LA BOZZA
Governo, pronto il piano «Ring»:
un decreto per la rete veloce Telecom
Il passaggio dal rame alla fibra ottica
entro il 2030. La banda larga verrà estesa all’intero Paese, nella bozza
del piano «Ring» incentivi fiscali per gli operatori che investiranno
di Fabrizio MassaroMassimo Sideri
Si chiama, non senza inventiva, «Ring», acronimo di rete italiana di
nuova generazione. Come il suono del telefono nei fumetti. Ed è la bozza
del decreto legge per la banda larga che coinvolge in primis Telecom
Italia. Il contenuto del piano che si trova ora sul tavolo del ministero
dello Sviluppo economico e che da qui a martedì, quand’è atteso al
Consiglio dei ministri, potrà cambiare ulteriormente, è incandescente:
basterebbero i titoli provvisori dell’articolo 1, inclusione della banda
ultralarga nel servizio universale, e dell’articolo 2, attivazione
graduale e definitiva delle reti di nuova generazione, per capire quale
possa essere il grado di preoccupazione tra gli operatori.
Nella sostanza il piano prevede lo switch
off (ovvero l’abbandono) della rete in rame - leggi, dunque, di Telecom
Italia - entro il 2030. Un retroscena mostra l’importanza di questo
passaggio: fino a una settimana fa la data ipotizzata era il 2024. Una
scadenza spostata in avanti di sei anni, visto lo scontro in campo.
Pochi giorni fa il board di Telecom ha bocciato l’ingresso in Metroweb
(la società di fibra ottica di Cdp e F2i) presentato dall’ad Marco
Patuano e ha varato 3 miliardi di investimento sulla rete veloce con 4
mila assunzioni apprezzato dai sindacati.
L’idea iniziale della
bozza, contenuta esplicitamente anche nel programma di Matteo Renzi del
2012, era creare una rete pubblica. Il collettore avrebbe dovuto essere
la società pubblica delle tlc, Infratel. Nella bozza attuale invece si
parla solo di un’architettura «Fttb/Ftth» (Fiber to the building e to
the home, cioè la fibra fino almeno al palazzo) che sia «passiva, neutra
e liberamente accessibile». Dunque adesso dipenderà dall’attuale
scontro l’azionariato e la governance della banda ultra larga.
Gli altri elementi forti della bozza
riguardano la fornitura di almeno 30 megabit al secondo di velocità come
«servizio universale» entro il 2018 - l’Agcom ha tempo sei mesi per
definire quale società avrà questo compito, ma è chiaro che Telecom è il
candidato numero uno - e un voucher per gli operatori che porteranno la
fibra nelle case. Il piano al quale ha lavorato Raffaele Tiscar per
conto del governo sarebbe ora oggetto di considerazioni non sempre
concordi da parte di Andrea Guerra, consulente economico di Renzi.
Il progetto del governo sulla rete si
incrocia con l’affare delle torri tv. Ancora ieri, a tre giorni dal
lancio dell’opas da 1,22 miliardi di euro di Mediaset, attraverso la
controllata Ei Towers, su Rai Way, la società delle antenne della tv di
Stato, la Borsa ha continuato a credere se non all’operazione in sé
quantomeno al fatto che un consolidamento del settore dovrà avvenire.
Rai Way è cresciuta del 3,44%, Ei Towers del 1,55%. Anche in questo
risiko delle antenne c’è in ballo Telecom Italia, con in programma la
quotazione della sua società delle torri, Inwit. Una vicenda su cui la
Consob è intervenuta chiedendo entro lunedì informazioni alla Rai sul
nodo del possesso pubblico al 51% fissato dal governo. Ma anche il
gruppo della famiglia Berlusconi dovrà chiarire se modificherà l’offerta
rinunciando al controllo nella società post-fusione. Ieri il
viceministro dell’Economia, Enrico Morando, ha proposto «un modello Snam
o Terna» per le torri tv, con lo scorporo della rete che «potrebbe
essere interamente pubblica, o pubblica e privata» ma senza produttori
di contenuto» nel capitale.
http://www.corriere.it/economia/15_febbraio_28/governo-pronto-piano-ring-decreto-la-rete-veloce-telecom-82817610-bf57-11e4-911e-3d01b106f698.shtml
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