L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 4 marzo 2015

Infrastrutture digitali, non può essere questa Consorteria Pd al governo a decidere su questo asset strategico, discussione franca, aperta e trasparente in Parlamento

Che cosa è successo tra Telecom, Metroweb, Cdp e Palazzo Chigi

20 - 02 - 2015 Michele Arnese
Che cosa è successo tra Telecom, Metroweb, Cdp e Palazzo Chigi
Tutto accantonato o solo rinviato? È la domanda che ci si sta ponendo dopo che il consiglio di amministrazione di Telecom Italia, ieri, non ha approvato il dossier Metroweb. Ovvero l’ingresso del gruppo capitanato da Marco Patuano nella società milanese della fibra ottica, rilevando la quota del 53% detenuta dal fondo F2i. O meglio, l’entrata dell’ex monopolista con la rete fissa in rame pure nella società che si candida sempre più a realizzare la rete di nuova generazione, non solo a Milano (con rischi antitrust non proprio banali).
Lo stop all’operazione, secondo la ricostruzione di Formiche.net, sembra più che altro un modo da parte del gruppo presieduto da Giuseppe Recchi per alzare alzare la posta. Le parole odierne di Patuano s’inseriscono proprio in questo scenario: con Metroweb – ha detto il capo azienda di Telecom Italia - ”ci troviamo in una situazione particolare da dover affrontare. Una situazione in cui volendo fare molti investimenti, sembriamo una minaccia”.
Ma su che cosa Telecom punta ad alzare la posta? Le due condizioni che l’ex monopolista continua a porre come condizioni preliminari sono: avere il 51% della newco con 800 milioni di capitale sottoscritti da Telecom e Metroweb per sviluppare ex novo la rete di nuova generazione; non avere altri colossi del settore come ad esempio Vodafone tra i soci.
Queste due condizioni non avrebbero avuto il via libera completo né da parte del governo Renzi né da parte del presidente di Cdp, Franco Bassanini, che è anche presidente di Metroweb. L’esecutivo e i vertici di Cassa depositi e prestiti guidata dall’ad, Giovanni Gorno Tempini, gradirebbero un ingresso di Telecom, non immediato al 51% ma diluito nel tempo, legato a un programma definitivo di investimenti.
“Il dossier è solo accantonato, non rottamato”, dice un addetto ai lavori. Si vedrà.

 http://www.formiche.net/2015/03/03/rai-way-metroweb-telecom-banda-larga/

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