Acqua, luce e gas: la fregatura è
servita. Firmata Matteo Renzi
L’importante,
spesso, non è spiegare, ma non far capire. Molte riforme fondamentali passano
tra le pieghe di un provvedimento come se fossero marginali. I parlamentari
approvano senza nemmeno sapere cosa votano, seguendo le indicazioni del
capogruppo mentre i giornalisti ne scrivono senza capire o, ancora meglio, non
ne scrivono affatto.
Prendiamo
la recente riforma costituzionale voluta da Matteo Renzi. I giornali si sono
concentrati sugli aspetti più eclatanti come l’abolizione di fatto del Senato e
l’aumento delle firme per referendum e iniziative popolari; pochi hanno parlato
dell’articolo V della Costituzione, che solo a nominarlo… bah che noia!
Tutti,
la settimana scorsa, hanno pubblicato un vademecum sulle riforme. Ecco cosa
scrive ad esempio La Stampa:
TITOLO
V – Sono riportate in capo allo Stato alcune competenze come energia,
infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto. Su proposta del governo,
la Camera potrà approvare leggi nei campi di competenza delle Regioni, «quando
lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero
la tutela dell’interesse nazionale».
Caro
lettore, cosa hai capito? Nulla, scommetto. Però se riascolti un bel servizio
televisivo de la Gabbia, mandato in onda il 26 settembre 2013 e ripreso in
questi giorni su twitter da Alessandro Greco, la riforma dell’articolo V assume
un altro significativo.
Guardalo, ne vale la pena, dura appena 3 minuti.
In
questo servizio il dirigente generale Lorenzo Codogno, a capo della direzione I
analisi economico-finanziaria del Dipartimento del Tesoro, del Ministero
dell’economia e delle finanze, intervistato sulla vendita di partecipazioni
Eni, Finmeccanica, Enel dichiarò: «Il problema è che non prendi tantissimo
perché ho fatto il calcolo un po’ di tempo fa sono 12 miliardi, non è una gran
cifra, meno di un punto di Pil. La vera risorsa sono le utilities a livello
locale. Lì sono veramente tanti, tanti miliardi, il problema è che non sono
nostri, dello Stato, sono dei Comuni, delle Regioni (…)E quindi bisogna
cambiare il titolo V della Costituzione. Ed espropriare i Comuni e le Regioni»
Il
deputato Simonetta Rubinato del Pd depositò un’interrogazione alla Camera
chiedendo spiegazioni al primo ministro. A quanto mi risulta nessuno ha
risposto.
E
ora, guarda un po’, il titolo V è stato riformato e prevede, cito il Sole 24 Ore, quanto segue:
il
nuovo articolo 117 si caratterizza per l’eliminazione della legislazione
concorrente con riattribuzione alla competenza legislativa esclusiva dello
Stato di diverse materie quali quelle relative alla regolamentazione del
procedimento amministrativo, della disciplina giuridica del lavoro alle
dipendenze delle Pubbliche amministrazioni, della previdenza complementare ed
integrativa, del commercio con l’estero, della valorizzazione (oltrechè tutela)
dei beni culturali e paesaggistici, dell’ordinamento delle professioni e della
comunicazione, della produzione, trasporto e distribuzione nazionali
dell’energia, delle infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di
navigazione di interesse nazionale e relative norme di sicurezza; dei porti
ed aeroporti di interesse nazionale ed internazionale.
Come
sempre le leggi italiane sono pasticciate e pare che la norma non si applichi
alle ragioni a statuto speciale; però il senso mi sembra inequivocabile: quando
sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, il nuovo Titolo V permetterà a quel
galantuomo di Renzi, che tanto ha a cuore i destini del suo Paese, di fare un
immenso regalo ai colossi stranieri dell’energia privatizzando i servizi di acqua,
luce e gas.
Io
sono un liberale e se le privatizzazioni servissero a portare vera concorrenza
e servizi e tariffe migliori per tutti, sarei il primo a rallegrarmene, tanto
più che le utilities pubbliche non sono certo un modello di gestione e di
efficienza. Ma il rimedio rischia di essere peggiore del male. Purtroppo
l’esperienza dimostra che, in questo settore, come avvenuto per le Autostrade,
le privatizzazioni si risolvono nella sostituzione di un monopolio pubblico con
uno privato. E a rimetterci sono gli utenti costretti a far fronte a
un’esplosione dei prezzi delle bollette.
Insomma,
una fregatura su tutta la linea. Prendetene nota e al momento opportuno
ricordatevi chi ringraziare.
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