Mafia capitale: Zingaretti e i soldi alla cooperativa di Buzzi
Negli esercizi finanziari del 2013 e 2014
emergono i dettagli delle somme stanziate alla cooperativa «29 giugno»
attraverso i decreti presidenziali
di Giorgio Mottola
Appena qualche giorno fa, il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti aveva giurato:
«Neanche un appalto è stato aggiudicato a une delle società coinvolte
nell’inchiesta su Mafia Capitale». Appalti forse no, ma dalla giunta
regionale sembrano essere arrivati comunque un po’ di soldi alle
cooperative di Salvatore Buzzi, il socio di Massimo Carminati.
Dall’insediamento di Zingaretti a oggi, sono stati infatti messi sul
bilancio della Regione oltre 300 mila euro in favore della “29 giugno” e
di altre società che spuntano nell’ordinanza “Mondo di mezzo”. Si
tratta soprattutto di debiti pregressi, progetti finanziati, e un
misterioso protocollo di intesa sottoscritto per l’Ama, la società di
raccolta rifiuti del Comune di Roma finita nelle mire di Massimo
Carminati.
Del transito di soldi dalla Regione Lazio a Salvatori Buzzi finora non c’era nessuna traccia.
I dettagli di queste movimentazioni finanziarie sono infatti
accessibili solo tramite gli archivi dell’amministrazione regionale. E
spulciando nel database interno è spuntato fuori l’elenco di somme
stanziate e liquidate dalla giunta Zingaretti alle cooperative di Buzzi
negli ultimi due anni.
Il nome della cooperativa 29 giugno ricorre 5 volte nel dettaglio dell’esercizio finanziario del 2013 e due in quello del 2014.
La cifra complessiva che la Regione Lazio ha messo a disposizione della
società guidata da Salvatore Buzzi ammonta a oltre 300 mila euro. Per
lo più si tratta di soldi che arrivano per attività svolta con le
precedenti giunte, ma ci sono anche 11.724 euro per il progetto di
reinserimento dei disoccupati, Welfare to work, messo in piedi lo scorso
anno, e 50 mila versati il 31 dicembre del 2013 come acconto per un non
meglio specificato protocollo d’intesa con l’Ama. Altri 33 mila euro
sono stati invece assegnati dal Consiglio regionale con determina del 24
dicembre 2013 nell’ambito di “un servizio di comunicazione sociale e di
informazione in tema di immigrazione rivolta ai detenuti delle 14
carceri del Lazio”, vinto proprio dalla “29 giugno”.
La parte più cospicua è rappresentata da crediti che la cooperativa di Buzzi non riusciva a riscuotere dal 2009.
Il 5 giugno 2014, un po’ di quei soldi sono stati finalmente sbloccati,
grazie però a una via preferenziale. 117.499 euro vengono infatti
stanziati senza passare per il bilancio regionale ma direttamente con un
decreto presidenziale. Zingaretti ha perciò fatto un’apposita
variazione al bilancio e ha attinto dal fondo di riserva il denaro da
destinare alla “29 giungo”. Un comportamento «grave e irregolare»
secondo il capogruppo dei 5 stelle in Consiglio regionale, Gianluca
Perilli: «Zingaretti da quando si è insediato ha scelto la via dei
decreti senza passare per gli assestamenti di bilancio. Non si può
quindi esercitare nessun controllo. Non è solo un comportamento
discrezionale ma pericoloso».
Una metodologia che, come si evince dall’inchiesta, Carminati e Buzzi conoscevano molto bene.
Nel corso di una conversazione intercettata, i due si interrogano su
quale sia la via più veloce per intascare i soldi della regione e
Fabrizio Testa, ex consigliere Enav arrestato per Mafia Capitale, spiega
loro che un modo c’è per evitare le lungaggini e le complicazioni
derivanti dall’approvazione di un bilancio: « Non hai capito...a me me
dovete da...fino all’ultimo momento me dite è questo.. poi lui va da e
quelli sono soldi che partono da (inc)..ricordati che passano...non
passano dal bilancio cioè.. passa sui tetti di Zingaretti». E con
“tetti” Testa potrebbe intendere proprio lo strumento dei decreti
presidenziali. Lo ipotizza un’interrogazione presentata in Regione dai
Cinque Stelle che, alla luce dell’intercettazione e delle somme
liquidate alla cooperativa di Buzzi, chiede a Zingaretti di rendere
pubbliche tutte le risorse sottratte al bilancio con decreti
presidenziali.
RISPOSTA DEL PRESIDENTE ZINGARETTI
Non esiste alcuna
corsia preferenziale della Regione Lazio per il pagamento dei debiti
contratti negli anni passati dalla Cooperativa 29 giugno. Lo sblocco dei
fondi per debiti accertati alla Cooperativa è parte dei pagamenti dei
debiti ‘certi, liquidi ed esigibili’ come prevede il decreto legge 35
per tutte quelle aziende che hanno prestato la loro opera negli anni
passati alla pubblica amministrazione. Il Lazio sta finalmente, dopo
anni, pagando debiti per 8 miliardi e 700 milioni di euro a migliaia e
migliaia di imprese e fra queste, evidentemente, alcune fatture alla
cooperativa citata con le procedure ordinariamente utilizzate per i
crediti caduti in perenzione (Fondo di Riserva per il Pagamento dei
Residui Perenti relativi a Spese in Conto Capitale derivanti da
Assegnazioni Statali).
Diamo doverosamente
conto della replica del governatore Zingaretti, e prendiamo atto che nei
fatti non smentisce quanto scritto in questo articolo. In particolare
non smentisce il finanziamento da parte della Regione Lazio di nuovi
progetti in essere della cooperativa 29 giugno. Inoltre il Governatore
conferma che per il pagamento dei debiti maturati dalla cooperativa 29
Giugno negli anni precedenti la sua amministrazione, è stata scelta la
strada del decreto presidenziale. Si precisa che non è stato detto o
scritto che si tratta di una pratica illecita, ma che per coincidenza,
da come si legge nelle intercettazioni agli atti, si tratta proprio di
una delle possibilità di pagamento che si auspicavano gli uomini della
cooperativa legata a Massimo Carminati.
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