la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 11 ottobre 2014
Web, via le mani rapaci dei privati
i soloni parlano di alternanza come se quella tra repubblicani e democratici negli Stati Uniti fosse vera
America latina, Presidenti per sempre?
Il 12 ottobre, in Bolivia, Evo Morales con ogni probabilità potrebbe vincere di nuovo. Presidente in carica dal 2006, figura controversa del socialismo nazionalista sudamericano, eletto già due volte, la possibilità di candidarsi per la terza presidenza gli sarebbe stata preclusa per legge, ma solo in teoria. Nel 2009 ha reso possibile la promulgazione di un’altra Costituzione, definita “indigenista”, che proclama lo Stato plurinazionale di Bolivia e seppellisce la precedente Repubblica. Così è riuscito a far sentenziare al Tribunale costituzionale che il suo primo mandato (2006-2010) in realtà non era da annoverare nel computo, in quanto svolto con una Costituzione diversa.
Hugo Chávez ha fatto più o meno lo stesso con Nicolás Maduro, vincitore delle elezioni del 2012 in Venezuela. Gli ha consegnato il Paese, i giornali, la tv. E lui ha vinto le elezioni, davanti ad avversari, ancora una volta, divisi. In Argentina Néstor Kirchner, eletto nel 2003, nel 2007 non si ripresentò per far posto alla moglie Cristina (tuttora in carica). Ma prima, da Presidente della regione patagonica di Rio Gallegos, modificò le regole elettorali assicurandosi così una rielezione illimitata. Anche l’Ecuador ha un capo dello Stato “esperto”: Rafael Correa infatti è in carica dal 2007.
In un’epoca di precariato la figura del “Presidente a tempo indeterminato” si pone spesso come poco democratica e ricorda le tipizzazioni dei fazenderos d’antan descritti da Jorge Amado.
Una democrazia matura deve favorire il ricorso all’alternanza e creare le condizioni perché essa sia realizzabile. Aveva ragione Machiavelli nell’affermare che il “principe” deve essere temuto più che amato e i presidenti latinos hanno di fatto usato tutte le armi a loro disposizione, tra cui il controllo della stampa, per rimanere ancorati in sella. La tendenza comune è quella di perseguire programmi di ispirazione socialdemocratica con una forte componente di liderismo, personificazione e grande longevità (aveva probabilmente ragione Giulio Andreotti quando diceva che «il potere logora chi non ce l’ha»).
Questa ostinazione nel continuare l’azione di governo direttamente e in prima persona ha il suo lato debole nella continuità. Il non trovare né allevare un delfino in seno al proprio partito politico è una debolezza che rischia poi di compromettere quanto di buono portato a compimento.
Le società coinvolte avrebbero potuto confrontarsi in maniera più libera e più ampia e produrre novità ancor più significative se avessero potuto contare su una discontinuità della figura presidenziale. È giusto riconoscere ai lider, Morales in primis, di aver portato una condizione totalmente diversa rispetta al passato, ma il percorso avrebbe potuto essere più fruttuoso se poi queste figure bolivariane si fossero fatte da parte dopo un po’. Ora sembrano aver perduto la spinta propulsiva e concorrere solo per la conservazione del potere.
NoTav, cosa si inventano per andare contro la volontà dei cittadini
Il leader No Tav Alberto Perino prosciolto per invasione di terreni
Alberto Perino, lo storico leader del movimento No Tav, è stato prosciolto dal reato di invasione di terreni che sarebbe avvenuto in una manifestazione di gennaio 2010 a Susa. Non luogo a procedere arrivato dal giudice Paolo Gallo anche per altri tre attivisti, tutti e quattro giudicati in un altro procedimento per lo stesso fatto. Perino e gli altri tre, infatti, erano stati multati per dal tribunale per un presidio che si era svolto nella frazione di Susa Traduerivi, con l’intento per ostacolare i sondaggi preliminari per la costruzione della ferrovia Torino – Lione. La sentenza era stata pronunciata dal giudice Giorgio Giannetti.
Altri quattro attivisti, tra cui Luigi Casel (uno dei leader del movimento) sono invece stati multati dai 200 ai 400 euro.
http://www.nuovasocieta.it/cronaca/il-leader-no-tav-alberto-perino-prosciolto-per-invasione-di-terreni/
Aria Fritta Italia, distruzione dei territori, e si chiama Renzi il nuovo che avanza
Sblocca Italia, la rivolta degli enti locali contro l'assist ai petrolieri
Cgil, Cisl, Uil strumenti per far soldi e carriera sociale
Cgil, a Bari spariti i soldi dalle casse dei pensionati: via il segretario e la tesoriera
Furto di quote di iscrizione allo Spi pugliese per decine di migliaia di euro: i vertici presentano una denuncia in Procura. Il precedente delle false iscrizioni a Piacenza, dove furono tutti assolti anche perché furono ritirate 78 querele, mentre ad altre 22 persone fu restituito il denaro
Questo sindacato (Cgil-Cisl-Uil) è divenuto strumento per arricchirsi e fare scalate sociali
Soldi dopo le trattative, bufera sulla Fit Cisl
Genova - Armatori versavano “contributi” mentre si discutevano i licenziamenti, il sindacalista dei trasporti li prelevava cash. Ex segretario ligure citato a giudizio per appropriazione indebita.
Auto ad idrogeno, la tecnologia c'è è la politica che latita, Renzi se ci sei batti un colpo
La prima auto totalmente a idrogeno, non emetterà neanche un grammo di CO2
La volontà di puntare all’indipendenza energetica ha dato vita al progetto per la realizzazione in Alto Adige di un impianto pilota per la produzione e distribuzione di idrogeno da energia rinnovabile.
Def mancano 80 miliardi, governo pagliaccio
Read more: http://it.ibtimes.com/articles/71238/20141010/debito-pubblico-italia-def-fmi.htm#ixzz3FoTKmENt
Salvini sta facendo quello che Renzi non ha fatto
Salvini in missione russa. Domenica sbarca in Crimea per la Lega
Per ribadire il "no" padano alle sanzioni occidentali
Salvini è il primo politico italiano a recarsi nella penisola dopo l'annessione alla Russia di marzo, che comportò un netto peggioramento nei rapporti tra l'Ovest e Mosca. L'annessione non è stata riconosciuta né dall'Italia, né dall'Ue.
L'agenda di Salvini prevedeva oggi incontri alla Duma, camera bassa del Parlamento russo, con il presidente del comitato della Duma di Stato per gli affari esteri Aleksej Pushkov. E con il ministro russo per gli Affari della Crimea Oleg Saveljev.
Domani un giro in Piazza Rossa e successivamente incontri con la comunità imprenditoriale italiana e russa. Poi il viaggio in Crimea. Salvini è accompagnato dai leghisti Paolo Grimoldi, Claudio D'Amico e Alessandro Morelli.
http://www.tmnews.it/web/sezioni/nuovaeuropa/PN_20141010_00599_NE.shtml
venerdì 10 ottobre 2014
TTIP, la Sovranità di uno stato è soppiantata dalle multinazionali
Il negoziato tra Europa e Stati Uniti sul libero scambio ora non è più segreto
La Ue ha deciso infatti di diffondere il documento di 18 pagine che contiene il suo mandato a negoziare. All'interno ci sono una serie di informazioni importanti: innanzitutto viene affermato che la Ue non è disposta a includere nell'accordo il settore audiovisivo, una battaglia della Francia per difendere la sua industria culturale. Tra gli obiettivi cruciali dell'intesa viene invece inclusa l'apertura del mercato statunitense degli appalti pubblici.
La decisione di declassificare le direttive negoziali è stata presa su iniziative del Governo italiano. «Quello di oggi - ha commentato Carlo Calenda, vice ministro dello sviluppo economico, presidente di turno del consiglio dei ministri del commercio europeo - è un passo fondamentale verso una maggiore trasparenza del negoziato, obiettivo al cui
perseguimento la presidenza italiana continuerà a contribuire nella convinzione che è decisiva per sconfiggere le tante paure ingiustificate che agitano una parte della pubblica opinione».
In effetti il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è stato contestato sin dall'inizio dei negoziati nel giugno 2013 . Oltre alla mancanza di trasparenza, alcune organizzazioni non governative lo accusano di abbassare gli standard di lavoro, ambiente e alimentare in vigore nella Ue. I suoi promotori, invece, tra cui tutti i Governi europei e le organizzazioni imprenditoriali, lo ritengono un tassello fondamentale per rilanciare la crescita in Europa attraverso l'abbattimento delle barriere tariffarie (e non) e la riduzione delle procedure burocratiche. Si stima un impatto economico di 100 miliardi all'anno per entrambe le parti.
Il documento include anche l'arbitrato internazionale Stato-imprese (il cosiddetto Isds, Investor-to-State Dispute Settlement), un meccanismo che consente agli investitori di citare in giudizio i Governi presso corti arbitrali internazionali. L'Isds ha subìto molte critiche, soprattutto in Germania, perché viene accusato di dare troppo potere alle multinazionali contro i Governi. Lo stesso Esecutivo tedesco si è schierato contro la sua introduzione all'interno del Ttip, ma la Commissione europea ha replicato che il mandato negoziale glielo consente. Meccanismi simili all'Isds sono stati inclusi in molti accordi commerciali del passato, inclusi quelli negoziati dalla Ue. Il tema è diventato molto sensibile dopo che il gruppo svedese Vattenfall ha citato in giudizio il Governo tedesco davanti all'Icsid (il Centro internazionale per la regolazione delle controversie) contro la sua decisione di abbandonare l'energia nucleare.