Il deposito nazionale di scorie nucleari non può essere un rebus, va
fatta subito chiarezza. Ormai ci siamo. La Sogin ha comunicato che
entro il mese di giugno avremo conoscenza delle 4/6 aree individuate
come potenzialmente idonei per ospitare il deposito nazionale di scorie
nucleari in Regione Basilicata. Attualmente l’opera non è priva di lati
oscuri da illuminare per assicurare che non sia il solito salvadanaio
per gli affari di pochi. Non abbiamo ancora in funzione l’Ispettorato
per la sicurezza nucleare che deve controllare la Sogin nelle sue
attività di realizzazione dell’opera.
Non si comprende ancora se il deposito nazionale dovrà contenere in
sicurezza anche il nucleare militare o solo quello civile e medicale.
Siamo in attesa dell’adeguamento alla nuova classificazione dei rifiuti
radioattivi. Inoltre, perché non c’è stata una valutazione dei criteri
per individuare delle aree potenzialmente idonee anche per le scorie
nucleari di altissima attività (il cd problema ancora irrisolto nel
mondo) che verranno appoggiate “temporaneo di lungo periodo” nel
deposito nazionale?
Al di la di cosa è scritto nella legge, senza gli opportuni
chiarimenti è complicato capire qual è la tipologia di deposito di
scorie nucleari che si vuole realizzare. In funzione della dovuta e
necessaria trasparenza rispetto al processo d’individuazione delle aree
abbiamo chiesto chiarimenti ai Ministeri competenti e alla Sogin, che
nonostante il successo della protesta di Scanzano, ci ha lasciato una
ferita aperta. Se non ci saranno le risposte che attendiamo sarà
compromesso il rapporto di dialogo con il nostro territorio con il
rischio di riaccendere una fiamma pacifica e determinata per la difesa
della nostra madre terra.
Invitiamo i cittadini, le associazioni e le istituzioni e tenere alta
la guardia. Questa volta nessuno può dire che io non sapevo.
Donato Nardiello, presidente
ScanZiamo le Scorie
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