La situazione politica italiana e la sua evoluzione futura
nov 30th, 2012 | Di Eugenio Orso
di Eugenio Orso
 |
eolico offshor, autonomia energetica sostenibile |
Pubblico un mio saggio, scritto sabato
24 novembre, sull’attuale situazione politica italiana e sulla sua
possibile evoluzione futura. Questo saggio è stato scritto prima di
conoscere l’esito delle attese primarie del pd, evento
mediatico-manipolatorio-propagandistico di prima grandezza, in grado di
irretire un paese impaurito, prostrato e retto da un governo “esterno”.
In futuro la situazione si chiarirà meglio, man mano che si avvicinerà
alla primavera 2013, e le mie “profezie” di breve periodo potranno
essere confermate o smentite.
Per valutare correttamente l’attuale
situazione politica italiana, e svelare il disegno oligarchico stabilito
per il paese, è necessario prestare la dovuta attenzione ai seguenti
elementi:
1) I cartelli elettorali
liberaldemocratici si preparano alle elezioni di fine legislatura,
attese nel mese di aprile del prossimo anno. Avevo previsto, in tempi
non sospetti, che il pdl difficilmente sarebbe sopravvissuto alla morte,
alla fuga, all’arresto o semplicemente all’abbandono del suo
“proprietario” e fondatore unico, cioè Silvio Berlusconi. Si trattava,
in verità, di una facile previsione. In questo preciso istante il pdl si
sta sciogliendo come un gelato esposto al solleone, nonostante le
temperature autunnali, travolto com’è da conflitti interni insanabili,
dai soliti scandali per corruzione, dagli abbandoni di singoli esponenti
e dalle scissioni che generano micropartiti. Avevo previsto che la
ricomposizione del centro-destra parlamentare in altra forma avrebbe
richiesto tempi non brevissimi, non potendo produrre frutti elettorali
consistenti per la scadenza politica della primavera del 2013. Per tale
motivo, i registi sopranazionali con la piena collaborazione di
Napolitano “sponsor” di Monti, hanno pianificato la vittoria
dell’affidabilissimo pd postcomunista e postdemocristiano, per un nuovo
governo in linea con le politiche richieste all’Italia da BCE e FMI. La
persistenza del nucleo leghista superstite, ridiventato indipendentista e
sempre più antimontiano per mera convenienza elettorale, non impedirà
una sostanziale riorganizzazione futura del centro-destra, una volta
sciolto il nodo rappresentato da un pdl morente. Se un risultato che si
voleva ottenere era quello della separazione definitiva dei destini di
lega e pdl, questo risultato sembra ormai raggiunto. Per continuare la
rappresentazione scenica liberaldemocratica a uso e consumo delle masse,
aduse al fidelismo nel calcio come in politica e a un tifo politico di
tipo calcistico, è necessario creare con i resti dei vecchi cartelli
elettorali che hanno sostenuto Berlusconi nuove formazioni, nuove
“squadre di campionato” in grado di rappresentare la falsa opposizione
al pd in parlamento. E’ necessario avere, nella liberaldemocrazia
“calcistica” italiana, almeno due squadre principali che si contendono
lo scudetto per coinvolgere le tribune, pur nella persistenza di un
gioco viziato, pilotato e truccato, come nel torbido caso a sfondo
penale del “calcioscommesse”. Ecco perché si ricostruirà una nuova “casa
dei moderati”, questa volta senza l’indisciplinato ed estroso
Berlusconi. Quanto precede a prescindere dalla lega, ridimensionata a
sufficienza “sciogliendo” per un po’ dalla catena quel cane da caccia
rappresentato dalla magistratura inquirente (l’inchiesta di più procure
partita da Belsito), ma tenendo in debito conto il piccolo, grande
centro filomontiano guidato dall’udc del “sempreverde” (e sempreservo)
Pier Ferdinando Casini. Samorì o non Samorì alle incerte primarie del
pdl, Montezemolo o non Montezemolo al centro, la riorganizzazione del
centro-destra, la sua ricomposizione in altra forma, purché gradita alle
Aristocrazie finanziarie globali (nessun vero populismo è ammesso!),
continuerà per buona parte del 2013. In tempi non sospetti avevo scritto
che dopo la lega sarebbe toccato a Di Pietro e alla sua idv entrare in
crisi e subire un drastico ridimensionamento, per la blanda opposizione
alle politiche euromontiane in parlamento. Ebbene, è quello che sta
accadendo in questi giorni, e intorno a Di Pietro si sta creando
rapidamente un vuoto mortifero, che prelude forse allo scioglimento di
quella formazione ormai ridotta a partitino. Donadi è fuggito cercando
di agganciarsi con una sua formazione al vincente centro-sinistra
pidiino, il sindaco di Napoli De Magistris è distante da Di Pietro come
non mai, molti parlamentari in fuga hanno già abbandonato i gruppi
parlamentari dell’idv, che rischiano di ridursi a un niente. Elementi di
disturbo per Monti, pur appartenendo per intero al sistema della
politica liberaldemocratica, lega e idv come prevedevo sono stati
“castrati” a sufficienza per limitare al massimo, in occasione delle
future politiche, gli elementi di disturbo ai piani elitistici stabiliti
per l’Italia. Per quanto riguarda il centro ascaro filomontiano, io
credo che parte di questo parteciperà alla prevista “ristrutturazione”
del centro-destra, ma una parte potrà affiancare il pd. Gli elementi
centristi saranno in prima linea se si farà rientrare Monti dalla
finestra dopo che sarà uscito dalla porta, richiamandolo in servizio, in
un nuovo governo guidato da lui, oppure guidato da politici di
professione, come ad esempio Bersani. Infine, il pd di Bersani è
destinato a diventare ciò che è diventata la Nuova Democrazia di Samaras
in Grecia, in seguito alla vittoria nelle seconde elezioni “popolari”
dopo il direttorio Papademos (le prime sono “andate a vuoto”). Uniche
incognite di rilievo, l’astensionismo e la presenza delle liste M5S, che
però, a mio dire, non potranno sconvolgere completamente il quadro,
facendo fallire completamente i piani orditi dall’Aristocrazia globale e
dai suoi referenti sopranazionali (fra i quali Draghi e Lagarde) per
sottomettere l’Italia.

2)
Una considerazione particolare meritano, nella fase pre-elettorale, le
primarie di partito e schieramento. Sarò breve, perché sulle primarie
del pd e del pdl ho già scritto a sufficienza nel recente passato. Per
quanto riguarda le incerte primarie del pdl, bisogna ammettere che aveva
ragione Berlusconi a non volerle. La funzione delle primarie del pd è
quella di simulare la “partecipazione democratica”, di legittimare
l’intero sistema nel prevoto, di arginare, con adeguato battage
mediatico, astensionismo e consensi a Grillo, agevolando la
realizzazione dei progetti globalisti per il paese. In cinque o sei
milioni, se non mi sbaglio, hanno seguito la sceneggiata televisiva, su
Sky, del confronto fra i cinque “finalisti” nella competizione, secondo
le regole della trasmissione televisiva di successo X-Factor. Essendo il
vincitore predeterminato (Bersani, come in passato fu Romano Prodi),
ciò che conta è il consenso che si riesce mediaticamente a muovere. Al
contrario, nel caso del pdl che potrebbe finire a breve sotto la tenda
dell’ossigeno, l’annuncio delle primarie non ha fatto altro che
accelerarne la caduta, aggravando il suo stato di salute, senza portare
particolari benefici al sistema in termini di interesse e di consenso di
massa. Infatti, è accaduto quello che non doveva accadere, e cioè che
la competizione annunciata ha portato ad un’infausta proliferazione
delle candidature (una ventina, se non erro), accentuando il caos e i
contrasti interni. Diversamente dal pdl il pd, che ha sapientemente
limitato il numero dei candidati e creato cinque false alternative, per
dare l’impressione di un vero dibattito politico interno, senza mostrare
all’esterno pericolosi segnali di sfaldamento. Ciliegina sulla torta,
un candidato alle primarie del pdl è persino finito sotto inchiesta,
accentuando la caduta a vite della formazione ex berlusconiana. Se la
falsa contesa nelle primarie del pd non ha messo in luce drammatiche e
dirompenti divisioni fra ex comunisti ed ex democristiani, nello
sciagurato (e sfortunato) pdl sembra che il nucleo superstite di
provenienza aennina si sia in qualche modo ricompattato con propri
candidati (Giorgia Meloni, per non fare nomi), distinguendosi dagli
altri e entrando in aperto conflitto con altre componenti. Questa
situazione, nel caso pidiellino, non favorirà di certo la partecipazione
all’evento, ma anzi, agirà sicuramente in senso contrario. In breve, le
primarie del pd sono sotto controllo e assolvono bene la loro
truffaldina funzione di alimentare il consenso, nel solo interesse
globalista, cercando di arginare astensionismo e voti a Grillo, mentre
le primarie del pdl fin dal loro annuncio si sono rivelate un
fallimento, ed anche se il pdl sopravvivrà dovrebbero essere
tempestivamente annullate. Ma ormai potrebbe essere troppo tardi.
3) Gli interventi e le
dichiarazioni della presidenza della repubblica di questi giorni,
mostrano con estrema chiarezza di ciò che ci attende, a livello
politico, nel prossimo futuro. Le parole di Napolitano, lette fra le
righe senza eccessivi sforzi di interpretazione, rivelano il disegno
delle élite esterne al cui comando lo stesso presidente obbedisce.
Anzitutto, se si è costretti a negare ufficialmente che la presidenza
della repubblica appoggia un partito, uno schieramento, una parte, la
smentita rivela che ci sono fondati sospetti, in proposito, che la
presidenza della repubblica è schierata e favorisce chi meglio supporta
le politiche euromontiane, mostrandosi disposto ad applicarle anche in
futuro. Se poi si dichiara che Monti non può essere eletto perché è già
senatore a vita (nominato in fretta e furia, senza i tempi e gli
accertamenti del caso, proprio da Napolitano), ma che dopo le elezioni i
partiti possono “chiamarlo” per importanti incarichi di governo, ci si
scopre spudoratamente e si rivela il disegno che c’è sotto. La
popolazione odia Monti, stragista sociale e massimo agente
dell’Aristocrazia globalista in Italia, e non bastano i sondaggi
ammaestrati sulla sua “popolarità” a farlo digerire. Non a caso, se
all’inizio del mandato i sondaggi erano frequenti e lo “incoronavano”
come successore tecnico graditissimo dello screditato del sistema dei
partiti, oggi che le sue misure stanno facendo effetto, lacerando il
tessuto sociale e produttivo del paese, gettando sul lastrico quote
sempre più rilevanti di popolazione, chissà perché l’opera dei
“sondaggisti” ha subito un deciso rallentamento. Forse perché non si può
mentire, confondere le idee e manipolare la realtà oltre un certo
limite? Secondo quanto afferma l’ambiguo Napolitano, che dal Quirinale
non la smette di complottare contro il paese e il suo futuro, i partiti
possono impostare una campagna elettorale senza Monti, che è già in
parlamento e lì resterà, e farlo tornare al governo, come importante
ministro se non come presidente del consiglio, a urne chiuse e giochi
fatti, dopo aver ricevuto i voti e conquistato i seggi. Un po’ come
dire: avuta la grazia, gabbato lo santo. L’importante è non discostarsi
troppo per il futuro dalle politiche di Monti, non presentare al “corpo
elettorale” vere alternative di politica economica e sociale, e
soprattutto non “disfare” le controriforme già realizzate, come afferma
da tempo Napolitano lanciando un severo monito. Questo i Mercati &
Investitori non potrebbero sopportarlo e perciò attaccherebbero
immediatamente l’Italia, scatenando il bombardamento finale. Infatti,
quell’oscenità politica e umana che è Pier Luigi Bersani, espressione
più significativa e caratteristica del pd, ha precisato che se vincerà
le primarie e le elezioni (il se è addirittura ironico), le sue
politiche saranno “un po’ diverse” da quelle di Monti, ma soltanto un
po’ diverse, bene inteso, perché per tutto il resto le ricalcheranno.
Sarà necessario dare il colpo di grazia al lavoro stabile e
indeterminato, ridimensionare drasticamente l’impiego pubblico, ridurre
ancora il potere d’acquisto di salari e stipendi, demolire
definitivamente lo Statuto dei Lavoratori, mantenere alta la fiscalità,
distruggere le autonomie locali per imporre i “risparmi di spesa”,
liberalizzare ogni recesso possibile e privatizzare anche l’aria. Questo
Bersani lo sa bene, ed essendo un cagnolino al guinzaglio
dell’Aristocrazia dominante non potrà esimersi dal farlo. Potrà
sbizzarrirsi con le “nozze gay” o con simili minchiate (alla Zapatero),
potrà adottare misure punitive molto severe contro l’omofobia (per
compiacere l’alleato Vendola), combattere l’antisemitismo rinascente (un
tocco di sionismo non guasta), ma sulle politiche economiche, sociali e
finanziarie, che sono quelle che contano, non dovrà “metterci del suo”
uscendo dal seminato. In tal senso possiamo interpretare i moniti di
Napolitano, che varranno per Bersani o qualsiasi altro, diverso da
Monti, destinato a ricoprire in futuro la carica di presidente del
consiglio. Un’ultima considerazione: se il senatore a vita Mario Monti
dopo essere uscito dalla porta potrà rientrare dalla finestra in ogni
momento, non sarà necessario, nel caso che le cose si mettano male e i
sondaggi “riservati” rivelino un’incontenibile ostilità della
popolazione (Grillo al 30%, astensione nazionale ben oltre il 50%),
sospendere le elezioni politiche di fine legislatura, rinviandole di un
anno. Si potrà richiamare in situazioni di emergenza Mario Monti alla
presidenza del consiglio (Bersani si farà da parte abbassando il capo
“con senso di responsabilità”), o alla testa dell’importante dicastero
dell’economia, in un governo ibrido, tecnico-politico, benedetto da
Napolitano e dai globalisti, e appoggiato dall’intero sistema dei
partiti, dal pd ai resti del pdl passando per l’udc. Anche se si
tratterà, nella sostanza, di un volgare imbroglio, il nuovo governo sarà
pur sempre espressione di un parlamento “eletto dal popolo”, frutto
della mitica “volontà popolare”.
La strada, per l’Italia, sembra
tracciata e le prossime elezioni ci paiono sin d’ora una partita di
calcio truccata, il cui esito è predeterminato per favorire certe
scommesse. Con i soldi delle Aristocrazie finanziarie (che vengono dalle
nostre tasche) non è consentito scherzare. Pena finire come i
calciatori indagati e arrestati del “calcioscommesse” nella migliore
ipotesi, o nella peggiore come il figlio calciatore del povero e
compianto Gheddafi. Tuttavia, esiste pur sempre una speranza che eventi
esterni di particolare gravità possano sconvolgere i piani globalisti
predisposti per la sottomissione dell’Italia e il controllo politico del
paese. Abbiamo osservato negli ultimi giorni alcuni segnali di
progressivo “scollamento” dell’unione europoide, che potrebbero
riflettersi negativamente sulla tenuta e sulla stessa possibilità di
sopravvivenza dell’euro. Primo fra tutti, la mancata intesa sulla Grecia
per i 44 miliardi di finanziamento promessi e l’opposizione severa del
FMI all’allungamento dei tempi, dal 2020 al 2022, per un consistente
rientro greco dal debito, al 120% del rapporto debito/ PIL. Poi vi è
stata la fallimentare seduta europide per l’approvazione del bilancio
2014/2020, che si è conclusa con un nulla di fatto. Questi sono
altrettanti segnali di scollamento, piccole crepe nell’integrità
sistemica cui potrebbero far seguito crepe più grandi, riaccendendo la
speranza per il crollo dell’intero edificio in tempi non storici. Se
l’edificio europide dovesse crollare prima della tornata elettorale
politica di aprile 2013 – eventualità improbabile, ma non impossibile –
sarà difficile continuare a giustificare la persistenza di certe
politiche antipopolari, castranti per la produzione e l’occupazione, o
affermare impunemente che i sacrifici li devono fare “anche” i meno
abbienti, e il sistema politico-istituzionale italiano non potrà che
entrare in fibrillazione. Venendo meno la colonna portante dell’euro,
l’attuale sistema di sfruttamento dei popoli e degli stati non potrebbe
avere vita lunga, e un vero dibattito politico, non ammaestrato e non
drogato, auspicabilmente fuori dagli schemi liberaldemocratici, potrebbe
rapidamente svilupparsi all’interno dei paesi coinvolti nella caduta.
Si riacutizzerebbero le tensioni sociali, finora sapientemente
compresse, e le strutture politiche e sindacali obbedienti al comando
europide-globalista vedrebbero ridursi drasticamente la loro presa sulla
popolazione e il loro seguito, subendo la giusta ira popolare.
L’espressione Conflitto, severamente vietata dal politicamente corretto
liberaldemocratico, riacquisterebbe finalmente il suo significato più
proprio e il rilievo storico che le compete. Perché correre a votare per
partiti come il pd che hanno avvallato le peggiori porcherie della
classe globale finanziaria dominante e dei suoi “governi tecnici”,
restando alla fine con il cerino in mano? Perché sostenere sindacati
gialli, come la cgil e la cisl, che hanno trattenuto la protesta dei
lavoratori, spegnendola, in cambio del mantenimento del loro
sottopotere? Se poi si sospenderanno le elezioni con la scusa della
grave situazione economica innescatasi in seguito alla caduta dell’euro e
dell’unione europide monetaria, mantenendo Monti dove si trova, il
gioco sarà fatto totalmente allo scoperto, in modo palesemente
autoritario, perché l’azione di Monti è diretta proprio in difesa
dell’euro e della falsa europa unionista. In circostanze storiche
eccezionali forse si comincerà a comprendere che l’origine dei nostri
mali, politicamente, è proprio la democrazia ammaestrata che riporta al
Libero Mercato Sovrano, e che la pace e la coesione sociale non sono
altro che menzogne propinate alle vittime sacrificali del
liberalcapitalismo finanziario. Ma questa prospettiva, per ora, è solo
una vaga speranza, che spero non sia soltanto mia.