Gratteri: "La 'ndrangheta ha sfidato il Papa"
Di Redazione IBTimes Italia | 08.07.2014
Quanto accaduto a Oppido Mamertina (Reggio Calabria) non è una novità in terra di 'ndrangheta. Gli omaggi o gli 'inchini' che dir si voglia rappresentano un rituale che affonda le radici nel tempo, da quando l'organizzazione criminale ha ottenuto il controllo del territorio, a volte con la compiacenza dei preti.
Intervistato da IBTimes lo scorso mese di novembre, Antonio Nicaso,
storico delle organizzazioni criminali e autore assieme a Nicola
Gratteri di numerosi libri sulle 'ndrine, spiegava: "Il rapporto con la Chiesa, ma soprattutto con i preti, è importante per capire l'affermazione delle 'ndrine.... Se
devi costruire un immaginario collettivo, un corredo simbolico, lo fai
utilizzando quello che hai attorno. E attorno ci sono le chiese, i
preti, i 'signorotti' del paese. Polsi non è stata 'inventata'
dalla 'ndrangheta, ha una tradizione di devozione e importanza secolare,
uno dei pellegrinaggi più importanti in Calabria. Se poi si tiene conto
della posizione geografica, si scopre che è al centro dei tre
mandamenti della provincia di Reggio Calabria. Gli 'ndranghetisti
traggono vantaggio da qualcosa che c'è già e che non deve essere confuso
con la 'ndrangheta....La Chiesa non riesce a sottrarsi alle lusinghe
del potere: tutto nasce dell'editto di Costantino, quando assume potere
temporale. Oltre alla cura delle anime ci si preoccupa di gestione delle
risorse. Lo Ior in principio era nato per raccolte fondi e carità. Solo
in un secondo momento viene trasformato in una banca che diventa un
centro di potere, scandali e corruzione. Papa Francesco è l'unico
Pontefice che abbia messo in discussione i centri di potere del Vaticano".
Mesi dopo Bergoglio ha preso una posizione netta, senza precedenti contro la mafia, e lo ha fatto in terra di 'ndrangheta. Una
scomunica che ha delle conseguenze secondo Nicola Gratteri, procuratore
aggiunto presso la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di
Reggio Calabria. Lo ha spiegato in due colloqui con Il Messaggero e Il Fatto Quotidiano.
"La
scelta di campo deve essere netta, senza se e senza ma. E deve
riguardare tutti, anche i vescovi e i preti calabresi. La 'ndrangheta ha
sfidato ufficialmente il Papa e si va allo scontro o si cerca la
mediazione. Può succedere di tutto. I mafiosi
sono molto generosi coi prelati e grandi donazioni comprano appoggi
importanti. Non dico che abbiamo una Chiesa collusa, ma che ci sono
preti collusi e preti coraggiosi. Ma finalmente dopo un secolo e mezzo
abbiamo un Papa che ha avuto il coraggio di scomunicare i mafiosi. La 'ndrangheta si nutre di consenso popolare. Il mafioso ama farsi vedere vicino al prete e al vescovo perchè questa è una forma di esternazione del potere. Il Papa è venuto e ha posto un diktat. Non solo per i mafiosi. Mi auguro che tutti, a questo punto, siano coerenti con l'ordine".
C'è
spazio anche per una stoccata al ministro degli Interni Angelino
Alfano, che lo scorso aprile aveva promesso "800 uomini" delle forze
dell'ordine da inviare in Calabria per contrastare le 'ndrine. "Io
non li ho visti. Sono in Calabria da 29 anni e ho sentito tante
promesse e proclami. E invece le forze dell'ordine hanno macchine
fatiscenti e senza benzina". Argomento su cui era già intervenuto la settimana scorsa durante una rassegna tenuta in Calabria. "Dove
prende tutto questo personale di cui parla? Se qui non manda persone
qualificate, per raggiungere il numero che fa? Trasferisce i ragazzi
freschi di scuola perché imparino il mestiere? La 'ndrangheta è
una cosa seria, noi abbiamo bisogno di investigatori in grado di
lavorare ad una informativa, ci servono le auto che non abbiamo e non
grandi numeri. Non posso consentire a nessuno, chiunque sia, di raccontare storielle ai calabresi".
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http://it.ibtimes.com/articles/68243/20140708/gratteri-ndrangheta-papa-inchino.htm#ixzz3707MQYnK
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