L'Ungheria si chiama fuori
La Russia farà presto in modo di aumentare le forniture di gas all' Ungheria, fa sapere il primo ministro ungherese Viktor Orban, citando un colloquio con il direttore del colosso energetico russo"Gazprom", Alexei Miller. Il giorno prima, a società di distribuzione del gas ungherese FGSZ aveva interrotto le forniture di gas all'Ucraina in senso inverso, di fatto rifiutandosi di compiere la ri-esportazione del gas ottenuto dalla Russia, operazione che é espressamente vietata dai contratti.
L'Ungheria, dice Orban alla radio nazionale, si prende cura dei propri interessi "Indipendentemente dalla intensità della crisi ucraina, e non può compromettere la sicurezza dell'approvvigionamento di gas per i propri cittadini": se la scelta di campo é chiara e rifiuta in blocco l'attuale politica energetica della Ue, non é chiato attraverso quali accordi si realizzerà questo aukento dei flussi, visto che il primo ministro non lo ha specificato.
L'Ungheria utilizza ogni anno circa nove miliardi di metri cubi di gas per una produzione interna di circa 1,5 miliardi, e la maggior parte del combustibile viene importato attraverso l' Ucraina. In conseguenza della crisi i magiari hanno deciso di premunirsi con le scorte , i serbatoi nazionali possono contenere circa sei miliardi di metri cubi ed al momento sono pieni per il 61 per cento, che è la percentuale più bassa dell'UE. Proprio in base a quest'ultima considerazione, giovedì scorso Budapest ha deciso giovedì di fermare le "restituzioni" di carburante a Kiev "a tempo indeterminato", e di chiedere alla Gazprom di aumentare i flussi.
"Allo scopo di mantenere la sicurezza e l'equilibrio del sistema di condotte al nostro confine con l' Ucraina, é necessario passare a una modalità in cui tutte le condotte facciano giungere gas in Ungheria," afferma un comunicato della società energetica ungherese. Negli ultimi due mesi, dopo l'interruzione delle forniture da parte di Mosca , l'Ucraina sta ricevendo forniture "a flussi invertiti" da Polonia, Slovacchia e Ungheria: adesso Budapest si chiama fuori e la Russia minaccia azioni legali contro quanti continueranno con questa pratica vietata dagli accordi.
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