Germania può far saltare accordo commerciale Ue-Canada, dubbi su Ttip
A parlare di uno stallo nelle trattative è il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung che, citando fonti diplomatiche di Bruxelles, ha rivelato che Berlino si starebbe opponendo a una delle clausole rivendicata dai canadesi e prevista, tra l’altro, anche nelle negoziazioni per il Ttip, il partenariato transatlantico su commercio e investimenti con gli Usa.
Il tema della discordia è l’Isds (Investor-State Dispute Settlement), ovvero il meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori stranieri e Stato. In pratica, se questa manovra fosse applicata, una multinazionale o una qualsiasi società che investe in un Paese avrebbe la facoltà di sfidare il governo nazionale di quel Paese attraverso il ricorso a procedure di arbitrato internazionale, scavalcando di fatto l’ordinario sistema giudiziario. In altre parole potrebbe crearsi una sorta di meccanismo di giurisdizione parallela che spoglierebbe lo Stato del diritto di avere l’ultima parola su materie molto delicate come la salute dei cittadini o l’ambiente. Con questa clausola verrebbe anche concesso agli investitori privati di poter chiedere risarcimenti allo Stato ospitante se l’aspettativa di profitti futuri in qualche modo risultasse diminuita a causa di decisioni prese dalle Corti nazionali. Le aziende, da parte loro, sostengono invece che i meccanismi Isds sono necessari per convincere gli investitori che i loro soldi sono al sicuro in Paesi stranieri.
Una disputa non da poco che, secondo il Sueddeutsche Zeitung, metterebbe la Germania nella posizione di rifiutare la firma dell’accordo, almeno su questo punto. E se tutti e 28 gli Stati membri dell’Ue non si trovano sulla stessa linea e non firmano tutti, l’accordo non si fa. Un alto funzionario della Commissione europea, citato dal giornale tedesco, si sarebbe spinto oltre rivelando che “essendo il trattato di libero scambio con il Canada un test per l’accordo con gli Stati Uniti, se l’intesa Ue-Canada dovesse essere respinta, anche quella con gli Usa sarebbe destinata a morire”.
A ottobre scorso il primo ministro canadese Stephen Harper e il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso hanno firmato un accordo in linea di principio, lasciando ai funzionari il compito di definire i dettagli finali. Stando alle ultime fonti, però, questi colloqui di secondo livello avrebbero fatto emergere alcuni dissensi. Shannon Gutoskie, portavoce del ministro canadese del commercio internazionale Edward Fast, non ha parlato in maniera esplicita di un rifiuto dell’accordo da parte della Germania, anzi, ha dichiarato che Canada e Unione europea hanno fatto “progressi eccellenti” per completare il testo.
La resa dei conti potrebbe arrivare proprio questa settimana. Il Sueddeutsche ha annunciato che i membri dell’Ue riceveranno il trattato nei prossimi giorni e starà ai funzionari esaminarlo in dettaglio prima della firma. Basta un solo Paese contrario perché l’accordo non abbia effetto. Certo è che negli ultimi mesi le polemiche intorno al Ceta e al Ttip si sono fatte sentire sempre di più e il tema è salito anche all’attenzione pubblica. Il 15 luglio un gruppo di 47 cittadini europei (sotto l’egida della European Citizens Initiative), supportati da oltre 148 organizzazioni provenienti da 18 Stati membri dell’Ue, ha presentato alla Commissione europea un’iniziativa per fermare i trattati. Tra chi invita la Commissione a raccomandare al Consiglio dei ministri dell’Ue di abrogare i negoziati di Ceta e Ttip molte organizzazioni tedesche, ma anche francesi, inglesi e spagnole. In Italia il Movimento 5 Stelle a maggio aveva presentato una mozione al Senato proprio perché le previsioni Isds venissero eliminate dagli accordi di libero scambio.
http://www.eunews.it/2014/07/28/germania-potrebbe-far-saltare-accordo-commerciale-ue-canada-dubbi-anche-sul-ttip/20173
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