la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 2 agosto 2014
Non ci facciamo incantare dal Pd e dai cespugli Sel e Rifondazioni e similari
il colonialismo francese si chiama lotta al terrorismo
AL VIA OPERAZIONE FRANCESE BARKHANE
Argentina, esperimento del TTIP in atto
Argentina al contrattacco
· La Casa Rosada critica Washington e i fondi avvoltoio ·
.Nagorno Karabakh, altro focolaio di guerra in Europa
AZERBAIGIAN. Baku, ‘Erevan viola la tregua’; rammarico dal gruppo di Minsk per escalation tensione
ago 1st, 2014 | By redazione 1 | Category: Qui Europa, Ultimissime di Giacomo Dolzani -Secondo quanto riferito dalle forze di sicurezza di Baku, alcuni uomini facenti parte dell’intelligence di Erevan avrebbero cercato di attraversare il confine, mentre i media locali riferiscono che circa una cinquantina di militari armeni sarebbero caduti negli scontri a fuoco seguiti ai tentativi di violazione della frontiera; il ministro della Difesa ha infatti garantito che le forze azerbaigiane hanno il pieno controllo dei confini nazionali.
Rammarico per l’accaduto è stato espresso anche da, James Warlick, rappresentante degli Usa nel Gruppo di Minsk, organismo costituito dall’Osce per la risoluzione dell’annoso conflitto del Nagorno-Karabakh.
I due paesi sono infatti in uno stato di guerra permanente da ormai più di 20 anni; in seguito alla caduta dell’Urss infatti si scatenò tra Armenia ed Azerbaigian un conflitto che si risolse nell’occupazione da parte delle forze di Erevan dell’altopiano del Nagorno-Karabakh, regione dell’Azerbaigian la cui popolazione è costituita perlopiù da armeni, e di altre sette province circostanti (il 20% del territorio nazionale), costringendo oltre un milione di azeri a lasciare le loro case.
Da allora i rapporti tra le due repubbliche si sono interrotti e, nonostante sia stata proclamata una tregua, le azioni di sabotaggio e le schermaglie sono continuate, causando migliaia di vittime in entrambi gli schieramenti.
http://www.notiziegeopolitiche.net/?p=43088
Filippo Taddei bugiardo, puntano ai risparmi degli italiani
Taddei boccia l’ipotesi manovra«Subito meno tasse sul lavoro»
L’economia va peggio del previsto. La manovra correttiva dei conti pubblici è inevitabile a questo punto?«Macchè manovra. Non ci sarà, lo ripeto per l’ennesima volta, nessuna manovra correttiva — risponde Filippo Taddei, economista in prestito alla segreteria del Pd di Matteo Renzi —. Come ha detto Padoan ci sarà una impegnativa legge di stabilità nella quale troveranno posto tutti gli impegni presi dal governo a partire dalla riduzione delle tasse sul lavoro».
Se il Pil, però, peggiora sarete obbligati a rifare i conti.
«Primo: aspettiamo di vedere se le previsioni sul Pil del secondo trimestre troveranno conferma. Secondo: se il Pil cresce meno del previsto non è un problema di finanza pubblica. Facciamoli davvero i conti».
Facciamoli.
«Prendiamo lo scenario peggiore: una crescita solo dello 0,3% contro la forbice tra lo 0,8% e lo 0,5% previsto dal Def: sarebbe un calo di 7,5 miliardi di euro che, consideriamo che, all’incirca, per ogni euro di Pil entrano nelle casse dello Stato circa 35-40 centesimi, si traducono in circa 3 miliardi di euro in meno pari a solo lo 0,1% del rapporto deficit/Pil. Non mi sembra tragico».
Il Pil in ritirata non sarà anche un problema grave di finanza pubblica, ma non è un bel segno. Il paese è ancora fermo.
«Questo è il vero problema. Il Pil dice che l’Italia e, in generale, l’Europa non riescono ad afferrare la ripresa».
Cosa farà il governo per sbloccare la situazione?
«Nella legge di stabilità metteremo tutte le riforme che abbiamo in programma: fisco e pubblica amministrazione prima di tutto. Qualche segnale positivo già c’è».
Per esempio, quali?
«Tra maggio e giugno gli occupati sono cresciuti di 50mila unità. Un dato sottovalutato: se avessi 50mila occupati in più ogni mese...»
Saranno stagionali
«Forse, ma gli stagionali ci sono tutti i mesi, non solo d’estate. E ci sono ogni estate: andiamo a vedere se ogni giugno gli occupati crescono di questo ammontare. C’è da dubitarne. Potrebbe essere un segnale, seppur minimo, di ripresa proprio nel secondo trimestre».
L’occupazione è l’emergenza numero uno del paese. In queste ore ha riacceso l’allarme la vicenda delle acciaierie di Terni. Il governo è accusato di non avere fatto la propria parte.
«E’ un accusa che respingo. Il governo si è mosso e ha ottenuto la sospensione della messa in mobilità. A settembre spingeremo per il vero e proprio piano industriale attraverso il tavolo al Ministero. L’Ast è lo specchio del paese: ha tecnologia e capacità avanzate, buoni fondamentali ma non riesce a stare sul mercato».
Somiglia all’Italia.
«In questo senso sembra lo specchio del paese».
Cottarelli, l’uomo della spending review si dimetterà?
«Cottarelli anche stamattina era al lavoro nel suo ufficio. Non si dimetterà: sta facendo un lavoro certosino di individuazione dei tagli e ha il pieno apprezzamento di tutti a iniziare da Padoan. Il problema di tagliare non è suo».
E di chi è?
«Del governo. Lui ci dice dove si può tagliare, tocca a chi governa farlo quanto e dove crede. Accadrà con la legge di stabilità».
Insomma, bisogna aspettare fine anno.
«No, il 15 ottobre la legge di stabilità inizia il suo percorso alla Camera. Da quel giorno potrete verificare se il governo Renzi mantiene le promesse - a cominciare dagli 80 euro per sempre - oppure no».
http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2014/08/02/1086699-taddei_boccia_ipotesi_manovra.shtml
Ilva, governo troppo impegnato a cambiare la Costituzione per pensare alla siderurgia dell'Italia
Chiesti 'poteri sostitutivi agli attuali' per sbloccare progetti
http://www.ansa.it/puglia/notizie/2014/08/01/ilvaindustrialiintervenga-subito-renzi_c1ee1c57-34c8-4c4d-8b31-4382846e4d87.html
Parlamento illegittimo teso a cambiare la Costituzione e non a togliere soldi ai corrotti
Mafia: chiesto stop a vitalizi ex parlamentari condannati
Petizione 'Riparte il futuro' promossa da Libera e Gruppo Abele
02 agosto, 16:25(ANSA) - ROMA, 2 AGO - In meno di 24 ore avrebbe raccolto più di 11 mila firme, sottolineano i promotori, la petizione 'Riparte il futuro', campagna di Libera e Gruppo Abele per chiedere lo "Stop immediato al vitalizio agli ex parlamentari condannati per mafia e corruzione". "Basta una semplice modifica dei Regolamenti del Senato e della Camera per cancellare una vergogna - spiegano i promotori in una nota - : il pagamento dei vitalizi a senatori e deputati condannati in via definitiva per gravi reati, come mafia, corruzione, truffe con fondi pubblici e frodi fiscali. Chiediamo da tempo e a gran voce che tutti i dipendenti pubblici e i rappresentanti politici rispettino codici etici più efficaci e concretamente applicati". Deputati e senatori - aggiungono - "sono chiamati a dare l'esempio, stabilendo la cessazione immediata di qualsiasi erogazione di denaro pubblico nei confronti di chi si è reso responsabile di questa vera e propria violazione dell'articolo 54 della Costituzione", secondo il quale il mandato istituzionale va assolto 'con disciplina e onore'.(ANSA).
http://www.ansa.it/legalita/rubriche/cronaca/2014/08/02/mafia-chiesto-stop-a-vitalizi-ex-parlamentari-condannati_0baa5bf7-6ba1-4d82-b7e7-4d78f193be9f.html
El Sisi sbaglia, l'Europa e gli Stati Uniti sono responsabile per le centinaia di bombe umanitarie sul popolo libico altro che quello morale
Al Sisi a Renzi: «Il disastro libico è colpa dell'UE»
Il Presidente egiziano al premier italiano: «Responsabilità morale di comunità internazionale e UE verso Libia». L'ambasciatore di Gran Bretagna in Libia ha annunciato ieri notte di aver deciso di lasciare il Paese e la sospensione delle attività dell'ambasciata di Tripoli a causa della crescente insicurezza nella capitale libica.
«E' con rammarico che abbiamo deciso di lasciare la Libia e di sospendere provvisariamente le attività dell'ambasciata. Ritorneremo non appena le condizioni lo permetteranno», ha scritto l'ambasciatore Michael Aron sul suo account di Twitter.
Al Sisi a Renzi: responsabilità morale di mondo e Ue verso Libia - «Sulla Libia ho insisitito sul fatto che non possiamo perdere tempo. Occorre affrontare rapidamente la situazione. L'opera delle milizie armate e i violenti scontri devono cessare»: lo ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi in una conferenza stampa congiunta al Cairo con il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, volato questa mattina nella capitale egiziana per una breve visita.
«La comunità internazionale e l'Ue, specialmente dopo il loro intervento, hanno una responsabilità umanitaria e morale di porre fine a questa situazione e anche su questo punto vi è accordo fra me e il presidente del Consiglio italiano», ha aggiunto al Sisi, intervenendo alla conferenza stampa.
Combattimenti all'aeroporto di Tripoli - Violenti combattimenti sono in corso da giorni tra milizie rivali intorno all'aeroporto di Tripoli, nei pressi del quale i vigili del fuoco tentano di domare un incendio che infuria per il quinto giorno consecutivo in due depositi di petrolio e gas colpiti da razzi. Ieri anche l'ambasciatore francese aveva lasciato Tripoli.
Disordini a frontiera Libia-Tunisia - Un poliziotto tunisino è stato ferito, probabilmente da una pallottola vagante sparata dalle forze libiche per respingere una folla di rifugiati che tentava di passare in Tunisia per fuggire i combattimenti in Libia. Lo hanno reso noto le autorità tunisine che dopo l'incidente hanno chiuso il valico di frontiera di Ras Jedir con la Libia. Per il momento non è stato fornito nessun bilancio ufficiale di questi disordini dalle autorità di Tripoli.
Due giorni fa il governo tunisino aveva avvertito che era pronto a chiudere le sue frontiere nel caso di un afflusso in massa di libici in fuga dai combattimenti. «La situazione economica nel nostro Paese è precaria e non ci permette di sostenere l'afflusso di centinaia di migliaia di rifugiati. Chiuderemo le frontiere se sarà nel nostro interesse nazionale», aveva affermato il capo della diplomazia di Tunisi, Mongi Hamdi.
Imploda l'Europa, l'Italia riacquisterebbe Sovranità Nazionale, Politica e Monetaria
Inglesi pronti a lasciare l'Unione Europea
La stampa britannica dà per scontato il grande passo, soprattutto dopo l'accordo - neanche tanto segreto - tra la Merkel e Putin
"Una bomba sull'Europa". Così hanno definito nel Regno Unito l'ipotesi che la Gran Bretagna possa lasciare l'Unione Europea e che ormai comincia a diventare realtà. All'indomani della nomina di Jean-Claude Juncker a presidente della commissione Ue, contro il quale il premier britannico David Cameron si è opposto fino all'ultimo, la stampa inglese sembra avere un solo obiettivo: far uscire la Gran Bretagna dall'Unione Europea. "Un passo avanti verso l'uscita dall'Europa" è stato il titolo dell'euroscettico Daily Mail. Sulla stessa linea pure il Times: "La Gran Bretagna vicino all'uscita dalla Ue" ha titolato il giornale di Rupert Murdoch. Il Paese si trova in uno "splendido isolamento". "Una sconfitta, un disastro" è stato il titolo dell'Independent, mentre il Guardian pure ha puntato a un "Regno Unito vicino all'uscita da Ue" e il Sun si è rivolto a Cameron titolando "Cam, siamo in guerra con l'Europa". Infine, il Financial Times, nel suo editoriale, ha sostenuto che si tratta di un "cambiamento storico di potere all'interno della Ue".
Il premier inglese ha fortemente criticato la scelta di Juncker per la presidenza della Commissione Ue. E così adesso da Londra potrebbe partire l'effetto-domino sull'Unione. Se lascia la Gran Bretagna potrebbe partire una reazione a catena dagli esiti imprevedibili.
Ma cosa si nasconde davvero dietro questo ultra euro scetticismo britannico? Non certo la nomina di nomina di Jean-Claude Juncker.
Quello che ha scatenato le ire di Londra - e degli atlantici in generale - è stato scritto sulle colonne della prima pagina dell'Independent di giovedì: l'accordo segreto tra il Cancelliere tedesco e lo Zar.
Germania e Russia, in barba alle sanzioni occidentali, starebbero negoziando in segreto un accordo che potrebbe porre fine alla crisi ucraina e allentare la tensione internazionale che ha ripiombato il mondo in un clima da nuova Guerra Fredda.
Il piano di pace, su cui stanno lavorando sia la Merkel che Putin, si fonda su due ambizioni principali: stabilizzare i confini dell’Ucraina e fornire al Paese, finanziariamente travagliato, una forte spinta economica, in particolare con un nuovo accordo energetico in grado di garantire la sicurezza delle forniture di gas.
Il problema, se la proposta della Merkel risultasse accettabile per i russi, è che la comunità internazionale avrebbe bisogno di riconoscere l’indipendenza di Crimea e la sua annessione da parte della Russia, una mossa che alcuni membri delle Nazioni Unite potrebbero trovare difficile da digerire, ma che la Germania sembra intenzionata a fare, anche forzando la mano.
Fonti vicine ai negoziati segreti sostengono che la prima parte del piano di stabilizzazione richiede che la Russia ritiri il sostegno finanziario e militare ai diversi gruppi pro-separatisti che operano in Ucraina sud-orientale e nell’ambito di tale accordo, la Regione riceverebbe alcuni poteri decentrati. Le popolazioni russofone avrebbero grandi autonomie.
Allo stesso tempo, il presidente ucraino dovrebbe accettare di non aderire alla NATO. In cambio, il presidente Putin non cercherà di bloccare o interferire con nuove relazioni commerciali dell’Ucraina con l’Unione europea, nel quadro del patto firmato poco tempo fa.
In secondo luogo, a Kiev sarebbe stato offerto un nuovo contratto a lungo termine con la russa Gazprom, mantenendo i prezzi che aveva col governo precedente.
Anche perché le forniture di gas Ucraina si stanno esaurendo e sono suscettibili di esaurirsi prima di questo inverno, che significherebbe la rovina economica e sociale per il Paese.
Come parte della transazione, la Russia dovrebbe compensare l’Ucraina con un pacchetto finanziario da un miliardo di dollari per la perdita del canone di locazione che (la Russia, N.d.t.) pagava per lo stazionamento della propria flotta in Crimea e nel porto di Sebastopoli sul Mar Nero, pagamento interrotto a marzo, quando la Crimea ha votato per l’indipendenza.
Un vero e proprio capolavoro diplomatico, che riporterebbe pace in Ucraina, riavvicenerebbe la Russia all'Europa e farebbe respirare un po' di sovranità al vecchio Continente, relegando in un angolo, per una volta, Usa, Nato e Troika. Che sembrano aver perso la testa e stanno scatenando un "bombardamento mediatico".
Poteva mettere i bastoni tra le ruote all'intesa l'abbattimento del Boeing 777, che ha provocato la morte di 298 civili, ma proprio dai media tedeschi è uscita fuori la verità. L'abbattimento attribuito da Washington e dall'Occidente ad un errore dei separatisti ucraini aiutati da Mosca in realtà, per sua stessa ammissione, è stato tirato giù da un caccia ucraino. Lo ha confessato il pilota soldato che ha sparato il missile sull'aereo della Malaysia Airlines su un noto quotidiano tedesco.
Per questo giovedì l'Independent ha gridato allo scandalo, ritenendo che il lavoro fin qui svolto da Merkel e Putin potrebbe portare davvero ad un accordo Berlino - Kiev - Mosca.
Berlino non ha mai nascosto che avrebbe molto da perdere dall'inasprimento delle sanzioni contro Mosca. Così come si è sempre espressa su posizioni concilianti verso la Russia, dalle sanzioni alla firma del South Stream, affermando che l'Europa non poteva permettersi di innalzare un'altra cortina di ferro.
Il negoziatore sarebbe un nome noto: Dmitry Firtash, uno degli uomini più ricchi dell'Ucraina, che medio' precedente maxi-accordo tra Gazprom e Kiev tra il 2006 ed il 2009. Firtash vive a Vienna inseguito da una richiesta di estradizione Usa (Guarda un po'!). Vicino al presidente ucraino, Petro Poroshenko, è anche accreditato di ottimi contati al Cremlino.
Ancora una volta la lungimiranza della Merkel e della Germania (alla faccia dei "populismi nostrani" e degli "euro scettici made in Usa"), la potenza e la calma dell'Orso Bianco russo potranno salvare l'Ucraina e l'Europa e Putin potrebbe fare l'ennesimo "scacco matto" ad Obama e agli atlantici. Così come ancora una volta, che ne dicano gli stolti patriottardi, la Germania, difendendo i propri interessi, sta difendendo tutta Europa dall'imperialismo della Nato e del Fmi.
. Fronte Unico per uscire dall'Euro
FORUM EUROPEO: ULTIMI AGGIORNAMENTI
Sarà con noi Thomas Zmrzly, che svolgerà un reportage dalla regione ribelle del Donbass, dove si è recato come membro di una delegazione internazionale di solidarietà. Zmrzly ci dirà le cose che i media occidentali deliberatamente nascondono.
L'economista russo Said Gafurov si aggiunge alla tavola rotonda sul Capitalismo e la funzione della moneta, che si svolgerà giovedì 21 sera. Gafurov spiegherà la politica monetaria della Banca centrale russa e le connessioni con la Bce.
La sera di Venerdì 22 agosto, ci sarà la proiezione del documentario "Il più grande successo dell'euro", a cura di 101 Dalmata e l'Associazione LIRE.
Affrettatevi a prenotare poiché i posti letto disponibili sono già in esaurimento:
Per informazioni, prenotazioni e adesioni:
forumeuropeo2014@virgilio.it – Telefono: 339.2071977
governo ladro con tassazione al 53%
Un'estate al Fisco: l'ingorgo fiscale dell'estate italiana conta più di 400 adempimenti in un mese
Irpef, Irap, Ires, Iva, addizionali regionali, Inps, Tobin tax, imposta sostitutiva sui redditi di capitale, modello 770, contributi previdenziali per lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, collaboratori, lavoratori domestici, diritti delle Camere di commercio. Le scadenze di tutte queste tasse ricadono tra il 20 agosto e il 19 settembre.
Marina Calderone, presidente del Coordinamento unitario delle professioni, ha ricordato che bisogna allargare le vie d'accesso al Fisco operando una semplificazione burocratica a tutto tondo.
"Un esempio illuminante in tal senso - ha continuato la Calderone - è rappresentato dall’introduzione della cosiddetta contrapposizione di interessi: consiste nel rendere detraibile tutto quello che il contribuente spende, senza alcun limite. Questo avrebbe una serie di vantaggi: pagamento delle imposte sui redditi effettivi; interesse a richiedere la ricevuta o lo scontrino per qualsiasi pagamento; azzeramento degli adempimenti trattandosi di semplici conteggi di detrazione. Sarebbe un modo efficace anche per favorire l’emersione del nero. È un metodo scelto da molti altri Paesi, Stati Uniti in testa, ma che in Italia non riusciamo a far adottare".
Il maxi esodo delle vacanze estive sarà fiscale ancor prima che automobilistico. Saranno infatti 171 gli adempimenti che gli imprenditori individuali dovranno onorare entro fine estate, seguiti a ruota dai professionisti con 167 adempimenti. Anche imprenditori, commercianti, artigiani, partite Iva, professionisti, co.co.pro si ritrovano stretti da una mole di pagamenti in periodi stabiliti da date incerte.
Tutto ciò rende quasi impossibile una lucida razionalizzazione delle attività, così come un'efficace pianificazione finanziaria, alimentando l'imbottigliamento di quantità titaniche di adempimenti, tutti ammassati sul finire dell'estate.
Cottarelli è stato messo all'angolo da subito, ipocrisia, stai sereno
Spending review, le tre ipotesi per il dopo-Cottarelli
Soluzione politica, tecnica o iper-politica? Le carte che Matteo Renzi ha sul tavolo per la successione al commissario in uscita: Yoram Gutgeld, Guido Tabellini o l'intero team economico che sta creando a palazzo ChigiCom’è ormai noto, uno dei punti di attrito tra il premier e il commissario alla spending review è proprio l’equilibrio tra competenze tecniche e responsabilità politiche nell’individuazione e, soprattutto, nella destinazione dei risparmi di spesa. Punto, quest’ultimo, al centro delle accuse con le quali Cottarelli ha in qualche modo “accompagnato” le indiscrezioni su un suo prossimo addio all’incarico, che gli fu affidato dal governo Letta.
Proprio a partire da queste premesse, appare poco probabile che su quella poltrona torni a sedere un tecnico. Il nome più accreditato in tal caso sarebbe quello di Guido Tabellini, economista già rettore della Bocconi e già finito nel totoministri del governo Renzi per via XX settembre, chiamato invece poi dal premier a far parte del team di consulenti economici di palazzo Chigi. Ma, come detto, tale soluzione appare poco probabile, non tanto per il nome quanto per il profilo tecnico che esso rappresenta.
È per questo che il nome che circola maggiormente sui giornali è quello di Yoram Gutgeld, che avrebbe già dato la sua disponibilità al premier. Consigliere economico più ascoltato da Renzi sin dai tempi delle primarie per la candidatura a premier (autunno 2012), dopo essere stato eletto alla camera dei deputati è stato chiamato anche lui a far parte del team economico della presidenza del consiglio. Un profilo più “politico”, quindi, e un rapporto di stretta fiducia con il presidente del consiglio che possono consentire innanzi tutto di evitare nuovi attriti e, soprattutto, possono favorire un raccordo tra gli indirizzi del governo e gli interventi di tagli della spesa da individuare.
Ma c’è una terza soluzione, che sta prendendo quota nelle ultime ore. Una soluzione, per così dire, iper-politica: non nominare un nuovo commissario, ma lasciare che ad occuparsi della spending review sia l’intero team economico di palazzo Chigi. In raccordo, inevitabilmente, con il ministero dell’economia.
La squadra dei consulenti non è stata ancora nominata, ma alcuni nomi sono già noti: Tabellini e Gutgeld, certamente, ma anche Veronica De Romanis, Tommaso Nannicini, Roberto Perotti, Marco Simoni e Filippo Taddei, che dovrebbe così lasciare la segreteria del Pd. Da loro sono già arrivate sulla scrivania di Renzi alcune ipotesi di intervento sulla spesa pubblica, che il premier sarebbe pronto a prendere in considerazione.
http://www.europaquotidiano.it/2014/08/01/spending-review-tre-ipotesi-per-il-dopo-cottarelli/
i piccoli-medi pagano tutto i grandi pagano milioni invece di miliardi, l'arroganza dei ricchi
Lady appartamenti paga, Angiola Armellini dà 47 milioni al Fisco
Accordo su Imu e Ici evase su 1.243 case a Roma. "Non volevo evadere sono solo stata mal consigliata", ha detto l'ereditiera
- Accordo record tra Angiola Armellini e il Fisco. L'immobiliarista romana titolare di 1.243 appartamenti pagherà all'Agenzia delle Entrate una multa da 47 milioni di euro. La donna ha evaso due miliardi di euro, portati in Lussemburgo, per Ici e Imu non pagate. L'accordo con il Fisco potrebbe essere chiuso alla fine della prossima settimana. "Non volevo evadere, sono stata mal consigliata", si giustifica l'imprenditrice.L'erede del grande impero immobiliare di Renato Armellini dunque paga: 37 milioni di euro al Fisco e 10 milioni al Campidoglio per tasse evase. Le era stato contestato l'occultamento di 1.243 immobili tra appartamenti, magazzini e negozi soltanto a Ostia. Gli avvocati della Armellini tengono a precisare che la contestazione rimbalzata sui giornali da due miliardi di euro non è veritiera, l'Agenzia delle Entrate contestava "solo" 300 milioni di evasione.
A lungo la Armellini e i legali hanno valutato l'ipotesi di andare allo scontro con l'Agenzia delle Entrate, un contenzioso che avrebbe potuto durare a lungo e i cui esiti non erano sicuramente certi. I fatti dicono che la Armellini nel 2004 portò le sue società all'estero, in Lussemburgo. Ma poi si accorse che questa esterovestizione non produceva guadagni quindi nel 2008 usò l'allora scudo fiscale per riportare le aziende in Italia inserendole in un trust.
E proprio l'uso dello scudo, pagato 6,3 milioni di euro, ha evitato alla Armellini la sanzione monstre da due miliardi. L'accordo fiscale probabilmente farà sì che i legali potranno anche chiedere il patteggiamento per il processo penale che la stessa Armellini dovrà ancora subire per l'evasione.
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/2014/notizia/lady-appartamenti-fa-pace-col-fisco_2060627.shtml
Corruzione Sistemica,quanta confusione sotto il cielo, l'unica certezza i cantieri sono fermi in quanto si sono già mangiati i soldi stanziati
Matteo ci dovrà dar conto
I TORMENTI DI MATTEO
Caffè, acqua minerale e aragoste In procura i rimborsi di Renzi
Il «grande accusatore» del premier Alessandro Maiorano presenta una maxidenuncia: dai soldi spesi quando era presidente della Provincia alla casa pagata da Carrai
Nagorno Karabakh, altro focolaio di guerra in Europa
Azerbaigian lamenta "perdite" in pesanti scontri con Armenia
01 Agosto 2014 - 12:25
venerdì 1 agosto 2014
Argentina è il tipico esempio di come, in vigore il TTIP, un tribunale acquisisce il potere di eliminare la Sovranità di uno stato
Buenos Aires punta il dito contro "la precarietà del sistema giudiziario americano". Per gli hedge fund con cui continua il braccio di ferro è l'Argentina che ha scelto di cadere in default. E il mediatore Daniel Pollack - che per cinque settimane ha tentato di trovare una soluzione tra le due parti - dice che "le leggi degli Stati Uniti devono essere rispettate" ma prende le distanze: "Non sta nel mio ruolo o intento trovare le colpe in nessuna delle parti".
Quali che siano le varie posizioni, il capo di gabinetto argentino Jorge Capitanich si prepara a portare la battaglia alla Corte internazionale dell'Aia.
Intanto i fari si spostano sul giudice americano Thomas Griesa, colui che sovrintende la disputa tra Argentina e NML Capital, divisione di Elliott Management, e Aurelius Capital Management e che domani alle 20 italiane terrà un'udienza. In quell'occasione si discuterà "dove le parti andranno" dopo che ieri le trattative in extremis non hanno portato ad alcuna soluzione.
E' quel giudice, 83 anni, ad avere stabilito nel 2012 che il governo di Cristina Fernandez de Kirchner non può onorare i suoi impegni con i creditori se prima non rimborsa gli hedge fund che - contrariamente agli altri detentori di bond - non accettarono le ristrutturazioni del debito del 2005 e 2010 e che chiedono 1,5 miliardi di dollari. Ed è per via di quella decisione, confermata lo scorso giugno dalla Corte Suprema Usa, che i 539 milioni di dollari depositati lo scorso 26 giugno dall'Argentina alla Bank of New York Mellon non sono stati versati ai creditori che invece accettarono il concambio (quel denaro resta nelle casse della banca). Da qui nasce il default, definizione contestata dal ministro argentino dell'economia Axel Kicillof, secondo cui non si può usare tale termine visto che i soldi ci sono. E chiedendo più tempo per trattare Kicillof ha lanciato un messaggio anche a S&P, che ieri ha bocciato il Paese: "chi crede alle agenzie di rating?". Moody's e Fitch non si sono ancora espresse dopo gli eventi di ieri.
Griesa, 83 anni, è famoso per non essersi mai impaurito nel prendere decisioni controverse. Lo fece per esempio quando negli Anni '80 si inimicò importanti gruppi di interesse -inclusi l'ex sindaco di New York Ed Koch e l'ex presidente Usa Ronald Reagan - bloccando il progetto "Westway" che avrebbe riempito i fondali dell'Hudson River (il fiume che scorre sul lato occidentale di Manhattan) di tunnel. Allora accusò un'agenzia federale di avere mentito sull'impatto ambientale di una simile iniziativa infrastrutturale.
Ora il giudice che ha contribuito a disegnare la storia di Manhattan sta influenzando il futuro finanziario di un Paese che si trova 8.000 chilometri più a Sud. Resta da vedere se hanno ragione, come scrive il Financial Times, alcuni colleghi secondo cui Griesa tende a prendere decisioni dalle conseguenze non volute. I mercati finanziari argentini se ne sono già accorti: i principali bond, l'azionario ed il peso sono stati venduti a piene mani. Anche i titoli di società argentine quotate in Usa hanno subito forti perdite. Ma gli investitori sperano in un intervento delle banche (forse JP Morgan?) che potrebbero comprare i bond in mano agli hedge fund sbloccando la situazione.
http://america24.com/news/argentina-punta-il-dito-contro-gli-usa-valuta-il-ricorso-all-aia
il Pd vuole mantenere lo stato sociale, ha distrutto la scuola, ha rotto progetti di vita potando le pensioni a 70 anni, manca la sanità pubblica da dove da sempre ha attinto soldi e clientele
Taddei: "Non aumenteremo la spesa"
Il responsabile economico del PD rassicura il commissario ed ex economista dell'Fmi Cottarelli: "Segnalare i rischi è il suo lavoro. Non ci sarà nessuna manovra correttiva". L'intervista di Luca Sappino, Espresso.it
«Non va letta come una polemica col governo» dice insomma Taddei. Che poi minimizza anche gli effetti della sbagliata previsione sul Pil (0,8 aveva detto il premier presentando il Def, 0,3 sarà per il fondo monetario internazionale): «Non è tanto un problema per i conti pubblici, quanto un problema perché ritarda la ripresa dell'occupazione». «Non ci sarà nessuna manovra correttiva» assicura ancora Taddei. E sugli effetti depressivi dei tagli, replicando all’economista Emiliano Brancaccio, intervistato dell’Espresso , precisa: «Se fai una revisione della spesa che taglia inefficienze e redistribuisce risorse dai più protetti ai meno protetti, come si può argomentare che sia recessiva?». Sul rischio, paventato dal forzista Renato Brunetta, di un’imminente lettera di richiamo della Bce, Taddei assume un tono incredulo: «Non riesco a capire perché se ne parli», dice. «La fonte Brunetta non mi pare delle più attendibili».
http://www.partitodemocratico.it/doc/270629/taddei-non-aumenteremo-la-spesa.htm
l'uomo abbaia e l'Ilva vola
Taddei: "Il Pd e il governo non abbandonano la siderurgia"
L'europarlamentare Bonafè presenta un'interrogazione al Commissario Almunia per la vicenda ThyssenKrupp
Adesso sarà possibile lavorare in maniera costruttiva - aggiunge - al tavolo di confronto sul piano industriale dell'azienda.
Nello stesso tempo ho provveduto a depositare in queste ore un'interrogazione alla Commissione Ue che faccia luce sul rispetto dei criteri di redditività e competitività indicati da Almunia per il riacquisto di Ast da parte di Thyssenkrupp".
http://www.partitodemocratico.it/doc/270657/taddei-il-pd-e-il-governo-non-abbandonano-la-siderurgia.htm
. il Tav è un'opera inutile, costosa e dannosa
Griseri stratega (o portavoce) del Tav
Regolarmente quando si parla di Tav spunta qualche personaggio politico in cerca di notorietà oppure un giornalista “appannato” che prova a candidarsi come portavoce dei Si Tav cioè quelli che, si sa, i soldi li mettono un po’ dappertutto.
Ed ecco che anche ieri, come tradizione vuole, l’articolo pubblicato su La Repubblica ci ha restituito un nuovo appassionato stratega del Tav.
L’articolo in questione Tav: tra espropri e cantieri in autunno si gioca la partita decisiva a firma di Paolo Griseri tradisce un certo entusiasmo, incontenibile quando arriva la citazione di Chiamparino, elevato ad oracolo dei tempi moderni: “Come disse una volta Sergio Chiamparino quando ancora era sindaco di Torino – in valle si cercano soluzioni tecniche per risolvere problemi politici – E questo accadrà.”
Concedeteci una risata. Nonostante le certezze del Chiampa è evidente a tutti, anche ai sostenitori del Tav, come le soluzione tecniche adottate finora siano decisamente naufragate (tra le molte vi citiamo solo L’Osservatorio e le compensazioni…). Anche il tentativo di ridurre l’opposizione all’Alta Velocità ad una mera questione di ordine pubblico non ha dato i risultati sperati e, quindi, cosa rimane a fronte di ciò?
Proprio come dice Chiamparino, rimane un problema politico, aggiungiamo noi bello grosso, per chi vorrebbe chiudere la partita ma sa di non potercela fare, ma anche per gli italiani che in un periodo nero di crisi si vedono sottrarre tanti denari per un’opera inutile.
Delle tante finezze di cui l’articolo è farcito, vogliamo però sottolineare un’omissione grossa come una casa, scrive Griseri: “ L’opposizione del movimento No Tav potrebbe impedire l’esproprio del rimanente 20 per cento (come sta tentando di fare in queste ore al Terzo Valico) e in quel caso i contribuenti italiani pagherebbero 6 milioni in più del previsto. C’è tempo comunque un anno e mezzo per sciogliere il nodo.”
Altra risata sul nodo. Perché non dire agli italiani, allora, che se si rinunciasse a quest’opera inutile e dannosa di soldi se ne risparmierebbero ben di più, tipo alcuni miliardi che potrebbero servire a sostenere chi oggi è senza lavoro, a dare una casa a chi oggi la sta perdendo oppure a finanziare la ristrutturazione di scuole, ospedali ecc…?
L’articolo continua con tutta una serie di ipotesi e molti paragrafi in cui i “ma” e “se” si alternano a numerosi “?” e non è un caso poiché, per quanto a certi personaggi piacerebbe poter pianificare il futuro, sanno che la variabile determinante finora è stata soprattutto quella del movimento No Tav che, nonostante gli innumerevoli sforzi di politica e magistratura, resiste e non si arrende.
Per ora, quindi, nonostante le profezie di Griseri o gli auspici del Chiampa, noi rimaniamo concentrati sui nostri obiettivi, cioè rallentare i lavori al cantiere del tunnel esplorativo, denunciare le infiltrazioni mafiose tra le aziende che operano in valle e palesare la colossale truffa che vorrebbero portare avanti a danno degli abitanti di questo paese.
Il resto, lo decideremo come sempre a casa nostra e se mai decidessero di scendere più a valle, di una cosa potete essere sicuri: ai nostri posti sempre ci troverete!
http://www.notav.info/post/griseri-stratega-o-portavoce-del-tav/
lavoro e fisco le priorità ma ci divertiamo a cambiare la Costituzione forzando le votazioni
GENOVA – ILVA, SCATTA L’ALLARME ROSSO
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