Beirut è di nuovo la Parigi del Medio Oriente
Tanto benessere, come ci ha confermato l’analista libanese Ghaleb Kandil in una intervista rilasciata a Futuro Quotidiano, dipende dal carattere aperto dell’economia libanese che riesce ad attrarre forti flussi di capitale estero e dalle forti fluttuazioni dei tassi di interesse che in alcuni anni hanno raggiunto il 40% e proprio queste forti capitalizzazioni hanno reso possibili gli investimenti stranieri nel settore immobiliare. Kandil ci dice ancora che Beirut vive di sola finanza mentre nelle zone al sud del Paese si sono sviluppate le industrie e una forte ripresa dell’agricoltura. Il Libano è un Paese fortemente indebitato con l’estero con un deficit nel 2012 di 3,11 miliardi di dollari (1), le importazioni ammontavano a circa 21 miliardi e le esportazioni a circa 5.7 miliardi di dollari(2). Il problema principale è la mancanza di risorse energetiche, che rendono il Paese un importatore netto di petrolio e gas e dal basso sfruttamento agricolo, che impone l’importazione di generi alimentari. Ma fortunatamente, negli ultimi anni l’industria è in crescita e anche nel settore agroalimentare sono stati fatti passi da gigante. Nel corso del 2010 sono stati scoperte ingenti risorse di gas naturale al largo delle coste israelo-libanesi che potrebbero garantire in futuro una maggiore autonomia energetica al Libano, tuttavia, la mancanza di un trattato che stabilisca le frontiere tra i due Paesi rende problematica l’individuazione delle rispettive zone economiche esclusive di sfruttamento.
Il Libano è un Paese variegato con clima tipicamente Mediterraneo, ospita ben 18 confessioni religiose ufficialmente riconosciute che convivono più o meno pacificamente. La lingua ufficiale è l’arabo colorato dalle varie inflessioni linguistiche francesi ed inglesi che hanno un po’ modificato il linguaggio, si, perché soprattutto i giovani grazie ai social network parlano meglio inglese e francese che arabo e si ispirano ad uno stile di vita occidentale. Offre un ambiente multiculturale legato alle tradizioni ma aperto alla mentalità occidentale ma è anche un luogo di forti contrasti, un miscuglio di culture, di religioni e di bellezze naturali che lasciano senza fiato, è il ” Paese dei Cedri” che crescono a ridosso dei monti bianchi e innevati della catena montuosa Monte Libano e ne sono il simbolo Nazionale. Ha un territorio di inestimabile bellezza, pieno di storia, ma è anche un Paese ferito da guerre che non hanno permesso mai alla popolazione di poter avere il controllo pieno del territorio e che ha dovuto comunque affrontare tutte le conseguenze e i danni delle guerre. Il turismo è considerato anch’esso una risorsa per l’economia libanese, ma la forte instabilità politica non permette al Paese di sviluppare appieno programmi di lungo respiro. Il mercato immobiliare è in forte crescita e i prezzi delle case continuano ad aumentare, specialmente nei grandi centri. Anche le rimesse dei libanesi emigrati garantiscono un forte contributo al Pil. Le varie diaspore successive alle guerre e alle carestie hanno portato fuori dal Paese milioni di Libanesi, le cui rimesse garantiscono 8.2 miliardi di dollari annuali, circa 1.400 dollari annui procapite.
Nonostante i tanti sforzi per risollevare il proprio Paese il Libano è anche un Paese che offre tanta solidarietà e si attesta ad essere l’importante crocevia che dà sostegno ed aiuto alle migliaia di
Dati forniti dal Min. Finanze locale- EconomicDatastatistics
Dati Cia World Factbook
Dati forniti da UNHCR all’agosto 2013. La cifra reale potrebbe essere superiore
Simona Agostini
http://www.futuroquotidiano.com/beirut-la-parigi-del-medio-oriente/
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