Boschi: avanti col decreto fiscale, non è salva-Silvio ma per tutti

Ma è così? In realtà dopo il congelamento del decreto fiscale del governo, che risale al 3 gennaio, erano fiorite parecchie, dettagliate dietrologie. Dietrologie che si potrebbero condensare così: la depenalizzazione del reato di frode fiscale incrociata con la legge Severino avrebbe consentito a Berlusconi di tornare molto prima del previsto ad essere eleggibile in elezioni politiche. L’ultimo anello delle dietrologie riguardava la sostanza dello scambio tra Renzi e Berlusconi: il primo avrebbe consentito al secondo di tornare in campo molto prima e l’altro avrebbe lasciato di accelerare la corsa verso elezioni anticipate.
Ma dopo le prime dietrologie, lo studio più attento delle norme e il pronunciamento di quasi tutti i giuristi ha escluso un automatismo tra approvazione del decreto e ritorno in campo di Berlusconi. E dunque il rilancio di ieri della Boschi, più che una postuma resurrezione del patto del Nazarano, va incontro ad un’altra esigenza del governo, quasi certamente quella che sta all’origine delle norme: con il condono mascherato - ma questo è una questione politica di prima grandezza - si punta a lanciare un segnale “politico” agli evasori pentiti ma soprattutto, con la trasformazione dei reati penali in multe salate, si punta a fare cassa. Cassa fresca. Questo in particolare resta l’obiettivo di quella norma che Renzi stesso aveva portato in Consiglio, anche se resta ancora non chiaro il motivo per il quale il decreto l’indomani sia stato rinviato al 20 febbraio. Poichè il premier aveva rivendicato in prima persona quella “interferenza”, perché poi il decreto è stato fermato? «Perché era scritto male», sussurrano dal ministero dell’Economia.
Se il patto del Nazareno attende altre prove per essere rianimato, le convulsioni in corso nei due tronconi che un tempo formavano il Pdl (Forza Italia e Ncd) potrebbero prima o poi determinare qualche riflesso dentro il governo. Persino un rimpasto? Prima di qualsiasi previsione fondata, occorrerà attendere le scosse di assestamento in corso, in particolare dentro l’Ncd. Le spinte interne di chi chiede ad Angelino Alfano di dedicarsi a tempo pieno nella costruzione del partito, potrebbe portarlo a lasciare il ministero dell’Interno? E’ un’ipotesi che non escludono neppure dentro l’Ncd ma che è ancora prematura. Intanto il presidente del Consiglio ha ripreso l’attività internazionale: ieri pomeriggio colloquio con Angela Merkel, soprattutto sul tema che monopolizza le cancellerie europee, la Grecia di Tsipras. Domani il premier greco inizia il suo tour europeo proprio da Roma.
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