Manipolare un appalto del valore di un miliardo con la Regione Lazio.
Un global service su tutte le strutture sanitarie la cui «gestione della
gara» era «nelle mani di Maurizio Venafro», capo di gabinetto del
governatore Nicola Zingaretti, cui era possibile «arrivare attraverso la
mediazione di Goffredo Bettini», eurodeputato del Partito democratico.
L’obiettivo era facilitare le società La Cascina e Manutencoop
nell’aggiudicazione della commessa miliardaria, per formare un Ati in
grado di gestire il servizio. Due aziende legate a doppio filo con
Comunione e liberazione (Cl), attraverso cui ottenere una presunta
«collaborazione tra i soggetti politici». Perché stando a Luca Odavaine,
factotum del boss Massimo Carminati cui aveva piegato la sua funzione
istituzionale, «c’è ovviamente un interesse da parte del PD a tenere un
rapporto con Cl perché stanno lavorando insieme... Alfano, Lupi, diciamo
così... e loro (Cl, ndr) li sostengono (…) e credo che questo può
essere uno strumento anche per sostenere il Partito su cui si stanno
impegnando fortemente...Nicola (Zingaretti, ndr) deve a loro molto, nel
senso che l’hanno sostenuto». Diversamente, è la sua opinione, ci si può
rivolgere a «Lupi e Alfano cioè... insomma... anche... immagino che se
po annà a parlare... anche con Renzi, è probabile che...tutto sommato».
IL MEDIATORE
Una vera e propria attività di mediazione, quella che Odeavaine,
intercettato a marzo scorso negli uffici della Fondazione di via
Poliziano 10 a Roma, illustra a «un esponente della cooperativa La
Cascina, Domenico Cammisa, e successivamente con un rappresentante di
una società denominata Manutencop, Fabio Bellomo». La vicenda è
raccontata nel maxi incartamento giudiziario dell’inchiesta della
Procura della Repubblica di Roma su Mafia Capitale, che ha consentito di
disarticolare un’organizzazione criminale penetrata nel tessuto
politico e amministrativo del Lazio. Un sodalizio che - stando alle
ipotesi investigative - poteva contare su Fabrizio Testa, per i rapporti
con la politica, Salvatore Buzzi, per quelli imprenditoriali, e
Odivaine, per la gestione delle commesse relative alla gestione dei
centri di accoglienza per immigrati, nonché abile tessitore di rapporti
per i suoi trascorsi nella Provincia di Roma.
IL MAXI APPALTO
Gli investigatori del Ros, al comando del colonnello Stefano Russo,
registrano tutte le conversazioni. Captano gli accordi e riportano il
tutto in un’informativa degli inquirenti. «Ho parlato di una gara che
sta cominciando a predisporre - dice Odavaine - la Regione Lazio...
stiamo parlando di una roba che vale un miliardo e... 300/400 milioni di
euro... na roba grossa... divisa in otto lotti... di cui... non ci si
possono aggiudicare più di due lotti... la stessa società o altre...
allora... la fa la Regione Lazio... l’oggetto è soprattutto un
oggetto...diciamo una specie di global service su tutte le strutture
sanitarie».
Stando a quanto riferisce Odavaine, «a me mi ha interessato a questa
cosa Manutencoop... perché sanno che c’ho delle relazioni... sanno che
lavoravo con Zingaretti».
IL DIRIGENTE CHIAVE
La gestione della gara sarebbe stata nelle mani di Venafro.
«Allora...Maurizio ci conosciamo bene abbiamo lavorato insieme» quando
era capo di gabinetto di «Zingaretti anche precedentemente in Provincia,
per cui... lavoravamo prima insieme... quindi insomma siamo... tanti
anni... il nostro rapporto è buono, corretto però ti dico la verità, ho
paura che sua una questione del genere se io... in prima battuta vado,
lui si irrigidisce pure con me». L’entratura giusta, dunque, sarebbe
Bettini: «Lì la chiave credo che sia Goffredo Bettini (…) quello che
Goffredo gli dice di fare lo fa e...Maurizio è lì perché... Zingaretti
non se lo voleva portare appresso in Regione, è lì solo perché Goffredo
gliel’ha imposto».
PRESSIONI SU BETTINI
Ma come convincere Bettini a muoversi in loro favore? Per Odavaine la
risposta è in un aiuto elettorale: «In questo momento Goffredo... è un
buon momento diciamo per... parlare con lui perché è in campagna
elettorale per le Europee». Ma per mettere tutti d’accordo sarebbe stata
necessaria un’alleanza imprenditoriale tra La Cascina e Manutencop. Lo
riferisce in modo dettagliato al rappresentante de La Cascina: «ci
sarebbe un partner che sarebbe disponibile e in questo momento... è un
ragionamento che si può fare con Goffredo (Bettini, ndr) e con Nicola
(Zingaretti, ndr) perché... sono... in qualche modo sia Nicola che
Goffredo debitori nei loro confronti». Aggiunge che «più che un nome è
un... diciamo così è un sistema (ride)... diciamo così Comunione e
liberazione sostanzialmente, quindi Compagnia delle opere... Manutencoop
è espressione».
Fin qui il contenuto della mini informativa. Tuttavia dagli atti non è
chiaro se la commessa sia stata data. Sta di fatto che l’atto contiene
numerosi “omissis”, segno la vicenda è al centro di un’ulteriore
inchiesta della Procura della Repubblica di Roma che presto potrebbe
riservare interessanti sorprese.
Ivan Cimmarusti
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