate nella crisi, che si doveva agire sulle cause, e questa era una delle cause, il potere politico l'ha subito dimenticato foraggiato dal capitale finanziario.
Ancora una volta si constata che la politica attuale di chi dirige questa europa è favorire il capitale bancario e finanziario sulle spalle dei bisogni e delle esigenze delle comunità europee, e la Germania della Merkel ha le responsabilità maggiore, l'obiettivo dei governanti dovrebbe essere quello della salvaguardia dei beni comuni, ciò non è, l'obiettivo è quella di affrontare la mancanza di lavoro e ciò lo si fa solo con vuote parole che non poggiano su fatti conseguenti.
Il sistema economico europeo che è retto dal capitale finanziario prolunga l'agonia e immette sempre più disperazione nei dominati, è forte ma vive contraddizioni formidabili che a loro volta potrebbero innescare "rivolte" e improvvisi meccanismi di acquisizione di consapevolezze, che potrebbero portare al rovesciamento dei rapporti di forza attuali.
Non sfidare l'ira degli umili.
martelun