L’agricoltura sociale per dare lavoro alle persone disoccupate
Paolo Battisti (L'atra Senigallia con la sinistra) propone una ricetta per il Comune di Senigallia
L’agricoltura sociale promuove politiche lavorative in ambito agricolo e alimentare da aziende agricole ma anche cooperative sociali, con lo scopo di favorire il reinserimento di soggetti svantaggiati nella comunità e al contempo produrre beni. Si tratta di un vero e proprio strumento operativo attraverso il quale i governi regionali e locali – in maniera diretta o attraverso associazioni preposte – possono applicare le politiche del welfare in ambito territoriale, coinvolgendo una pluralità di soggetti giuridici, enti, aziende agricole e cittadini.
Questo tipo di agricoltura multifunzionale, posta all’interno di un’azienda significa diversificazione dell’attività agricola, che non pone l’obiettivo solo nel prodotto ma al servizio e coinvolgimento della comunità. Un nuovo modo di vedere l’agricoltura ponendo l’individuo al centro e creando nuovi posti di lavoro, nuove professionalità, nuove sinergie e nuovi modi di promozione il territoriale.
La forma di aggregazione più comune che permette l’applicazione di queste politiche, è la cosiddetta “azienda agri-sociale” conosciuta anche come “fattoria sociale”. Si tratta di una fattoria tradizionale, o di un allevamento di animali di vario genere, economicamente e finanziariamente sostenibile, e gestita da una o più persone associate. L’azienda svolge la propria attiva agricola o zootecnica per vendere i propri prodotti sul mercato ma lo fa in maniera “integrata” e, come dicevamo, soprattutto a vantaggio di soggetti deboli (portatori di handicap, tossicodipendenti, detenuti, anziani, ecc.).
L’agricoltura sociale quindi è un anche uno strumento di riappropriazione dell’individuo del proprio ruolo in società da un punto di vista professionale, visto che una delle finalità è favorire il reinserimento nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione delle tecniche e le pratiche agricole.
L’attività degli operatori coinvolti in iniziative agricole socialmente utili (si pensi agli assistenti sociali, psicologi, educatori, operatori agricoli e zootecnici, ecc) può essere declinata in diverse modalità. Sotto il profilo terapeutico e riabilitativo le attività più praticate sono le terapie assistite con gli animali (pet-therapy, ippoterapia, onoterapia) e quelle ortoculturali.
Vista l’importanza che tale fenomeno sta assumendo e gli enormi benefici sociali ed economici che ne derivano, il Comune di Senigallia deve cogliere l’effettivo potenziale dell’agricoltura sociale e valorizzarlo in maniera adeguata, sia per affermare una politica agricola innovativa (che non potrebbe che giovare ad un comparto in crisi da molto tempo), sia per sostenere lo sviluppo di nuove politiche di welfare ancora più mirate ed efficaci, attraverso l’adozione di provvedimenti legislativi adeguati in ambito nazionale e regionale.
Noi crediamo fermamente nell’agricoltura sociale come una delle possibili azioni per aiutare alla ricerca del lavoro, alla promozione sociale, alla promozione del territorio legato al turismo e al consumo etico.
Senza dimenticare che Senigallia anche se è una città turistica ha un ampio territorio agricolo, laboratorio ideale per nuove imprenditorialità al servizio della collettività rientranti nel progetto regionale LR n.7/2005 per lo sviluppo e la cooperazione sociale.
Gli obiettivi dell’agricoltura sociale nel nostro territorio possono essere:
- Inserimento sociale – lavorativa
- Percorsi della persona: riabilitativa, formativa, pet-therapy
- Servizi per la comunità: agrinido, terza età attiva, fattoria didattica
- Servizi ambientali: manutenzione territorio, biodiversità.
I progetti possono essere supportati da risorse di vario tipo:
- PSR
- FSE
- FESR
- Finanza Etica
http://www.senigallianotizie.it/1327374584/lagricoltura-sociale-per-dare-lavoro-alle-persone-disoccupate
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