la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune.
Produrre, organizzare, trovare soluzioni,
impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST?
Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
mercoledì 25 febbraio 2015
la buona scuola inizia ignorando chi la frequenta: i ragazzi
domenica all’accademia santa cecilia
«I ragazzini suonavano ma nessuno li ascoltava»
La lettera di un padre a Renzi: la Buona
Scuola dovrebbe iniziare dal rispetto prima delle belle parole, ma lei
stesso non ha prestato attenzione. È un autogol
di Emilio Cabasino
Egregio signor primo ministro,
oggi (domenica, ndr)
mia figlia quattordicenne ha suonato con la JuniOrchestra
dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, a Roma, all’evento del Pd,
«La Scuola che cambia, cambia l’Italia». È tornata a casa in lacrime
umiliata e mortificata dalla totale assenza di attenzione da parte del
pubblico durante la loro esecuzione successiva al suo intervento. Mentre
i ragazzi erano impegnati nella difficile esecuzione di musiche di
Beethoven e di Tchaikovsky il pubblico in sala era principalmente
impegnato a prodigare saluti, non solo parlando a voce alta, ma
camminando e urtando i ragazzi, rendendo di fatto impossibile
l’esecuzione stessa.
Lei stesso non ha prestato alcuna attenzione alla musica preparata e studiata dai ragazzi espressamente per questa circostanza.
Ma è mai possibile? Un convegno che parla di educazione e di scuola (anche
sottolineando l’importanza della musica per la formazione di buoni
cittadini) e i cui partecipanti trattano i ragazzi e il loro impegno in
questo modo? Credo che la Buona Scuola inizi proprio da qui: dal
rispetto dei ragazzi prima di tante belle parole e oggi questo è venuto
drammaticamente a mancare. Un drammatico autogol per il Pd e per il
mondo della politica!
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