9/06/2015
Polizia
e ministro dell'Interno contro il pm della scuola Diaz
Il primo
intervento pubblico del magistrato Enrico Zucca sui fatti del 2001, «temo
un'altra Diaz»: Alfano e Pansa chiedono l'azione disciplinare
Luca Rinaldi
All'interno della scuola Diaz il 21 luglio 2011/Gerard
Julien/AFP/Getty Images
Enrico Zucca, oggi sostituto
procuratore generale di Genova, è stato il pubblico ministero che ha seguito i
processi scaturiti dai fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova nel 2001. Uno di quei pm che ha
sempre preferito far parlare gli atti al posto delle parole dette da un palco.
Mai in cerca di una platea, tanto che la prima uscita pubblica di Zucca è
arrivata a quattordici anni dai fatti e a oltre dieci dalla prima udienza
del processo. Processo che in Cassazione ha condannato i massimi
dirigenti della polizia italiana dell’epoca per le violenze e le falsificazioni
delle prove relative all'irruzione nella scuola Diaz. Uscita pubblica che ha
subito alzato un vespaio che vede il capo della Polizia Alessandro Pansa, e
il ministro dell’Interno e Angelino
Alfano redarguire Zucca, chiedendo al
ministro della Giustizia Andrea
Orlando di pensare a un intervento disciplinare.
Il capo della Polizia
Alessandro Pansa, d’intesa con il ministro dell’Interno Alfano, ha chiesto al
ministro della Giustizia Andrea Orlando «di valutare eventuali profili
disciplinari» nei confronti di Enrico Zucca
Zucca dice poi a chiare lettere che
dopo i fatti del G8 di Genova nel 2001 la polizia non è guarita e che teme «una nuova Diaz».
«La Diaz - ha sottolineato - porta alla luce problemi endemici: allo stato
attuale la polizia rifiuta di leggere se stessa, e a questo punto è difficile
non si ripetano più gli stessi errori. È - ha chiosato il magistrato - come se
le diagnosi dei medici fossero state perennemente ignorate. La Corte Europea dice che i picchiatori furono impunemente coperti e
soprattutto che la polizia italiana ha altrettanto impunemente rifiutato di collaborare».
L'intervento
integrale del sostituto procuratore generale di Genova Enrico Zucca, con i
giornalisti Carlo Bonini e Marco Preve a La Repubblica delle Idee lo scorso 7
giugno
Punto quest’ulitmo rimarcato anche in uno degli atti
ufficiali entrati nel processo: si tratta dell’archiviazione chiesta nel
febbraio 2012 per il reato di tentato omicidio e per le percosse subite dal
giornalista inglese Mark Covell.
Nella richiesta del pm si leggeva come non sia stato possibile identificare gli
agenti responsabili dal momento che le indagini sono state ostacolata da “una
certa volontà di nascondere fatti e responsabilità" dovuta ad un
"malinteso senso dell’onore dell’istituzione”.
Il magistrato rincara la dose:
«Attenzione poiché non si tratta di un corpo astratto, ma con dirigenti precisi
- dice Zucca riferendosi alla Polizia -: Gianni de Gennaro prima, poi Antonio Manganelli, quindi i suoi successori.
Sono loro che hanno, lo dico ancora, impunemente, violato il dovere di
sospendere e rimuovere i funzionari
condannati».
Apriti cielo: il capo della Polizia
Alessandro Pansa, d’intesa con il ministro dell’Interno Alfano, ha chiesto al
ministro della Giustizia Andrea Orlando «di valutare eventuali profili
disciplinari» nei confronti
dello stesso Zucca. Contemporaneamente il sindacato di polizia Siulp parlava di
«inutile e dannoso exploit del magistrato».
Zucca: «La Diaz porta alla
luce problemi endemici: allo stato attuale la polizia rifiuta di leggere se
stessa, e a questo punto è difficile non si ripetano più gli stessi
errori. La Corte Europea dice che i picchiatori furono impunemente coperti
e soprattutto che la polizia italiana ha altrettanto impunemente rifiutato di
collaborare»
Resta da capire quale immagine della
Polizia Pansa e Alfano, nei prossimi giorni si vedrà se arriverà il
provvedimento del ministro della Giustizia Orlando, abbiano intenzione di
tutelare davanti ai cittadini italiani. La replica di Zucca all’iniziativa del
capo della Polizia e del ministro dell’Interno è un no-comment: «non posso
commentare. Sono a disposizione
a petto aperto», fa sapere rispondendo a una intervista sul Fatto Quotidiano di
oggi 9 giugno. Non va dimenticato che, tra le altre cose, il sottosegretario
dell'attuale ministro Andrea Orlando è l'ex magistrato Cosimo Ferri, fratello
di Filippo, tra i superpoliziotti condannati per le vicende della Diaz.
Alessandro Pansa e Angelino Alfano
potrebbero però non essere gli unici ad aver mal digerito le parole di Zucca,
che nel corso del suo intervento ne ha avute anche per il reato di tortura e per il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone. Nei confronti di quest’ultimo Zucca era già intervenuto in
occasione del commento riguardante la sentenza della corte di Strasburgo: «Sono
rimasto indignato . I fatti della Diaz - commentò all’epoca Cantone- sono
vergognosi ma le indagini su quei fatti hanno consentito di individuare le
responsabilità, anche dei vertici senza bisogno del reato di tortura. La
polizia italiana è democratica
da molto più tempo di quanto le sentenze della Corte Europea facciano pensare
che sia».
Zucca rispose così: «Sono allibito dalle dichiarazioni di Cantone. Sottolineare che la polizia
italiana è democratica è un'ovvietà. Piuttosto, Cantone non coglie che nei comportamenti
della polizia così duramente sanzionati dalla Corte di Strasburgo sono
contenuti proprio quegli elementi che internazionalmente definiscono la
cosiddetta “corruzione per nobile causa”
fenomeno tipico delle forze di polizia. Ed è un peccato che non se ne sia
accorto visto il suo ruolo al vertice dell’anticorruzione».
Sul reato di tortura dalle colonne del
Fatto Quotidiano il pm della Diaz è netto: «una legge inutile», troppe sfumature «sui diritti fondamentali e sulla
tortura - dice Zucca - non ci sono sfumature di grigio. O bianco o nero. Un po’
di tortura non è accettabile». Non è tenero nemmeno con la sua categoria:
«l’indifferenza tenuta (dalla magistratura, ndr) stride con il notorio
interventismo su ogni tema, anche e soprattutto in occasione dei processi di
riforma legislativi. Come singoli o come associazione si parla di tutto,
perfino di legge elettorale. Incredibile manchi un contributo sui diritti
fondamentali e su una inadempienza
del legislatore ormai trentennale».
http://www.linkiesta.it/enrico-zucca-scuola-diaz-tortura?utm_medium=email&utm_source=Moxiemail%3A9237+Nessuna+cartella&utm_campaign=Moxiemail%3A21947+Linkiesta++Recap+-+Ingovernabilita
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