Di Costantino Rover, Marco Saba e Nino Galloni
La molla dei continui post “bomba” (inteso alla Renzi) e
dei continui exploit pubblici dei portatori sani di analfabetismo
culturale che si intervallano negli ambienti di stampa e politica, ha
fatto si che mi facessi una ricerca di dati reali che mettessero in
relazione fra di loro i cosiddetti cancri italiani, ma anche i capitoli
di mancati incassi da parte dello Stato che ricaricano la spesa pubblica
e del finanziamento del debito sulle spalle dei cittadini ma che
vengono del tutto ignorati.
Ecco il perché di questo pezzo, prologo
al prossimo filmato della serie L’Economia Spiegata Facile, e di quella chiacchierata con
Marco Saba (
O la Banca o la Vita,
Bankenstein) sul
tema dell’evasione fiscale (quella vera, mica quella dell’idraulico o
dell’elettricista) e le sue possibili soluzioni. Da questa e dal
confronto anche con
Nino Galloni
e con Patrizio Calzolai ho cercato di abbozzare un ragionamento sul
valore della comunicazione che credo non faccia che confermare quella
che io ritengo oramai un’ovvietà; ovvero che
la comunicazione pesa almeno l’80% sul totale dell’informazione mentre l’importanza del contenuto non supera il 20% .
Nella cosiddetta era dell’informazione si ha la continua
conferma che non è nella quantità delle informazioni disponibili che sta
la difficoltà nel districarsi nell’oceano delle verità e forse nemmeno
nella loro qualità, dote imprescindibile per dare il titolo di cui sopra
al nostro tempo, ma forse ancora di più nel loro utilizzo sui mass media e nella loro diffusione.
Infatti, non solo l’estrema facilità di vedersi sommergere
da informazioni del tutto false ed infondate lo rende un periodo assai
complicato ma anche la frequente presenza di personaggi posti a megafono
della comunicazione che distorcono la realtà, specie quando godono
della fiducia della gente e riflettono intorno a sé stessi l’aura della
credibilità, inducono il cittadino ad avvalorare tesi del tutto inventate.
SE ALLA SCUOLA DI TUO FIGLIO MANCA LA CARTA IGIENICA,
SAPPI CHE E’ COLPA DELLA CORRUZIONE (o dell’EVASIONE FISCALE) – Falso e
ridicolo.
E’ questo il caso del saccente politico di turno che spara
informazioni dalla facile presa ma del tutto campate in aria facendo
così disinformazione.
Che egli sia in buona o in mala fede ciò che conta
è il risultato finale che si ottiene disinformando la gente:
l’ignoranza e l’approssimazione. Sotto a queste meccaniche sussiste un preciso obiettivo: semplificare i concetti per renderli ripetibili a memoria senza necessità di una riflessione
da parte dei fruitori e ciò che conta e deve essere giudicato è
l’effetto finale che queste “bombe” producono sulla ottusità pubblica.
Si tratta infatti di un principio cardine della propaganda
ma non necessariamente vincolato a concetti elementari, tant’è che se
un dogma per definizione non contempla discussioni, non è necessario
stabilire a priori che esso debba riguardare argomenti semplici – anzi
se mai si presta in tutti i casi contrari – quindi non si capisce (o ad
esser maliziosi si capisce eccome) perché la propaganda veicoli quasi sempre le informazioni sbagliate.
Non sto parlando di opinioni perché per essere tali
dovrebbero prevedere SEMPRE la conoscenza “del problema”, ma di
convinzioni. E allora se convinzioni devono essere che almeno siano puntate contro i veri problemi.
Infatti oggi la fruizione delle informazioni avviene in
modo del tutto superficiale e supino e non prevede l’approfondimento
critico ma semplicemente il confronto da bar da contrapposte tifoserie.
Da qui la condivisione meccanica e il “mi piace” sempre a senso unico.
E badate bene che questo impianto è talmente
efficiente ed efficace che nemmeno la fredda evidenza dei numeri è
spesso in grado di scalfire le convinzioni che diffonde, che
col tempo si tramutano in credenze di massa, che la comunicazione ad hoc
ha saputo installare nella … incoscienza collettiva.
Facciamo un esempio?
#CASTACRICCACICCIOBOMBOCORRRRUZZZIONE SENZA SE E SENZA MA.
Molto spesso la notizia di un illecito non porta ad un
consuntivo su cui riflettere nemmeno a mesi di distanza dai fatti o dopo
le sentenze – tanto le news si riciclano così in fretta perché bene di consumo moderno, non devono lasciare coscienza dietro di sé ma il
loro valore aggiunto è dato dallo scandalo e dal livore che suscitano e
distribuiscono, guarda caso, fra tutti in modo da mantenere vive le
contrapposizioni ideologiche – e si fa persino fatica a trovare delle cifre definitive persino in internet.
Ci si sofferma, giustamente, sulle implicazioni morali, si
rimarcano i risvolti investigativi, saltano fuori nomi, conti correnti
in Svizzera, lingotti d’oro nelle poltrone, trame che conducono nei
paradisi fiscali, e tutta l’attenzione viene rivolta agli intrecci di
potere o scandalistici – insomma il dramma moralista – ma quasi mai
nessuno sa rispondere alla più semplice delle domande.
Quanti soldi sono spariti realmente?
Senza volere assolvere le malefatte anche piccole proviamo
a fare un semplice confronto di dati per cercare di stabilire se sia
possibile operare una classifica per ordine di gravità e pertanto dare
una relativa priorità alle soluzioni.
Mettiamo in ordine crescente una serie di dati legati a corruzione e
evasione fiscale che più tengono banco tenendo per ultimi i tre più
grandi di cui non si parla mai e che andremo a svelare solo in un
secondo momento:
a. caso Galan 10 milioni di tangenti contestate (su 12 anni di lavori al Mose), b. Mose
1 miliardo di tangenti (su 12 anni di lavori) ma dalle informazioni che
si riscontrano in rete potrebbero essere meno della metà, c. “Mafia capitale” 1,3 miliardi presunti, d. micro evasione fiscale (8miliardi all’anno) 0,5% sul PIL, e. dimezzamento dei costi della politica (11,6 miliardi all’anno), f. corruzione 15 miliardi (ogni anno) 0,94% sul PIL.
E’ facile constatare che l’ordine per rilevanza nel dibattito pubblico sia specularmente inverso.
Facciamo una prova?
GIOCHIAMO A BATTAGLIA NAVALE.
Proviamo ora a disporre l’una vicino all’altra le
tesserine appena disegnate come se stessimo per metterci a giocare a
battaglia navale; il gioco in cui più una nave è piccina e più è
difficile da scovare e vice-versa.
Per giocare esiste una sola regola: reperisci i dati e mettili a confronto.
L’area di gioco, ovvero la fatidica griglia quadrettata, è il PIL (circa 1.600 miliardi).
Poi, per ognuna delle navi messe in gioco andiamo a vedere
quali sono state colpite e affondate per prime e a quante invece stiamo
girando al largo o che nessuno cerca nemmeno.

Da
una parte c’è una nave da 577 quadratini (evasione fiscale delle
banche), dall’altra 1 nave da 1 quadratino (mazzette scoperte nello
scandalo Mose). Quante probabilità ci sono di mancare la prima e di
centrare la seconda? Le attività di inquirenti e magistratura, e la
comunicazione di media e partiti che cosa hanno centrato, colpito ed
affondato? Ma che razza di culo hanno avuto?
RIBALTARE LA PIRAMIDE DELLA CONSAPEVOLEZZA DEL CITTADINO.
E’ giunto il momento dunque di svelare il nome delle
ultime tre navi appena disposte sul piano di gioco battenti la bandiera
dell’evasione e dell’elusione fiscale. Esse sono: elusione IMU da parte della Chiesa 24 miliardi (esattamente la stessa cifra sparita con MPS ma costante tutti gli anni), evasione ed elusione fiscale delle corporations (ad esempio Facebook, Apple, Google, ecc.) 27 miliardi, evasione fiscale delle banche 577 MILIARDI (44% sul PIL)
risultanti dal mancato inserimento nella colonnina degli attivi del
bilancio della voce “emissione di nuova moneta”, il che produce di fatto
i reati di falso in bilancio ed auto riciclaggio.
Ecco
come si crea il denaro secondo Unicredit.
Il dato relativo all’evasione delle banche cambia ogni
anno dato che dipende dal credito emesso ma il più recente parte da
un’emissione di 2.100 miliardi che se fossero stati tassati al 27,5 di IRES aprebbero prodotto un gettito fiscale di 577 miliardi. Se
considerate che fino a pochi anni fa l’elargizione di credito da parte
delle banche era molto superiore a quello odierno, non vi apparirà
affatto impossibile che l’evasione fiscale bancaria
raggiungesse tranquillamente gli 800 miliardi OGNI ANNO.
La risposta dunque dovrebbe sorgere spontanea: Se manca la
carta igienica nelle scuole la colpa è di…… I dati sono pubblici ed
ampiamente diffusi, scegliete voi se dietro alle “bombe” vi sia
ignoranza o mala fede e se, in ogni caso, chi le spara sia adatto a
ricoprire il ruolo che gli consente di farlo.
Ora siamo d’accordo che mediaticamente sia molto più facile
identificare il nemico quando si tratta di un singolo o di una singola categoria e che più questo è fisicamente
alla portata dell’immaginario del cittadino e più è facile concentrare
(e indirizzare) nel concreto
la reazione delle masse su un obiettivo
(che nel caso trattato non comporta alcun pericolo per il vero
problema), ma qui si sta premendo per i fondelli l’intera popolazione
italiana.
L’ICEBERG della percezione della gravità degli eventi da parte degli italiani.
Il gioco delle finte verità approfitta della
consapevolezza dell’italiano ben più sveglio della media per scavare un
solco tanto profondo da essere oggi il maggior responsabile della
situazione attuale e del continuo inabissarsi dell’intelligenza
collettiva nel populismo e nella banalizzazione di ogni argomento.
SOLUZIONI
Per giungere ad un accenno alle soluzioni che sarà opera
dei nostri suggeritori dipanare approfonditamente, ne citiamo alcune
con relative fonti. Mentre la flat tax alla Friedman fissata al 35% o l’introduzione del concetto di tassa negativa già teorizzata da Nino Galloni ed oggi approfondita da Patrizio Calzolai
possono invogliare le multinazionali il pagamento delle tasse allo
Stato italiano (anziché all’estero tramite sedi collocate opportunamente
in Olanda ed Irlanda), per i trucchi contabili incentrati sulle
operazioni intra gruppo sempre Patrizio Calzolai auspica l’introduzione
di una tassa fissa su queste transazioni.
Per il capitolo banche Marco Saba suggerisce
l’introduzione di norme specifiche che costringano le medesime a tenere
bilanci correttamente compilati tassando l’emissione di moneta,
argomento del libro a cui sta lavorando.
Vogliamo dare un duro colpo alla corruzione? Capiamo
innanzitutto che il sistema bancario che governa oggi si è comprato i
partiti per fargli fare quello che vogliono, poi facciamo il passo
ulteriore. “Fargli pagare le tasse anzinché consentirgli di avere
fondi da spendere nella corruzione del Paese Italia, da una parte
consentirà di ridurre il carico fiscale su imprese e cittadini e
dall’altro permetterà di ripulire il marcio della corruzione vera”, dicono unanimemente Nino Galloni e Marco Saba.
A proposito, sono l’unico a chiedersi come mai persone come quelle
citate se ne stanno fuori dalle istituzioni invece di essere inserite
negli organici di movimenti e partiti e messi in grado di produrre
soluzioni ai guai del Paese?
Chiedete ai politici di inserire nel
proprio programma politico l’adozione di norme che contemplino il
definitivo ripristino della legalità fiscale per le Banche e
l’applicazione di adeguate aliquote per tutti (nel caso delle
corporations è difficile restando nell’area Euro) ed accertatevene
imponendo che vengano resi pubblici i documenti redatti e certificati da esperti referenziati che ne descrivano i contenuti e l’applicazione ed ai quali venga affidato il ruolo di esecutori.
Il resto è puro folklore per apparire o promesse elettorali fasulle.
Grazie a Nino Galloni, Marco Saba e Patrizio Calzolai per la
consulenza e ad Alessandro Ballardin per l’aiuto nel reperimento dei
dati.
E ora ecco una bella collezione di grafiche sul tema proposto da condividere sul web:

schema della percezione della corruzione in Italia

evasione banche vs Mose

evasione banche vs corruzione

evasione banche vs casta

evasione banche vs bustarelle Galan

evasione banche vs micro evasione
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