sabato
25 maggio 2013
Bruxelles,
24 gennaio 2013
Solidarietà europea di fronte alla crisi
dell’Eurozona
La
segmentazione controllata dell’Eurozona per preservare le conquiste
più preziose dell’integrazione europea.
La
crisi dell’Eurozona mette a rischio l’esistenza dell’Unione
Europea e del Mercato Comune Europeo.
La
creazione dell’Unione Europea e del Mercato Comune Europeo si
colloca fra le maggiori conquiste dell’Europa post-bellica in campo
politico ed economico. Il notevole successo dell’integrazione
europea è scaturito da un modello di cooperazione che beneficiava
tutti gli stati membri, senza minacciarne alcuno.
Si
era ritenuto che l’euro potesse essere un altro importante passo
avanti sulla strada di una maggiore prosperità in Europa. Invece
l’Eurozona, nella sua forma attuale, è diventata una seria
minaccia al progetto di integrazione europea.
I
paesi meridionali dell’Eurozona sono intrappolati nella recessione
e non possono ristabilire la propria competitività svalutando le
proprie valute. D’altra parte, ai paesi settentrionali si chiede di
mettere a rischio i benefici delle proprie politiche finanziarie
prudenziali, e ci si aspetta che in quanto “benestanti” finanzino
i paesi del Sud attraverso infiniti salvataggi. Questa situazione
rischia di portare allo scoppio di gravi disordini sociali
nell’Europa meridionale, e di compromettere profondamente il
sostegno dei cittadini all’integrazione europea nell’Europa
settentrionale. L’euro, invece di rafforzare l’Europa, produce
divisioni e tensioni che minano le fondamenta stesse dell’Unione
Europea e del Mercato Comune Europeo.
Una
strategia nel segno della solidarietà europea
Riteniamo
che la strategia che offre le migliori possibilità di salvare
l’Unione Europea, la conquista più preziosa dell’integrazione
europea, sia una segmentazione controllata dell’Eurozona attraverso
l’uscita, decisa di comune accordo, dei paesi più competitivi.
L’euro potrebbe rimanere – per qualche tempo – la moneta comune
dei paesi meno competitivi. Ciò potrebbe comportare in definitiva il
ritorno alle valute nazionali, o a differenti valute adottate da
gruppi di paesi omogenei. Questa soluzione sarebbe un’espressione
di vera solidarietà europea. Un euro più debole migliorerebbe la
competitività dei paesi dell’Europa meridionale e li aiuterebbe a
uscire dalla recessione e tornare alla crescita. Ridurrebbe anche il
rischio di panico bancario e il collasso del sistema bancario nei
paesi dell’Europa meridionale, che potrebbe verificarsi se questi
fossero costretti ad abbandonare l’Eurozona o decidessero di farlo
per pressioni dell’opinione pubblica nazionale, prima di un
abbandono dell’Eurozona da parte dei paesi più competitivi.
La
solidarietà europea sarebbe ulteriormente sostenuta trovando un
accordo su un nuovo sistema di coordinamento delle valute europee,
volto alla prevenzione di guerre valutarie e di eccessive
fluttuazioni dei cambi fra i paesi Europei.
Naturalmente
sarebbe necessario, in almeno alcuni dei paesi meridionali, un
abbuono (haircut) dei debiti. La dimensione di questi tagli e
il loro costo per i creditori, tuttavia, sarebbero inferiori rispetto
al caso in cui questi paesi restassero nell’Eurozona, e le loro
economie continuassero a crescere al disotto del proprio potenziale,
soffrendo una elevata disoccupazione. Posta in questi termini,
l’uscita dall’Eurozona non implicherebbe che le economie più
competitive non debbano sopportare un costo per la diminuzione
dell’onere del debito dei paesi in crisi. Tuttavia, ciò accadrebbe
in circostanze nelle quali il loro contributo aiuterebbe quelle
economie a tornare a crescere, al contrario di quanto accade con gli
attuali salvataggi, che non ci stanno portando da nessuna parte.
Perché
questa strategia è così importante?
Non
occorre dire che è nostro comune interesse che l’Unione Europea
torni alla crescita economica – la migliore garanzia per la
stabilità e la prosperità dell’Europa. La strategia di
segmentazione controllata dell’Eurozona faciliterà il
conseguimento di questo risultato nei tempi più rapidi.
I firmatari
Alberto
Bagnai
(@AlbertoBagnai)
– Professore associato di politica economica presso il
Dipartimentodi
Economia
dell’Università Gabriele d’Annunzio a Pescara (Italia), e
ricercatore associato al CREAM
(Centro diricerca in economia applicata alla globalizzazione,
Università di Rouen). I suoi interessi di ricerca si concentrano
sulla sostenibilità del debito pubblico ed estero nelle economie
emergenti; ha lavorato come consulente per l’UNECA (Commissione
Economica per l’Africa delle Nazioni Unite) su progetti relativi
alla convergenza macroeconomica delle unioni monetarie in Africa. Per
contribuire alla divulgazione dei temi economici ha aperto nel
novembre del2011 il blog goofynomics.blogspot.it
e
contribuisce a “Il
Fatto Quotidiano”
come opinionista e blogger. Il suo ultimo libro “Il
tramonto dell’euro”,
pubblicato nel 2012, ha riacceso in Italia il dibattito su costi e
benefici dell’Eurozona. Alberto Bagnai è cittadino italiano.
Claudio
Borghi Aquilini
(@borghi_claudio)–
Professore incaricato di Economia degli Intermediari Finanziari
presso l’Università
Cattolica
del Sacro Cuore di Milano. La sua esperienza lavorativa lo ha portato
a occupare posizioni manageriali di spicco nel settore finanziario in
Italia. Ha lavorato per Deutsche Bank Italia a Milano (2001-2008) e
prima per Merril Lynch. Attualmente collabora con “Il Giornale”
come opinionista. Claudio Borghi Aquilini è cittadino italiano.
Brigitte
Granville
– Professore di Economia Internazionale e Politica Economica alla
School
of Business and Management
dell’Università Queen Mary di Londra, dove dirige il Centro di
Ricerca sulla Globalizzazione (CGR).
In diverse occasioni è stata consulente su temi economici – in
particolare, politica monetaria – per vari paesi emergenti o in via
di sviluppo, fra i quali la Russia, il Kazakistan, l’Ucraina,
l’Uzbekistan e la Costa d’Avorio, per conto dei rispettivi
governi, o di organizzazioni pubbliche quali la Commissione Europea o
la Banca Mondiale. Nel triennio 1992-1994 Brigitte è stata membro
del team di consulenti economici del Ministero delle Finanze russo,
diretto dal professor Jeffrey
Sachs.
In quel periodo ha svolto un ruolo guida nel motivare la necessità
di uno smantellamento dell’area del rublo, che comprendeva diverse
repubbliche sovietiche, in seguito al collasso dell’Unione
Sovietica. Il suo ultimo libro, “Remembering
inflation”,è
stato pubblicato dalla Princeton University Press. Cittadina
francese, Brigitte Granville ha ricevuto nel 2007 l’onorificenza di
Chevalier des Palmes Académiques – accordata dal governo francese
per onorare contributi significativi allo sviluppo della cultura.
Hans-Olaf
Henkel (@HansOlafHenkel)–
Professore di Management Internazionale all’Università
di Mannheim,
già presidente della Confindustria tedesca - BDI
(1995-2000). Ha lavorato in IBM dal 1962, ha diretto IBM Germania
(1987-1992), poi è stato amministratore delegato di IBM Europa
(1993-94). Dal 2001 al 2005 è stato presidente dell’associazione
Leibniz.
Commendatore della Legion d’onore nel 2002. Hans-Olaf Henkel è
cittadino tedesco.
Stefan
Kawalec – Amministratore delegato di Capital Strategy, una società
polacca di consulenza strategica. Dal 1989 al 1994 ha svolto un ruolo
significativo nella preparazione e nell’implementazione del piano
di stabilizzazione e trasformazione dell’economia polacca come capo
dei consulenti del Vice primo ministro e Ministro delle Finanze
Leszek Balcerowicz,e successivamente come sottosegretario alle
Finanze. È stato membro attivo dell’opposizione democratica e del
movimento Solidarność sotto il regime comunista in Polonia. È
co-autore dell’articolo “Smantellamento
controllato dell’Eurozona: una strategia per salvare l’Unione
Europea e il Mercato Comune Europeo”,
German
Economic Review,
Febbraio 2013. Stefan Kawalec è cittadino polacco.
Jens
Nordvig – Managing director di Nomura, la banca di investimento
globale, dove dirige la Fixed Income Research, ed è capo delle
strategie valutarie globali. In precedenza ha lavorato come Senior
Currency Strategist alla Bridgewater Associates, e come Senior Global
Markets Economist presso Goldman Sachs. Nel 2012 si è classificato
primo nella categoria “ricerca sui mercati valutari” nella
rassegna Institutional Investor. Jens Nordvig è cittadino
danese.
Ernest
Pytlarczyk – Economista capo alla Banca BRE
(sussidiaria della Commerzbank, e terza banca commerciale della
Polonia), dove dirige il dipartimento ricerca. Ha cominciato la
propria carriera come analista finanziario alla BRE nel 2002, ès
tato assistente all’Università di Amburgo (Istituto per il Ciclo
Economico) e ricercatore presso la Deutsche Bundesbank. Coautore
dell’articolo “Smantellamento
controllato dell’Eurozona: una strategia per salvare l’Unione
Europea e il Mercato Comune Europeo”,
German
Economic Review,
Febbraio 2013. Ernest Pytlarczyk è cittadino polacco.
Jean-Jacques
Rosa
– Professore Emerito di Economia e Finanza all’Institut
d’Etudes Politiques
(Parigi). Coordinatore e fondatore del dottorato in economia di
Sciences Po a Parigi dal 1978 al 2004. Curatore della rubrica
economica “Cheminement du Futur” su Le
Figaro
dal 1987 al 2001. Ha ottenuto nel 1995 il premio “Economista
dell’anno” dal Nouvel
Economiste.Jean-Jaques
Rosa è cittadino francese.
Jacques
Sapir
(@russeurope)
–Professore di economia presso la Scuola di Alti Studi in Scienze
Sociali (EHESS)
e professore visitatore presso la MSE
di Mosca. Ha studiato scienze politiche e economia all’IEP
di Parigi e ha scritto la sua tesi sulle politiche del lavoro
nell’Unione Sovietica nel periodo fra le due guerre mondiali, e la
tesi di dottorato sul ciclo degli investimenti nell’Unione
Sovietica nel periodo postbellico. Ha lavorato all’università di
Nanterre prima di entrare all’EHESS dove è diventato direttore del
Centro di Studi sui Modi di Industrializzazione (CEMI) nel 1997. È
stato fra i pochissimi economisti a prevedere il crac russo del 1998.
Da allora si è specializzato sul modello economico russo e sulle
conseguenze macroeconomiche dell’Unione Economica e Monetaria.
Conduce un blog piuttosto frequentato
http://russeurope.hypotheses.org.
I suoi ultimi libri: “Faut-il sortir de l’euro?”, Parigi: Le
Seuil, 2012 (tradotto
in italiano);
“La transition vingt ans après” (con Ivanter, Kuvalin
andNekipelov), Parigi-Ginevra, Les Syrtes, 2012 (in corso di
traduzione in russo). Jacques Sapir è cittadino francese.
Juan
Francisco Martín Seco – Docente universitario di Introduzione
all’economia, Teoria della Popolazione, e Finanza pubblica.
Appartiene all’ordine dei Revisori dei conti (Ministero delle
Finanze spagnolo) e al servizio di vigilanza delle cooperative di
credito del Banco de España. Ha prestato servizio come Revisore dei
conti dell’Amministrazione centrale e del Ministero delle Finanze.
Opinionista per diversi giornali e riviste: “El Pais”,“Cinco
Dias”, “Gaceta de los nogocios”, “Diario 16”. Ha fatto
parte del comitato di redazione di “El Mundo” e di “Publico”.
Attualmente è editorialista per “República”.
Autore di numerosi libri, fra i quali: “La trastienda de la crisis”
(2010), “¿Para qué servimos los economistas? (2010),
“Economía.Mentiras
y trampas”
(2012), “Contra el euro” (2013). Juan Francisco MartínSeco è un
cittadino spagnolo.
Alfred
Steinherr – Professore
presso la facoltà di Economia e Management della Libera Università
di Bolzano, della quale è stato fondatore (1998-2003). In
precedenza, economista e direttore generale del dipartimento per
l’economia e l’informazione della Banca
Europea degli Investimenti,
Lussemburgo (1995-2001). Ha fatto parte del Dipartimento di ricerca
del Fondo Monetario Internazionale a Washington, e consulente
economico della Commissione Europea. Alfred Steinherr è cittadino
tedesco.
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