Il Parlamento, come è noto, è eletto dal popolo solo formalmente. In realtà è «nominato» da ristrettissimi gruppi, una trentina di persone in tutto; componenti organiche del Palazzo, come lo definiva Pasolini, o del «circolo dei grandi decisori», come gli analisti del potere definiscono i luoghi nei quali un ristretto nucleo di detentori del potere reale assume decisioni che poi vengono ratificate nei luoghi formali del potere istituzionale.
Si riferisce all’ultima legge elettorale, approvata a maggioranza dalla destra un mese prima delle elezioni del 2006?
Sì. Pochi però sanno che due anni prima la Regione Toscana, amministrata da una maggioranza di centrosinistra, aveva approvato una legge per certi versi simile con la quale è stato introdotto un sistema elettorale di tipo proporzionale con premio di maggioranza, liste bloccate e abolizione del voto di preferenza. Inoltre la legge elettorale nazionale, varata nel novembre del 2005 dal centrodestra, è stata poi avallata nella sua sostanza dal centrosinistra che nelle elezioni nazionali del 2006 si è opposto alla preselezione dei candidati da parte della base elettorale mediante primarie interne.
Questa legge non ha fatto altro che estremizzare e rendere più evidente il sistema di cooptazione oligarchica che sta alla radice della formazione della classe politica. Anche prima della sua emanazione, esistevano mille marchingegni che in larga misura consentivano di trasformare le ele- zioni in una ratifica a scatola chiusa dei candidati già prescelti dai vertici delle varie formazioni politiche.
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