L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

martedì 26 maggio 2015

Stati Uniti deve mettere mani al portafoglio per pagare i conti della sua colonia, l'Ucraina

La geopolitica del debito ucraino 

17:03 26 MAG 2015

Geminello Alvi
La geopolitica del debito ucraino
Come non bastasse la guerra civile e' a rischio pure il debito ucraino. Nei prossimi quattro anni deve pagare $30 miliardi ai creditori esteri, ai quali si sommano $17 miliardi di crediti interni. Ma secondoHandelsblatt parrebbe in condizione di raccoglierne solo una parte, con un difetto importante. E il tutto considerando i dati ufficiali del governo, mentre proprio la Federazione russa la scorsa settimana ha complicato il conto. L'Ucraina dovrebbe solo alle banche private russe $25 miliardi e i fondi americani reclamano i pagamenti dei loro crediti. Eppure gli ucraini si adoprano intanto per assicurare l'Occidente che la posizione economica dell'Ucraina e' falsata dalla guerra e non dovrebbe venire confusa con quella greca. E non e' un caso il paragone con la Grecia, che non e' in guerra e la cui popolazione e' quattro volte inferiore a quella ucraina, ma che ha ricevuto e sta ricevendo molte volte quanto servirebbe all'Ucraina per normalizzare la sua situazione. "Saremmo felici se potessimo ripagare i nostri debiti", spiega quindi il primo ministro Arseniy Yatsenyuk, aggiungendo pero' di sperare nella cooperazione dei creditori internazionali. Dunque la fila degli stati debitori che richiedono un sollievo dei loro debiti da segnali di allungarsi. E resta pur sempre il fatto che l'Ucraina non e' parte ne' dell'euro e neppure della Unione Europea, anche se si studia di agire come se lo fosse.

Il quotidiano Segovda sembra ammettere comunque che un default avrebbe le peggiori conseguenze: poverta' di massa, fallimenti bancari e infine soprattutto l'isolamento dai circuiti mercantili e finanziari dell'Occidente, lasciando l'Ucraina in balia economica della Federazione Russa. Ma l'analista finanziario dello stesso quotidiano riduce la probabilita' di un default tra il 20% e il 50% e giudica critica la situazione soprattutto nei prossimi mesi. E comunque ammette che dopo un default ci vorrebbero sette anni, perche' l'economia ucraina possa riprendersi. Puo' trarsene la conclusione che non vi sia altra strada che il consenso dei creditori a un taglio sensibile e all'allungamento del debito.
  Ma intanto il governo di Kiev patisce anche la forte pressione dei partiti di opposizione ora scatenati contro le riforme. La questione del debito ucraino si conferma in conclusione una risultante del gioco geopolitico tra Russia e Occidente, in cui la parte dell'UE resta ambigua. .

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