la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 8 febbraio 2014
100 miliardi d'oro, il demagogico Pd li vuole regalare alle banche private
venerdì 7 febbraio 2014
la riduzione di quantitative easing produce deflazione e la crisi economica si stabilizza come la disoccupazione
I BRICS fanno scoppiare la bolla del credito
Il rischio è uno shock deflazionistico mondiale
di Ambrose Evans-Pritchard
giovedì 6 febbraio 2014
quando i servi vogliono superare i padroni
Siamo alla farsa! La Procura cita le Ue come persona offesa dai notav
ai demagoghi del Pd la desertificazione industriale dell'Italia non interessa
La privatizzazione della disperazione sociale da Fabbrica Italia a Electrolux di Eugenio Orso
mercoledì 5 febbraio 2014
la lotta per uscire dall'Euro eliminerà scorie e detriti
ERA ORA! La sinistra contro l'euro si unisce
Un successo per niente scontato l'Assemblea di Firenze, se si considera la pluralità di soggetti politici e culturali presenti, per non parlare di coloro che hanno partecipato a titolo personale proveniendo dalle più diverse regioni del Paese.
Tra i gruppi e le associazioni, oltre a MPL e Bottega Partigiana, c'erano delegazioni dell'area No Euro di Rifondazione comunista, della Me-Mmt, del Partito Umanista, di Euro Truffa-Alza il pugno, di L.U.P.O., dei Meridionalisti Italiani, dell'associazione Qualcosa di Nuovo, della Marcia della Dignità, oltre ad attivisti del Movimento 9 Dicembre e del Movimento 5 Stelle. Impossibilitati a partecipare hanno inviato i loro saluti il Movimento R-Evoluzione e Bandiera Rossa in Movimento.
L'Assemblea ha avuto inizio con l'introduzione di Leonardo Mazzei il quale, a nome dei promotori, ha messo subito in chiaro quale fosse lo scopo dell'Assemblea: dare vita ad un coordinamento unitario della sinistra no-euro. Ha quindi sottoposto all'Assemblea un Documento politico [che alleghiamo più sotto], come base politica di questo coordinamento.
Numerosi gli interventi. Mentre gli amici della Me-Mmt e di Euro Truffa-Alza il pugno hanno assicurato piena disponibilità a collaborare con il nuovo polo della sinistra contro l'euro, tutti gli altri gruppi presenti hanno deciso di farne parte.
Il Documento politico è stato quindi approvato per acclamazione.
L'Assemblea —dopo aver anche approvato un Ordine del giorno contro la Legge truffa elettorale e per la più ampia mobilitazione per impedirne l'approvazione— ha deciso di dare al neonato raggruppamento il nome provvisorio di Coordinamento nazionale della Sinistra contro l’euro.
Con spirito di concretezza figlio della drammaticità dei tempi che viviamo, ha infine eletto un Comitato Operativo nazionale di 17 membri il quale, riunitosi subito dopo la conclusione dell'Assemblea, ha aprovato il seguente comunicato:
« Organizzata dai Promotori del Convegno “OLTRE L’EURO. LA SINISTRA, LA CRISI, L’ALTERNATIVA”, si è svolta a Firenze il 2 Febbraio, un’Assemblea Nazionale, cui hanno partecipato forze politiche e associazioni della sinistra-no euro, che considerano la riconquista della sovranità nazionale, popolare e democratica, il principale terreno di lotta di questa fase.Solo battendo il blocco oligarchico dominante si potrà evitare al Paese la catastrofe, difendere e applicare la Costituzione e tenere aperta la strada per la fuoriuscita dal capitalismo. Una battaglia di portata storica che potrà essere vinta solo dando vita alla più larga alleanza popolare, attraverso la fondazione di un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale, che ponga la Costituzione come sua base e cornice valoriale. La battaglia contro la gabbia dell’euro non può essere lasciata alle destre populiste.
- L’Assemblea, svoltasi in un clima unitario ed inclusivo, dopo aver approvato nelle sue linee generali il documento politico che alleghiamo, ha deciso di dare vita al Coordinamento Nazionale della sinistra contro l’euro;
- L’Assemblea ha eletto un Comitato Operativo di 17 membri a cui è stato affidato il compito di consolidare il Coordinamento, di portare a termine il processo costituente e di incontrare ogni forza interessata alla fondazione di un nuovo CLN;
- Fanno parte del Comitato Operativo: Giuseppe Amini, Ugo Boghetta, Claudia Castangia, Leopoldo Cattaneo, Shirin Chehayed, Valerio Colombo, Beppe De Santis, Fabio Frati, Giuseppe Giordano, Tony Manigrasso, Leonardo Mazzei, Angela Matteucci, Rodolfo Monacelli, Luigi Nanni, Moreno Pasquinelli, Mimmo Porcaro, Antonio Stacchiotti;
- L’Assemblea ha infine approvato un Ordine del giorno contro la legge truffa elettorale, dando incarico al Comitato Operativo di verificare la possibilità di promuovere una campagna unitaria a scala nazionale per impedire che questa legge truffa sia approvata dal Parlamento.
Il Coordinamento Nazionale della sinistra contro l’euro
(Bottega Partigiana, Meridionalisti Italiani, Movimento Popolare di Liberazione, Movimento R-Evoluzione, No Euro Rifondazione, Partito Umanista)».
martedì 4 febbraio 2014
ecco quello che propone Renzi chi? sui risparmi degli italiani
il 28 gennaio 2014 alle 10:46 da Paolo Cardenà
Poche sere fa è stato ospite della trasmissione di Rai2 Virus, condotta da Nicola Porro, e ha ribadito che sarebbe sua intenzione innalzare il prelievo al 28%.
A dire il vero, Renzi, insieme a buona parte dei suoi colleghi, non nascondono neanche che sarebbe auspicabile l’introduzione di una imposta patrimoniale, ignorando che esiste già e che colpisce in maniera strutturale il patrimonio finanziario degli italiani, con un’aliquota posta allo 0.20% annuo. E questo tema lo abbiamo già affrontato QUI
Ritornando al discorso della tassazione delle “rendite” finanziarie, giusto per far comprendere quanto potrebbe essere distruttiva l’ipotesi avanzata da Renzi, vi sottopongo un breve ragionamento dal quale è assai facile comprendere l’assurdità di una proposta del genere.
Se si dispone di 100 mila euro investiti in obbligazioni che, ad essere generosi, offrono una cedola del 3% all’anno, ci si porta a casa 3 mila euro all’anno lordi, ai quali va tolta la ritenuta fiscale.
Siccome Renzi dice che vorrebbe alzarla al 28%, ciò significa che la cedola annua lorda subirebbe una tassazione di circa un terzo, ed esattamente 840 euro. Ecco quindi che la rendita finanziaria si ridurrebbe a 2160 euro.
Ma non finisce qui. Perché il patrimonio finanziario di cui si dispone subisce un’altra aggressione fiscale per via dell’imposta di bollo calcolata sui 100 mila euro, che da quest’anno è stata elevata allo 0,20%, strutturalmente, salvo ulteriori inasprimenti. Quindi altri 200 euro, che fa diminuire la rendita ottenuta dall’investimento a 1960 euro netti.
Poi c’è il discorso inflazione.
Eccettuato l’ultimo anno, mediamente, l’inflazione, in Italia, negli ultimi 10 anni, è oscillata intorno al 2,5%, a voler essere buoni. Quindi sopra il target della Bce fissato al 2%.
Ipotizziamo quindi che, nel medio periodo, il livello di inflazione sia simile a quello subito nel decennio passato: quindi il 2,5% annuo, anche se la dinamica potrebbe essere addirittura peggiore.
Ciò significa che al montante costituito dal patrimonio maggiorato della rendita netta (cioè 100.000+1.960= 101.960 euro) si dovranno sottrarre altri 2.600 euro, circa.
Ecco quindi che, a fine anno, si sarà ottenuto un rendimento reale negativo, che andrà ad erodere il patrimonio di circa 600 euro all’anno. A questo si dovranno aggiungere anche i costi di intermediazione della banca, gli oneri riferibili alla tenuta dossier titoli e le commissioni di gestione del conto corrente agganciato al dossier. Quindi, in soldoni, il rischio è che i 100.000 euro di patrimonio finanziario, a fine anno, diventino quasi 99.000 euro reali, con una perdita reale di valore di circa 1.000 euro. E questo se si capitalizzasse la cedola netta ricevuta, cioè se non la si spendesse. Perché, altrimenti, il saldo sarebbe anche peggiore, è ovvio.
C’è da aggiungere che il patrimonio risparmiato (100.000 euro), magari è stato accumulato in età lavorativa grazie ai flussi di reddito, sui quali sono state pagate le relative tasse ai livelli stratosferici a tutti noti.
Se non lo avete capito, per il momento sono riusciti a distruggere l’impresa e il lavoro. Ora cercheranno di distruggere l’ultimo baluardo rimasto: i risparmi degli italiani.
Il concetto potrebbe anche essere espresso prendendo in prestito dalla fisica il principio dei vasi comunicanti. Secondo questo principio, un liquido contenuto in due o più contenitori comunicanti tra loro, in presenza di gravità, raggiunge lo stesso livello dando vita ad un’unica superficie equipotenziale. Cioè, i liquidi, sui diversi contenitori, raggiungono lo stesso livello.
Ecco: applicate questo principio all’economia e comprenderete quel che sta accadendo e quel che accadrà ai vostri risparmi, se ne avete.
Detta in parole più semplici, i vostri risparmi sono il contenitore pieno. I debiti (di stati, banche ecc ecc) sono il contenitore vuoto. Basta collegare i due contenitori e i livelli dei liquidi (in questo caso debiti e crediti) tenderanno a compensarsi, posizionandosi su uguali livelli .
E quale sarebbe il collegamento che permette una simile compensazione?
Che piaccia o no è l’autorità che ha lo stato di imporre espropri, confische e nuove tasse, colpendo materia imponibile, qualsiasi essa sia, nelle forme più fantasiose possibili. Patrimonio e risparmi compresi.
http://finanzanostop.finanza.com/2014/01/28/parte-della-politica-economica-e-fiscale-di-renzi-assalto-ai-risparmi/
lunedì 3 febbraio 2014
Napolitano ci spieghi la necessità ed urgenza
Rivalutazione quote Banca d’Italia … una toppa peggiore del buco
Il Comunicato stampa del ministero dell’Economia chiarisce un solo aspetto: l’esautorazione del Parlamento e il predominio delle questioni finanziarie sui principi democratici.
euro ha sollevato nelle scorse settimane diverse critiche e dubbi, tanto da spingere il Ministero dell’Economia e delle Finanze a emanare un comunicato stampa, lo scorso 29 gennaio, per sottolineare sin dal titolo che non è stato fatto “nessun regalo alle banche”.
Bontà sua, il governo accetta di partecipare a ben due audizioni parlamentari e arriva addirittura a dare parere favorevole ad alcuni emendamenti parlamentari. Quale benevolenza e magnanimità!
la Verità avanza e loro hanno paura, Tv, giornali,radio questo potere si muove compatto come falange
Attacco alla democrazia
Velvet Secret
La prima: a nessuno importa niente degli organi costituzionali, del parlamento, delle risse tra deputati, dei “questori” di Montecitorio minacciati e dei 5stelle schiaffeggiati. Sia chiaro, non scambiamo i nostri auspici (da sempre volti alla delegittimazione complessiva dell’apparato istituzionale) per una “pancia” del paese ipotetica e frutto delle nostre idealizzazioni: è proprio così. La parte più calma della popolazione, quella che è stata educata a certi “valori” e ha ancora i nervi abbastanza saldi per crederci o ricordarli, è del tutto indifferente a ciò che sta accadendo nei palazzi romani, anzi pensa ad altro ma con una certa qual punta di insofferenza. L’altra parte, quella che non ha più un controllo totale sul proprio sistema nervoso (per ragioni socialmente variegate: disoccupati, cassintegrati, esodati, licenziati/licenziandi di fabbrica, iperprecari, commercianti falliti/in via di bancarotta), di fronte alle reazioni perbeniste dell’“arco democratico” si incazza sempre di più. L’idea che circola per le strade è di farlo saltare in aria il parlamento, figuriamo se ci si impressiona per due schiaffi. Ciò che addolora le persone, semmai, è la certezza che non ci scapperà il morto.